LIII

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Il tempo sembrava seguire delle leggi tutte sue , in un sadico meccanismo di torpore che trascinava dietro di sé il tormento di un addio doloroso. Tutti gli occupanti della casa vivevano come marionette legate a fili invisibili. Svolgevano i loro compiti quotidiani come automi senza vita che si muovevano per inerzia. Avevano messo su un sorriso di circostanza, un'espressione di "tutto va bene" , ma che celava un sincero e triste "va tutto male". Nessuno di loro aveva avuto il coraggio di affrontare l'argomento,di parlarne.
Gli unici momenti in cui Nadia poteva finalmente dar sfogo a tutta la delusione,la rabbia, il rammarico che covava dentro era la notte. Quando tutti dormivano avvolgeva le braccia intorno alle gambe accostandole al petto e piangeva nella camera buia e silenziosa. Continuava a perdersi nei ricordi di quegli attimi passati con lui,quando tutto era perfetto. Ripensava ai suoi baci, alle sue dolci parole, a quanto fosse cambiato. Senza più quella barriera impenetrabile di diffidenza e risentimento eretta per tenere tutti lontani. Aveva visto un Nicolas tutto nuovo ed aveva finito per innamorarsene ancora di più ,se fosse possibile.
Accantonati per sempre suo zio,suo padre,la sua dannosa famiglia era uscita da quel labirinto di dubbi e paure, iniziando ad intravedere un po' di luce. Un po' di pace e perché no ... di felicità.
Ma ogni volta la realtà le sbatteva in faccia la sua durezza eliminando in un secondo un desiderio tanto bello quanto impossibile
Un blackout che spegneva ogni illusione catapultandola in un pozzo senza fine di oscurità.
Si sentiva rotta.
La sua anima era un vaso di cristallo schiantato al suolo. Finito per disintegrarsi in una miriade di frammenti acuminati così taglienti e dolenti che tentare anche solo di raccoglierli avrebbe causato ancora più ferite.
Si era detta più e più volte che quella era stata una scelta di Nicolas,che doveva aver avuto le sue ragioni e lei non poteva criticarlo, doveva accettarlo. Rassegnarsi all'idea che lui non voleva fare parte della sua vita. Ma ogni buon proposito finiva per sparire inghiottito dalla tristezza che non si decideva a scemare. Si dice il tempo cura ogni ferita , però lei sapeva bene che si trattava solo di belle parole che non rispecchiavano affatto la verità. Ci era passata più volte. Prima con la sua famiglia,poi con la perdita di Anthony quel dolore che ti porti dentro non ha un limite,non trova una fine, semplicemente resta lì a tenerti compagnia e a palesarsi proprio nel momento un cui ne hai meno bisogno .
Il suo unico rifugio sicuro era la sua bambina. Il frutto di un amore dannato.
Quando andare avanti si faceva difficile e insopportabile la prendeva tra le braccia stringendola a sé. Lei era l'unica in grado di alleviare quelle pene, come un raggio di tiepido sole che timidamente riscaldava il fragile fiore che aveva avuto la pazza idea di spuntare in una landa desolata e ghiacciata.
Anche quel pomeriggio seduta sulla spiaggia guardava il mare scuro davanti a lei sperando di perdersi nell'oblio. In un vuoto in cui tutti i ricordi e le paure non esistevano. Deve era lei a decidere il suo passato,il suo presente e il suo futuro.
Sulla sua testa imperversavano nuvole grigie, mentre in lontananza lampi di luce rischiaravano il cielo cupo, segno che il temporale presto sarebbe arrivato. Alzò gli occhi perdendosi in quella distesa plumbea asciugando in fretta una lacrima.
Magda poco più in là in piedi sul portico la osservava inquieta. Il clima era mutato in breve tempo. La temperatura si era abbassata notevolmente ed il vento aveva iniziato a sferzare con più forza.
All'ennesima folata rabbrividì ed aggiustò la giacca per coprirsi meglio.
<Che ci fai qui fuori? Tra un po' ci sarà un temporale.> Dominic l'aveva raggiunta ponendo delicatamente uno scialle sulle sue spalle. La donna strinse le labbra e lo guardò preoccupata<È ancora lì.>Disse indicando la figura di Nadia oltre il parapetto, a pochi passi da loro<Starebbe lì anche se venisse un uragano. Ogni volta che le chiedo come sta lei mi risponde bene. >
Dominic le prese la mano e se la avvicinò alla bocca baciandone dolcemente il dorso< Sai meglio di me come è fatta. È orgogliosa e soprattutto è così gentile che farebbe di tutto pur di non farci preoccupare.Preferisce serbare dentro di sé le sue sofferenze se questo può tenerle lontane da noi. E tu devi semplicemente essere te stessa. Starle vicino in ogni momento,farle capire che noi ci saremo sempre,se ha voglia di piangere,ridere o anche non fare nulla,guardare il mare in silenzio. Noi non ci muoviamo da qui.>
La donna lo sapeva bene. Era così sin da piccola,un bambina troppo sensibile che donava il suo cuore senza limiti a chi lo meritava . Lo aveva fatto con lei, lo aveva fatto con Anthony e con ogni probabilità lo aveva fatto con Nicolas.
<Vorrei poter fare qualcosa, qualunque cosa per non farla soffrire,ma...>
<Ma?>
Magda abbassò lo sguardo sui suoi piedi combattuta. Stava affrontando una difficile battaglia tra il suo cuore e la ragione . Voleva correre da lei,stringerla tra le sue braccia ,piangere insieme fino a quando esauste si sarebbero addormentate l'una tra le braccia dell'altra. C'era la ragione, però, che proprio non smetteva di tormentarla rammentandole ogni secondo quanto tutto quello che era successo fosse stato causato da una sua scelta sbagliata,costringendo i suoi piedi a rimanere ancorati a quell'asse sul pavimento.
Era l'unica da incolpare per aver distrutto quella quiete costruita a fatica.
Se non lo avessi chiamato... Se non gli avessi chiesto di raggiungerci le cose sarebbero andate diversamente .?...era la domanda che continuava a ripetersi e alla quale non riusciva a dare una risposta.
In qualche modo Nadia era riuscita ad andare avanti seppur con quel velo di tristezza nel suo sguardo che non l'aveva mai abbandonata.
L'aveva vista mutare, soprattutto dopo l'arrivo di Clarissa riusciva a guardare la vita in modo ottimistico,mettendo da parte almeno per un po' tutto il male con il quale era abituata a convivere.
Dominic le riservò uno sguardo confuso davanti al suo strano silenzio.
<E se dicessi la cosa sbagliata? E se non volesse vedermi?>
L'uomo le diede un colpetto sulla fronte e a Magda uscì un piccolo urlo, non per il dolore quanto per la sorpresa di quel gesto.
Dominic le sorrise amorevole < Dovresti davvero smetterla con queste tue strampalate congetture. Siamo le uniche persone che ha al mondo,siamo la sua famiglia. Credi davvero che lei possa odiarti?>
Magda con una mano sulla fronte incatenò i suoi occhi in quelli del marito, nonostante riuscisse a comprendere ciò che le voleva dire restava comunque combattuta.
Dominic allora sospirò osservandola serio, alzò le sopracciglia e con un cenno della testa la esortò a raggiungere la spiaggia.
Magda lo guardò implorandolo di andare al suo posto,con molta probabilità lui avrebbe trovato le parole giuste,sarebbe riuscito a darle il conforto di cui aveva bisogno.
Dominic allora incrociò le braccia al petto fulminandola con lo sguardo . Per lui era inaccettabile che lei avesse quei dubbi ridicoli.
Magda tentennò qualche altro istante,ma di fronte alla sua espressione irremovibile si mosse.
L'uomo sciolse le braccia che caddero penzoloni intorno ai fianchi. Avrebbe fatto di tutto per preservarle dal dolore,ma poteva fare ben poco.
In quei quattro giorni aveva provato a contattare Nicolas diverse volte, in differenti momenti del giorno e della notte,ma alla fine era riuscito ad ottenere solo la voce registrata che lo informava che il telefono fosse spento. Suo figlio aveva deciso di recidere ogni legame con loro e lo aveva fatto nel peggior modo possibile. Li aveva lasciati lì con l'amaro in bocca senza una parola,una spiegazione. Era stato insensibile doveva ammetterlo,ma non gliene poteva farne una colpa. Quel ragazzo non aveva mai avuto una vita normale,non aveva avuto una madre né un padre, né una casa. Aveva vissuto un'esistenza nulla. Era arrivato il momento di smettere di alimentare delle illusioni, quella che lui potesse tornare da loro era solo una speranza vuota.

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