"La bambina osservava estasiata le pagine sgualcite del libro che aveva tra le mani.
Anthony glielo aveva donato qualche giorno prima dicendole <Questo è il mio libro preferito, L'ho ricevuto da mia nonna ed ora voglio darlo a te. Custodiscilo con cura>
Da quel momento era diventato per lei un tesoro inestimabile, temendo persino di rovinarlo anche solo sfiorandolo.
<Magda cos'è il mare? >. Chiese guardando la sirenetta che insieme al suo amico pesciolino sorrideva felice.
<Mmh. Immagina tantissima aqua nello stesso posto. >la donna non sapeva come spiegarlo ad una bambina di sette anni che non aveva mai oltrepassato la soglia di quella casa.
<Come quando riempio la vasca per fare il bagno? >Chiese serafica, spinta dalla curiosità genuina della sua età.
Magda la guardò regalandole un dolce sorriso<Molto molto più grande. Immagina una distesa di acqua e non riuscire a vedere neanche la sua fine.>
<Wow!> Esclamò estasiata.
<Ah e non dimentichiamo la parte più importante, è acqua salata.>
<Acqua salata? E chi lo ha messo il sale?>
La donna rise<Nessuno. È stato creato così. È davvero meraviglioso e spero che un giorno tu possa vederlo tesoro! >le accarezzò la testa lasciandole un bacio sulla fronte ."Nadia rivisse quel momento nella sua mente in modo così cristallino da sembrarle di rivedere il viso di Magda davanti a sé .
Rimpiangeva quell'innocenza così vera, così spontanea, così lontana dalla persona che era diventata.
Quell'ingenuità che ancora non si era scontrata brutalmente con una realtà tanto difficile da accettare quanto da vivere.
Ripensò a quel libro che giaceva nel cassetto del comodino nel suo appartamento. Era lì da anni ormai, non osava toccarlo per paura di perdere anche l'unico ricordo che aveva di lui.
Osservò con un sospiro triste la sabbia che scivolava tra le sue dita mentre alcune gocce di pioggia iniziarono a scendere dal cielo.
Non sapeva dire da quanto tempo era lì, ferma ad osservare il mare, immersa in quell'atmosfera quasi magica. Alzò il viso e guardò le nuvole grigie sulla sua testa,in poco tempo l'aria era diventata cupa ed anche il vento iniziò a soffiare con più forza.
Avrebbe voluto restare lì per sempre e fermare i suoi pensieri a quel momento,ma il cielo non era del suo stesso parere.
<Al diavolo la pioggia! >Esclamò quando l'acqua iniziò a cadere sempre più abbondante. Si levò velocemente ed iniziò a correre verso le scalette che portavano al parcheggio. Sembrava che qualcuno lo avesse fatto di proposito aprendo i rubinetti dando vita in un attimo al diluvio.
Entrò in auto con le scarpe tra le mani, i piedi ancora scalzi e i capelli gocciolanti.
Sentiva i vestiti fradici attaccati alla pelle farsi sempre più freddi e nel tentativo di trovare un po' di calura iniziò a sfregare le mani su gambe e braccia.
Nicolas osservò incuriosito i suoi movimenti, così alzò il riscaldamento dell'auto per consentirle di accalorarsi.
<Grazie. >Disse sorridente lei che ben presto iniziò a sentire il calore e smise di tremare.
L'acqua scendeva copiosa, fulmini e lampi si alternavano nel cielo sempre più scuro, mentre l'auto andava avanti per la sua strada.
Ben presto nell'abitacolo si diffuse un dolce tepore e Nadia si mise comoda osservando fuori dal finestrino il paesaggio che mutava velocemente, con il suono della pioggia come colonna sonora.
Nicolas sembrava non interessarsi al temporale e schiacciava con forza il piede sull'acceleratore. La ragazza si voltò ad osservare l'uomo al suo fianco soffermandosi sulla mandibola contratta e lo sguardo serio fisso sulla via. Teneva le mani strette intorno al volante tanto da rendere le nocche bianche .
Era certa fosse successo qualcosa, ma non valutò neanche l'idea di fargli domande, non era così masochista.Ben presto arrivarono alla villa, Nicolas scese, girò intorno all'auto e a passo svelto entrò.
Spinta dalla curiosità anche Nadia affrettò il passo per riuscire a stargli dietro e capire cosa stesse succedendo.
Quando varcò la soglia di casa, però, si pentì immediatamente di averlo fatto perché lo spettacolo che le si palesò davanti era tutt'altro che roseo.
Amir sosteneva per un braccio un uomo che con la testa china sembrava non avere neanche la forza di reggersi in piedi. La ragazza si fermò all'istante e il sangue le si gelo nelle vene quando il malcapitato si concesse al suo sguardo.
Guido con il viso tumefatto la osservò per qualche secondo, abbassando nuovamente la testa un attimo dopo.
Tutti troppo presi dalla faccenda non si accorsero della sua presenza e dopo aver scambiato qualche parola si allontanarono trascinando senza alcun tatto il povero disgraziato. Si fermarono di fronte alla parete opposta alla cucina sparendo dentro ad essa .
Nadia si avvicinò esterrefatta, come poteva essere possibile che fossero svaniti nel nulla?!
Esaminò con estrema minuzia il muro e vide una minuscola maniglia quasi invisibile.
Era una porta che, dello stesso colore della parete, si confondeva perfettamente con essa, svanendo completamente una volta chiusa. Cosa aveva fatto Guido per essere ridotto così?! Non faceva parte della sua cricca?! Continuava a porsi quelle domande ancora ferma davanti alla superficie bianca. Sentiva il cuore battere freneticamente rimbombando nelle sue orecchie.
Una mano si posò sulla sua spalla cogliendola di sorpresa, così Nadia con uno scattò si liberò da essa.
<Tutto ok? >Le chiese Carlotta guardandola con apprensione.
<Si va tutto bene. Mi hai solo spaventata. >Si giustificò cercando di restare calma e celare le sue vere emozioni. Se la sua amica fosse arrivata solo qualche istante prima avrebbe assistito anche lei a quella scena straziante e con ogni probabilità l'avrebbe traumatizzata per tutta la vita.
<Sicura? Cosa c'è di tanto interessante in questa parete? >Domandò osservando il muro.
<Cosa? >Chiese distratta Nadia.
<Beh sono già cinque minuti che sei qui davanti. Non so cosa ci possa essere in un semplice muro da attirare così tanto l'attenzione. >Si avvicinò ancora un po' per guardarlo meticolosamente.
<Non c'è nulla di importante >Disse Nadia parandosi davanti a lei e occultandole la vista. <Stavo solo pensando ad una cosa. Andiamo in camera dai. >Cercò di essere il più convincente possibile e con una mano dietro la schiena la spinse gentilmente verso le scale. Non le avrebbe permesso di vedere ciò di cui lei era stata testimone.
Lasciò Carlotta sul letto e si chiuse nel bagno.
Si appoggiò alla parete lasciandosi cadere sul pavimento. Senza neanche accorgersene le prime lacrime iniziarono a scendere lungo il suo viso.
Si alzò in fretta, aprì l'acqua nella doccia e si mise sotto il getto ancora completamente vestita.
Voleva lavare via quella sensazione di colpevolezza che la seguiva ormai da anni, ma che in quel momento era più insopportabile che mai.Si sentiva sudicia, rea di non aver fatto nulla,inerme di fronte a quella scena macabra .
Era rimasta immobile senza muovere un muscolo ne dire una parola. Per l'ennesima volta si era ritrovata ad essere complice del male. Per l'ennesima volta si era comportata come un'ipocrita.
Poggiò le mani sulle piastrelle fredde e nella sua mente si materializzò il volto di Nicolas. Quell'espressione piena di rabbia e ferocia . Aveva già visto quello sguardo in passato, lo aveva sentito sulla sua pelle e a volte ancora bruciava nei suoi ricordi.
Colpì con il palmo il muro, adirata soprattutto con se stessa perché proprio lei che aveva visto ogni sogno, ogni desiderio infrangersi si lasciava ancora insidiare dalle illusioni.
Aveva davvero creduto che Nicolas fosse diverso da quella persona,che fosse migliore,ma non era così.
Chiunque faccia parte di quel mondo prima o poi dice addio alla propria umanità e lui non sarebbe stata un'eccezione.
Si era liberata di un mostro per avvicinarsi ad un altro e la cosa che più la spaventava era che nonostante tutto a quel mostro avrebbe voluto accostarsi sempre più.
Chiuse l'acqua, si spogliò dei vestiti bagnati e tornò in camera. Il rumore di sportelli chiudersi attirò la sua attenzione. Si affacciò alla finestra, stando bene attenta a rimanere nascosta dietro le tende e vide i tre uomini andare via.
Presa dall'eccitazione aprì l'armadio, indossò le prime cose che le capitarono a tiro e solo in quel momento si accorse dello sguardo confuso di Carlotta che seguiva ogni suo movimento.
<Mi è venuta molta sete. Torno subito. > Mentì uscendo dalla stanza senza dare altre spiegazioni e scese in fretta le scale.
Si fermò davanti alla parete bianca guardandosi intorno con circospezione e solo quando fu certa che non ci fosse nessuno nelle vicinanze aprì.
Scese il primo gradino e chiuse la porta dietro di sé, ritrovandosi completamente avvolta nel buio. Piano e accorta a non fare rumore appoggiò la mano sul muro e un passo dopo l'altro continuò il suo cammino.
Più si avvicinava alla fine dei gradini e più dentro di lei si faceva strada la consapevolezza di non sapere cosa avrebbe trovato .
Continuava a materializzarsi nella sua mente la possibilità che Guido non fosse più lì o, peggio ancora, che lei fosse arrivata tardi.
Scosse il capo energicamente cercando di eliminare quell'ultimo pensiero e arrivò alla fine della scala.
I suoi occhi non riuscivano a distinguere alcun oggetto a causa dell'oscurità così accese la torcia del suo telefonino e la puntò in ogni angolo della stanza.
Quando la luce illuminò il corpo riverso al suolo di Guido le sue mani iniziarono a tremare.
Era immobile in posizione supina con il viso rivolto verso la parete opposta.
Dopo lunghi secondi di indecisione dei colpi di tosse si diffusero nella stanza. Il rumore improvviso la fece sobbalzare,si concesse in lungo sospiro di sollievo e si avvicinò a lui.
<Guido? Ehi Guido. >Lo chiamò sottovoce nella speranza che fosse vigile.
Il ragazzo con estrema lentezza si voltò verso di lei e la osservò per qualche secondo .
<Nadia? >Chiese incredulo<Non dovresti essere qui. >Le disse tra i colpi di tosse causati dallo sforzo.
<Neanche tu dovresti essere qui. >Lo informò lei e con gentilezza gli mise un braccio sotto alla testa per permettergli di bere dalla bottiglietta.
<Vai via. >La pregò il ragazzo, ma Nadia non si mosse da lui<Se il capo ti trova qui non penso ne sarà felice. >
<Faccio quello che voglio. Ce la fai ad alzarti?>Guido scosse il capo. Nadia si osservò intorno alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarla a portarlo via di lì. Aveva bisogno di un medico e dal suono che faceva ad ogni respiro doveva assolutamente muoversi.
<So a cosa stai pensando. Non sperarci nemmeno. >Il ragazzo la guardò severo<Non ti permetterò di metterti nei guai. >
Nadia non ascoltò le sue parole e continuò a progettare il modo migliore per trasportarlo.
<Nadia. >La richiamò lui mettendo una mano sulla sua <Io ho sbagliato ed è giusto che paghi. Queste non sono cose che ti riguardano va via di qui prima che tornino. >Guido era davvero preoccupato perché in quei mesi aveva avuto modo di conoscere Nicolas e sapeva quanto fosse spietato contro chi tradiva la sua fiducia.
Non sapeva che tipo di rapporto intercorresse tra i due, ma non avrebbe mai lasciato correre dei rischi inutili ad una innocente, tanto lui era ormai spacciato.
<Chi dice cosa è giusto o sbagliato? Nicolas? Chi è Dio?>
Il ragazzo le sorrise grato.
<Cosa hai fatto?>Chiese lei dopo aver appoggiato il telefono sul pavimento.
<Sono una spia. >Affermò incolore.
Nadia che stava cercando di issarlo con tutte le proprie forze si fermò e lo guardò stupita.
<Impossibile>Esclamò ricominciando a muovere il ragazzo .
Guido alzò un sopracciglio esterrefatto<Non mi credi? Sono davvero una spia. >
Si fermò nuovamente e lo guardò dritto negli occhi<Ok sei una spia. Va bene, ma perché? >
Il ragazzo strabuzzò gli occhi di fronte a quella domanda tanto strana.
<Quello che voglio dire è che non sei il tipo di persona da tradire l'altro. Se lo hai fatto devi aver avuto un valido motivo. >Gli spiegò vedendo il suo sguardo confuso.
Lui non poteva credere alle parole che aveva appena sentito, ma prima che potesse risponderle la stanza si illuminò di colpo.
Nadia si coprì il volto con una mano accecata dalla luce e dopo qualche secondo volse lo sguardo alla porta.
Nicolas fermo sull'ultimo gradino osservava i due ragazzi con disprezzo.
Se lo sguardo di qualche ora prima le aveva suscitato paura quello che le stava concedendo in quel momento la faceva tremare dal terrore.
Subito dietro di lui arrivarono anche Massimiliano ed Amir che increduli assistevano alla scena.
Nadia, con le braccia intorno al corpo martoriato di Guido, restó immobile con gli occhi sgranati conscia di aver fatto un gran casino.

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Non Ti Odio
DragosteFuggire dal passato non è mai semplice. Quel buio che ti porti dentro è sempre lì,presente,come un'ombra,un'oscura entità che sarà con te eternamente. <<<Personaggi, eventi e luoghi sono interamente frutto della fantasia dell'autore. >&g...