XXXIII

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Nicolas seduto alla scrivania del suo ufficio tamburellava con le dita sul legno scuro, impaziente. Erano ormai passate un paio d'ore da quando aveva ordinato a DoppiaW di trovare qualsiasi informazione su quella Nadia De Rienzo.
Un attimo prima pensava di essere troppo paranoico. Tentava di convincersi che i suoi sospetti erano assurdi. Che esistevano altre centinaia di persone con quel nome. Ma non riusciva a tranquillizzarsi,perché l'attimo dopo ripercorreva tutta la sua vita. Ricordando a se stesso che mai una volta lo aveva premiato e sicuramente non lo avrebbe fatto neanche in quell'occasione.
Si portó una mano sugli occhi sospirando.
Dei colpi alla porta gli fecero alzare lo sguardo per vedere Massimiliano affacciarsi.
<Capo, Amir ci ha chiesto di recarci al club. >Lo informò raggiungendo la scrivania.
<Perché? >
<Non lo ha detto ma mi è sembrato qualcosa di serio. >

Qualche minuto dopo stavano percorrendo il corridoio che portava alla piccola stanza posta in fondo allo stabile.
Varcata la soglia trovarono Gennaro seduto su una poltroncina, con testa ed un braccio fasciato, mentre al suo fianco accigliato c'era Amir.
Fu lui il primo ad accorgersi dei nuovi arrivati e toccò la spalla del ragazzo per farlo voltare.
<Che cosa è successo? >Chiese Massimiliano scrutando con attenzione i volti dei due.
<Perché li hai chiamati?>Domandó Gennaro a denti stretti. <Ti ho detto che non è nulla. >Aggiunse visibilmente risentito.
<Facciamolo decidere a lui. >Gli rispose incrociando le braccia al petto e indicando con lo sguardo Nicolas che prese posto su una sedia.
Puntó gli occhi sui due e chiese<Quindi?Cosa sta succedendo?>
<Parla. >Lo esortó Amir.
Gennaro sospiró e un pò titubante iniziò a raccontare. <Ieri notte sono stato aggredito. >
<Quale ragazza hai infastidito? >Chiese sornione Massimiliano.
Il ragazzo lo filminó con lo sguardo e proseguì<Ero in auto con Miriam, una delle ragazze che lavorano qui e in un attimo siamo stati accerchiati da parecchie persone. Sono sceso per dar loro una lezione, ma non è stata una buona idea. Quando ho capito che non ce l'avrei fatta mi sono rimesso in auto e in qualche modo sono riuscito a scamparla.>
<mmmh impossibile che si tratti di qualche ragazzo geloso. Quindi chi è stato? >Chiese Massimiliano avvicinandosi.
<Non lo so. Era molto buio quindi era impossibile vedere i loro volti,ma...>
<Ma? Cazzo parla. >
<Se solo tu me ne dessi il tempo. >Lo rimproveró piccato Gennaro. <OK partiamo dal principio. Frequento Miriam da un pò di tempo e sono mesi che ci incontriamo quando finisce di lavorare. Sale nella mia auto e andiamo in questo vicolo non molto distante, ma completamente isolato. Ogni volta alla stessa ora e l'unica altra persona a saperlo oltre noi due è... Angela>
<Stai dicendo che Angela ha mandato qualcuno a picchiarti? >Chiese Massimiliano confuso.
<Angela non ha i mezzi per farlo.>Constató Amir.
<Già! Lei no, ma qualcun altro si.>
<Chi può essere così idiota da dar retta a quella puttana? >
<C'è dell'altro. >Intervenne Gennaro ricordando un particolare<Quando sono ripartito ho sentito uno di loro dirmi di smettere di ficcanasare nei loro affari. >
<Ficcanasare nei loro affari?! >Ripeté pensieroso Massimiliano.
<Qualcuno voleva darci un avvertimento>appuró Amir.
<Un avvertimento? A noi? Chi sarebbe tanto folle da dare un avvertimento a noi? Ferro? >
Nicolas scosse il capo negando<Sta perdendo troppi soldi gli servo al momento.>
<E allora chi? E di quali affari parlava? >
<Non ne ho idea. >Rispose Gennaro <Io non faccio nulla di diverso dal solito. A meno che... >
<A meno che? >
<Noi ci occupiamo sempre degli stessi affari, ma negli ultimi giorni ci siamo interessati a qualcosa di molto diverso. >
<Davvero? >Chiese Massimiliano inclinando di lato il capo. Forse stavano facendo qualche lavoro del quale non era a conoscenza.
Amir si passò una mano sul viso spazientito<Davvero non ci arrivi? Sta parlando dei bambini che sono scomparsi. >
Il ragazzo ci pensó un pò su e poi annuì molteplici volte <È vero. Cazzo! Hai ragione. Quindi.. >camminó per la stanza assottigliando gli occhi<Se è come sospettiamo Angela si è alleata con i colpevoli dei rapimenti e quindi se troviamo lei troviamo anche chi c'è dietro a tutto questo. > si fermò di colpo sfoggiando un largo sorriso<Se troviamo quella puttana troviamo loro. >In un secondo però la sua espressione mutó<Cazzo! >sbraitó tirando un pugno contro la parete<Non potevate dirlo prima? >
Si voltò verso Amir e Gennaro che lo guardarono disorientati .
<Quella puttana era alla villa solo qualche ora fa. Ce l'avevamo sotto il naso. >
<È venuta alla villa?>chiesero all'unisono. <perché? >
<Perché?> Massimiliano rifletté, ma in effetti non conosceva la risposta <Già perché? >Chiese rivolto a Nicolas.
L'unica persona con la quale aveva parlato era Nadia, possibile che lei c'èntrasse in tutto quello?!
<Trova Angela e seguila. Controlla ogni suo movimento e soprattutto le persone che incontra. >ordinò Nicolas aggirando volutamente la domanda.
Era davvero tutto troppo strano. Non aveva la minima idea di chi ci fosse dietro a tutti quegli eventi. Angela non era così furba e la sua ossessione per lui l'aveva portata a seguire qualcuno pur di ottenere la sua vendetta. Ma la domanda che continuava a porsi era che ruolo giocava Nadia in tutto quello.
Estrasse lo smartphone  dalla tasca incapace di attendere oltre.
<Stavo proprio per chiamarti >Lo anticipó la voce all'altro capo del telefono<Ho tutto! >Lo informò doppia W con una strana eccitazione.
<Mettetevi al lavoro. >Comandó prima di lasciare la stanza e raggiungere l'auto.

<Non è stato facile trovare delle informazioni>Lo informò DoppiaW appena mise piede nel suo appartamento <C'era davvero poco sia da bambina che da adolescente finché poi a diciott'anni ha cambiato cognome prendendo quello della madre. >Esordì consegnandogli un plico di fogli <Ma finalmente è la strada giusta.>Esclamó entusiasta<Non ci posso credere. È da quando ti conosco che cerchiamo qualcosa su Tommaso De Rienzo e adesso ti è stato servito su un piatto d'argento >
Nicolas lesse le informazioni serrando le mascelle.
<Ce l'hai fatta >Disse ancora il ragazzo, ma l'uomo non lo degno di uno sguardo e subito uscì dalla casa.

Per tutto il tragitto  sentiva una strana stretta al petto. Qualcosa di mai provato. Non si era mai fidato di nessuno, non avevo permesso mai ad alcuno di avvicinarsi a lui.
Mai.
E aveva di deciso di farlo proprio con la persona sbagliata. Ci era cascato in pieno. Nel sadico gioco che aveva messo in moto Nadia lui aveva interpretato  il ruolo dell'idiota e gli stava a pennello .
Spinse a fondo l'acceleratore sfrecciando sulla strada.
A passo svelto entrò in villa, la cercò in cucina, nel soggiorno e poi la vide nel giardino con in mano un libro.
Aprì la portafinestra e si fermò a qualche metro da lei.
Nadia alzó gli occhi dal libro e gli sorrise, poi osservò la sua espressione e gli angoli della bocca si abbassarono. Era successo qualcosa.
La lunga lista di brutte notizie non era ancora finita.
Nicolas lanciò i fogli che andarono ad atterrare alla rinfusa ai piedi di lei.
Nadia corrucció la fronte e ne raccolse uno.
Il nome di sua madre appariva in grassetto sulla pagina in bianco e nero dove faceva bella mostra anche una sua foto durante un evento. Prese un altro foglio e questa volta c'era il suo di nome.
Raccolse ad uno ad uno tutti i fogli sparsi sul prato e sentiva gli occhi bruciare.
Nicolas aveva cercato informazioni su di lei. Lui sapeva della sua famiglia.
Perché?
Perché lo aveva fatto?
Ma soprattutto perché in quel momento la guardava come se avesse davanti il nemico da abbattere?
<Cosa significa tutto questo? >Chiese Nadia con un filo di voce<Perché...? >
<Dimmelo tu. >La interruppe lui brusco<Perché?>Domandò alzando un sopracciglio.
Nadia lo guardò sconcertata.
<È stato divertente? >Chiese lui avvicinandosi <Sono caduto nella tua squallida rete e adesso? Qual è il tuo scopo? >
<Cosa? >Nadia era attonita.
Nicolas si lasciò andare ad una fragorosa risata, poi puntò i suoi occhi in quelli di lei, la bocca chiusa in una linea serrata <Per quanto ancora hai intenzione di recitare.? Dimmi cos'è che vuoi? >
La ragazza scosse il capo incredula. Proprio non riusciva a capire cosa stava succedendo. Non riusciva a capire di cosa la stesse accusando esattamente, ma di sicuro in tutto quello c'entrava suo padre <Tu conosci Tommaso De Rienzo? >
Nicolas strabuzzó gli occhi, in un attimo fu davanti a lei e la sua mano a stringerle la gola. <Ho detto che è il momento di smetterla. >Comandó a denti stretti.
<Nicolas fermati... >Disse a fatica la ragazza tentando di liberarsi dalla sua presa ferrea<Io.... Non... >Diede qualche colpo di tosse<Non capisco. >
Le mani di lui si stringevano sempre di più intorno alla sua pelle e i suoi polmoni riuscivano a prendere sempre meno aria. Era una sensazione terribile, a poco a poco le forze iniziarono a mancarle e proprio in quel momento la presa si allentó.
Si ritrovò sulla panchina arrancando aria.
<Sparisci >Tuonó voltandole le spalle.
<Aspetta.. >Lo scongiuró con un filo di voce.
<Sparisci o ti uccido io stesso. >
<No. >Urlò rimettendosi in piedi. <Fammi almeno capire che cosa ho sbagliato. >
<Tu! . >Lo sguardo di Nicolas era iniettato di sangue <Vuoi proprio morire. >
<Che cosa ho fatto? >Gridò ormai esasperata.
<Davvero non lo sai? Non sei venuta qui per finire il lavoro di tuo padre? Non sei venuta qui per finire di distruggere quel ragazzino rinchiuso in un dannato seminterrato? >
Fu allora che Nadia capì e sentì la terra mancarle sotto i piedi.
Non poteva crederci.
Non era possibile.
Non poteva essere lui.
Nicolas non poteva essere quel ragazzo.
No!
La gola stretta in una morsa, occhi arrossati sul punto di scoppiare e il cuore che martellava quasi dolente.
Finalmente riusciva a capire la sua rabbia e non poteva biasimarlo.
Lei rappresentava tutto ciò che più odiava al mondo! La radice del male nella sua spietata esistenza!

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