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Flashback

"Magda oltrepassò la porta della terapia intensiva con il cuore in gola. L'odore di disinfettante le invase le narici provocandole la nausea.
Raggiunse timorosa il lettino sul quale si trovava Nadia, scuotendo afflitta il capo,poi il suo sguardo si posò sul viso pallido della ragazza,sulle labbra esangui,sembrava una bambola di porcellana. Così bella e così fragile.
<Piccola mia.>Disse tra i singhiozzi<Cosa ti è successo?>
Guardò il monitor che teneva conto dei suoi battiti, l'unico suono nella stanza silenziosa,poi spostò una ciocca di capelli dal viso stringendo le labbra tra i denti e provando a tenere a freno le lacrime.
Vederla lì,senza coscienza,le faceva male. Sentiva un dolore non solo mentale ma anche fisico,come se fosse lei ad essere su quel letto. Nella sua psiche si materializzarono immagini del loro passato. Flash di vita di una bambina giocosa,dolce e gentile e della donna coraggiosa e leale che poi era diventata. La paura che potesse lasciarla era stata una piccola eco costante nella sua quotidianità . Sapeva bene che con un retaggio familiare come quello dei De Rienzo nulla sarebbe stato semplice e persino la morte attendeva speranzosa dietro l'angolo. Ogni volta però cercava di mettere a tacere quella poccola vocina,non voleva pensarci. Voleva credere che ormai fossero al sicuro, che se in tutti quegli anni Maurizio non le aveva trovate allora non lo avrebbe fatto neanche da quel momento in poi.
Però le cose erano andate diversamente. Nadia era lì che combatteva per la propria vita ferita da qualcuno. Nicolas non le aveva dato altre spiegazioni,le aveva solo detto che era stata sparata.
Qualcuno le aveva puntato addosso una pistola. Qualcuno aveva cercato volutamente di ucciderla. Tutte le sue paure si erano concretizzate. Che la porta del loro inferno personale si fosse riaperta? Maurizio le aveva trovate?
Iniziò a piangere disperata tentando di cancellare quei pensieri terribili e non si accorse del dottore che era appena entrato nella sala.
<Signora?!>la chiamò cauto l'uomo. Magda sobbalzò colta alla sprovvista e si avvicinò velocemente al medico in camice bianco afferrando le sue mani<Come sta dottore? Come sta la mia bambina?>
<Il peggio è passato.>Cominciò lui<Il proiettile è stato estratto senza problemi e non ha danneggiato alcun organo. Anche l'emorragia è stata fermata. Posso dire che sono stati entrambi molto fortunati.>
Magda inclinò la testa di lato con aria confusa<Entrambi?>
Nello stesso momento Nadia stava iniziando a riprendere conoscenza. Aprì lentamente gli occhi nella stanza totalmente bianca,quasi accecante. Si sentiva debole come se una forza misteriosa le avesse risucchiato tutta la sua energia. Udiva dei rumori. Forse erano voci. Si ,erano decisamente delle voci e una di quelle le era molto familiare. Riconobbe Magda,ma non il suo interlocutore .Fece vagare lo sguardo finché riusci a vederla.
Era visibilmente agitata,ma dalla sua posizione non riusciva a intravedere l'atro, del quale poteva però sentire chiaramente ciò che diceva.
<Sia la madre che il bambino non corrono più alcun rischio. Certo se starà completamente a riposo>continuò l'uomo osservando la sua cartella clinica.
<Sia la madre che il bambino?>
Ambedue le donne sgranarono gli occhi sbalordite.
<Non era a conoscenza della sua gravidanza?>Chiese il dottore osservando la donna da sopra gli occhiali spessi.
Nadia era sconvolta.
Gravidanza.
Quella parola le arrivò dritta il cuore facendo accelerare i suoi battuti cardiaci.
Quella rivelazione cambiava ogni cosa.
Seppur fino a quel momento la sua vita valeva poco o niente,non poteva più essere così. Dentro di lei c'era un'anima innocente e spettava a lei proteggerla.
<Magda.>La chiamò,ma era così debole che nonostante lo sforzo quello che ne uscì fu un lieve mormorio.<Magda>Riprovò e ogni lettera sembrava graffiarle la laringe procurandole dolore.
Chiuse gli occhi cercando di recuperare le energie. Con enorme fatica riuscì ad attirare l'attenzione di Magda.
<Piccola mia sei sveglia?! Come ti senti?>Chiese avvicinandosi e sfiorandole la mano.
<Dobbiamo... Andare..>Provò nuovamente a parlare ,ma lo il tentativo le provocò un attacco di tosse .
<Non parlare tesoro. Non sforzarti.>
Scosse il capo stringendo forte gli occhi. Non avevano tempo da perdere.<Dobbiamo andare via.>Disse ancora,ma per l'ennesima volta il risultato fu un sussurro impercettibile.
Magda avvicinò l'orecchio alla sua bocca sperando di comprendere ciò che le volesse dire.
<Dobbiamo andare via.>Affermò con gran sforzo.
<Andare via? Siamo in ospedale ti stanno curando puoi stare tranq..>
<No.>La interruppe con voce acuta<Federico.>pronunciò quel nome come se stesse parlando del diavolo in persona.
<Federico?>Chiese perplessa la donna
<È stato lui.>Ingoiò un fiotto di saliva e anche quel semplice movimento le inflisse fitte di dolore atroci<Lui mi ha sparata.>
Magda sbarrò gli occhi portandosi una mano davanti la bocca incredula.<Federico.>Ripeté<Federico.>Solo a sentire quel nome sentiva brividi freddi correrle lungo la schiena.
Si rivolse al dottore che assisteva incuriosito alla scena senza capire cosa stesse succedendo<Dobbiamo trasferirla.>Gli disse lei imperativa.
L'uomo sgomento pensò di aver capito male.
<Mi ha sentita? Dobbiamo trasferirla subito in un altro ospedale.>Affermò risoluta senza riuscire a tenere a freno il panico che la stava assalendo.
<Signora forse non ha ben inteso. È vero che sono fuori pericolo,ma la signorina è stata appena colpita da un proiettile,per di più è in stato di gravidanza. Deve stare al più completo riposo. Un viaggio adesso potrebbe danneggiare sia lei che il bambino.>spiegò sperando di convincerla che quella fosse davvero un'idea stupida.
<È lei a non intendere.>Sbottò Magda sempre più nervosa<Solo andando via da qui avranno la possibilità di stare bene. Se restano saranno in pericolo.>
Il medico continuava a fissarla con un'espressione confusa.
Magda prese un respiro profondo e si avvicinò a lui recuperando un po' di calma<Mi ascolti. La persona che le ha fatto questo>Iniziò indicando Nadia<non si fermerà qui. Dobbiamo andarcene subito. E cosa più importante nessuno deve saperlo. Non dovrà dire una parola,ha il segreto professionale o quel che è giusto? Tutti devono credere che lei sia morta,lo capisce vero?>
L'uomo osservò la ragazza che sembrava pregarlo disperatamente con gli occhi <Va bene.>Disse<Preparo tutto.>Così andò via.
Magda tornò accanto al lettino<Tesoro vado a dire a Dominic di organizzarsi ,torno subito.>Detto quello uscì a passo svelto dalla stanza e tornò da suo marito che era seduto nella sala d'attesa con la testa tra le mani.
<Dominic>Lo chiamò correndo verso di lui. Preoccupato l'uomo si alzò in fretta andandole incontro.<Cos'è successo?Come sta Nadia?>
<Sta bene.>affermò con affanno<Ma dobbiamo andare via. Torna a casa e prendi lo stretto necessario. Appena ho la destinazione ti chiamo subito.>
<Che cosa...>
<Ti spiegherò tutto dopo,te lo prometto,adesso non abbiamo tempo. Fa come ti ho detto. Ti prego.>
Dominic anche se un po' titubante prese la giacca e uscì dall'ospedale diretto verso casa.
Non ci volle molto prima che i documenti per il trasferimento fossero pronti. Il dottore si era messo subito a disposizione avendo capito che la situazione era molto grave e pericolosa.
Così misero Nadia in ambulanza e in gran segreto partirono per la nuova destinazione. Non importava il luogo, città o paese ciò che contava era che fosse lontano da lì.
Le due settimane successive Nadia fu tenuta sotto osservazione nel nuovo ospedale. Volevano essere certi che non vi fossero rischi né per la madre, né per il feto.
Magda e Dominic nel frattempo avevano trovato una casetta perfetta per loro,proprio di fronte al mare in un piccolo paesino tranquillo.
Quando finalmente Nadia fu dimessa poté entrare nella loro nuova dimora e ne fu piacevolmente sorpresa.
Amava il mare,anche se per lei rappresentava un ricordo discordante . Un ricordo che aveva condiviso con lui. Un ricordo amaro ma che nascondeva qualcosa di dolce.
Una mattina poco prima di recarsi a fare l'ecografia di routine la ragazza chiamò Magda nella sua stanza. Doveva dirle ciò che sentiva . Doveva metterla al corrente della decisione che aveva preso,anche se avrebbe fatto del male ad entrambe.
La donna si accomodò sul letto e guardò con preoccupazione Nadia sul suo volto poteva leggere una tristezza infinita.
<Tutto bene tesoro? Avverti qualche dolore?> Le chiese davanti al suo silenzio.
La ragazza scosse il capo<Nessun dolore.>Rispose e si avvicinò alla finestra che dava direttamente sul mare. Ispirò a fondo asciugando una lacrima fuggitiva e prese il coraggio di spiegare<Ho deciso che non terrò il bambino.>Disse d'un fiato e nonostante fosse di spalle riuscì ad immaginare l'espressione di Magda. Doveva essere sconvolta ...e ferita.<Questo bambino merita una famiglia migliore,una mamma migliore.>
<Tesoro tu sarai..>
<So che cosa vuoi dirmi.>La fermò senza voltarsi,non aveva la forza di affrontare quel discorso guardandola negli occhi<Apprezzo molto la fiducia che hai in me,ma non voglio rischiare. Non con una vita che deve ancora venire al mondo. Sono nata e cresciuta senza l'amore dei miei genitori. Non ho mai saputo cosa volesse dire avere una vera famiglia. Darsi il bacio della buonanotte prima di andare a dormire e dirsi buongiorno al risveglio. Poter ricevere un abbraccio sincero nei momenti più difficili. Non voglio essere la sua rovina.>
Abbassò la testa addolorata.
Magda asciugò in fretta le lacrime con la manica,quella notizia le diede la stessa sensazione di vuoto d'aria che si percepisce durante il decollo. Si avvicinò a Nadia e le mise una mano sulla spalla. Anche se non condivideva quella scelta,non poteva obbligarla a cambiare idea. Le sarebbe stata accanto,ben conscia che quella decisione faceva male più a lei che a se stessa.<Non dirò più nulla se questa è la tua scelta. Se sei sicura allora faremo come dici. Sono sempre qui per te. Sempre.>
Nadia si voltò abbracciandola e lasciandosi andare ad un pianto disperato.

I giorni passarono.
I mesi passarono.
Il ventre di Nadia aumentava sempre di più. Quando si avvicinò al quinto mese il piccolo esserino dentro di lei iniziò a far sentire la sua presenza. Prima con piccolo colpetti appena percettibili, poi sempre più forti. Nadia trascorreva le sue giornate seduta sulla spiaggia con il mare di fronte e la brezza leggera a sfiorarle il viso. Accarezzava la pancia parlandole dolcemente.
Era una sensazione indescrivibile. Non si sentiva più sola .
Ben presto il rapporto speciale tra madre e figlio si fece sempre più intenso,mettendo in dubbio la sua scelta precedente.
Arrivarono i primi dolori,fitte che le facevano mancare l'aria.
<Sembra che voglia nascere.>esclamò felice Magda raggiungendola.
<Impossibile. Mancano ancora due settimane.>disse spaventata. Non era ancora il momento.
<Non sempre in natura tutto è preciso. Può capitare che un bambino nasca prima del dovuto.>La consolò accarezzandole la schiena.
Nadia iniziò a respirare sempre più velocemente mentre i dolori la costringevano a reggersi alla parete.
<Dobbiamo andare in ospedale.>Asserì Magda recuperando tutto il necessario.
<Aspetta.>Le afferrò la mano per fermarla<Non voglio lasciarla andare. Lei è mia figlia ed io non voglio..>
<Non c'è bisogno che tu dica altro. >La donna non sembrava affatto sorpresa di quel cambio di decisione. Nelle ore successive Magda non la lasciò un secondo e oltre all'agitazione per il parto imminente nella sua mente aleggiava la domanda che si era posta spesso in quell'ultimo periodo.
Chi era il padre? E che tipo di rapporto c'era tra di loro? Nadia non ne aveva mai fatto parola e lei non aveva domandato nulla per non ferirla. Era certa però che la ragazza non volesse più avere quell'uomo al suo fianco.
Quei quesiti trovarono la loro risposta tra le grida del pianto della bambina appena nata. Magda la guardò con dolcezza specchiandosi in quelle pozze color del ghiaccio e non ebbe più dubbi.

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