XXXVI

110 9 2
                                    

Lo stava facendo di nuovo, senza un minimo di considerazione per se stessa. Continuava ad illudersi pur sapendo che l'unica conclusione possibile sarebbe stata l'esatto opposto di ciò che sperava. Quando guardò per l'ennesima volta l'orologio se ne iniziò a rendere conto. L'ora era passata ormai già da un po' di tempo e di Nicolas non c'era alcuna traccia.
Lei però proprio non riusciva ad andare via. Sperava che lui si facesse vedere, forse era solo per mero egoismo perché avrebbe tanto voluto guardare negli occhi felici di Magda sentendosi un pò meno colpevole. Voleva ripagarla, almeno in parte, per tutto ciò che aveva fatto e che continuava a fare per lei. Voleva regalarle quello che più desiderava, ma non poteva biasimare Nicolas. Ne aveva passate tante, troppe, per poter permettere a se stesso di fidarsi ancora.
Figurarsi riuscire a fidarsi di lei!

Nadia poggió la fronte sul volante scuotendo il capo frustata e chiuse gli occhi nel tentativo di ricacciare indietro le lacrime che iniziavano a bruciarle come aghi incandescenti. Guardò di nuovo l'orologio<È tutto inutile > si disse con un sospiro affranto girando le chiavi nel quadro.

Proprio in quel momento il rumore di un'auto attirò la sua attenzione. Si voltò per vederla accostarsi al suo fianco. I vetri oscurati rendevano impossibile osservare chi vi fosse al suo interno, ma lei non ne aveva bisogno perché l'aveva riconosciuta subito.
Aveva voglia di gridare per la gioia, ma mantenne un contegno e dopo aver fatto un cenno con il capo partì.
Si sentiva come in una bolla in cui vorticavano  confusamente una valanga di sentimenti, che sembravano fronteggiarsi, battagliare senza tregua.
Sapeva bene che, nonostante lui fosse lì a pochi metri dietro di lei, non sarebbe mai più stato suo. O forse non lo era mai stato,ma il suo cuore non smetteva di battere forte, di bramare, desiderare, di ingannarsi senza sosta.
I suoi occhi erano fissi nello specchietto retrovisore, con il timore che in un attimo quell'auto scura sparisse e con essa anche lui. Non era ancora pronta a vederlo andare via per sempre.

In passato aveva rinunciato a tanto,ma niente l'aveva fatta soffrire come stava patendo in quel momento .
Quell'uomo indecifrabile,entrato nella sua vita una giorno come un altro era diventato in poco tempo il suo tutto.
La verità era che nonostante la consapevolezza dell'assurdità del suo desiderio, lei non voleva perderlo. Non voleva privarsi di quei sentimenti caldi ed appaganti. Non riusciva a lasciare andare sensazioni tanto profonde da rischiarare persino il suo cuore colmo di oscurità.

Dietro di lei Nicolas si chiedeva ancora se avesse fatto bene a seguirla.
Lei era parte di tutto ciò che lui aveva sempre odiato,di quella realtà che gli aveva distrutto la vita.
Continuava a ripetersi che lei era il male ed era complice quanto gli altri.
La vendetta era l'unica cosa che lo aveva portato dov'era,l'unica cosa che non l'aveva fatto precipitare nel fondo di un'esistenza infima.
Aveva messo tutto se stesso alla ricerca delle persone colpevoli, con l'unica intenzione di far pagare loro a caro prezzo tutto il dolore che gli era stato inflitto. Dopo anni di vicoli ciechi stava quasi iniziando a perdere la speranza di trovarli e invece mai si sarebbe aspettato che il nemico fosse proprio al suo fianco. Gli aveva addirittura aperto la sua casa... E anche il suo cuore! Pensó con un misto di dolore e di imbarazzo. Alla fine aveva tradito perfino la sua persona. Si era lasciato sopraffare dai sentimenti senza notare nient'altro.

Ancora ricorda quel giorno di tanti anni prima. Il giorno in cui le porte di quella prigione squallida e maleodorante si erano aperte.
Il giorno in cui poco più che adolescente si ritrovò davanti un uomo che senza giri di parole lo portò via.
Lo aveva liberato!
Non aveva avuto modo di rivolgergli la parola,non conosceva neanche il suo nome,ma ricordava il suo volto in modo nitido. Egli era colui che lo aveva salvato e non lo avrebbe dimenticato per nessun motivo.
Quel passato che lo teneva sveglio ogni notte,le grida,il dolore,la solitudine aveva iniziato ad affievolirsi con l'arrivo di Nadia nella sua vita.
I giorni sembravano diventare sempre più luminose e le sue notti meno buie.
In qualche modo però avrebbe dovuto capire che qualcosa non andava,perché fin dal primo loro scambio di sguardi non era più riuscito a restarle indifferente.
Invece nell'istante stesso in cui lui aveva scoperto tutto gli incubi erano tornati più forti e spaventosi di prima e da quando Nadia aveva lasciato il suo studio la sua mente non era riuscita a concentrarsi su nient'altro. Quella notizia lo aveva turbato più di quanto volesse ammettere. Seduto alla sua scrivania aveva continuato a chiedersi come si sarebbe dovuto muovere.
Sua madre era ancora viva! La donna che lo aveva messo al mondo era lì e quella era l'unica occasione per lui di conoscerla.
Se da un lato a quel pensiero si sentiva meno solo, meno disgustoso , d'altro canto però sapeva bene che incontrarla avrebbe significato per lui riaprire ferite profonde, coperte solo da un sottile strato di finzione.
Alla fine però si era detto che forse Nadia avesse ragione, che non doveva rinunciare all'unica possibilità che la vita gli stava offrendo e così era uscito di casa e aveva preso l'automobile.

Non Ti OdioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora