XLII

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Dopo aver ricevuto la busta che conteneva il luogo dell'incontro Nicolas aveva chiamato a raccolta tutti i suoi uomini. Conosceva bene la Baita. Aveva mappato tutto il posto negli anni in cui aveva cercato Tommaso. Vi era andato in diverse occasioni e, anche se ogni volta la trovava vuota ,sapeva che prima o poi gli sarebbe tornata utile. Aveva creato sentieri nascosti tra gli arbusti, conosciuti solo da lui e dai suoi uomini, proprio in previsione di  un aiuto futuro e quella che gli si era presentata era la giusta opportunità di sfruttarli. Sorrise al solo pensiero di Federico.
Se lo immaginava orgoglioso di averlo attirato in trappola, inconsapevole però del fatto che le cose gli si sarebbero ritorte contro. Il piano era semplice,anche sin troppo. Nicolas avrebbe attirato la loro attenzione facendo credere di essere andato lì completamente da solo, nel frattempo i suoi uomini divisi in tre gruppi lo avrebbero raggiunto da quei sentieri segreti. Dopo diversi minuti di discussione e munito di giubbotto antiproiettile come protezione aveva raggiunto la sua destinazione pronto a far partire il suo piano. Solo in quel momento però ,con Nadia tra le sue braccia e il cuore che doleva ,aveva capito quanto si fosse sbagliato.
<Nadia sono qui ok? Svegliati... Svegliati cazzo. >La voce tremava mentre la scuoteva cercando di svegliarla, ma la ragazza non faceva più alcun movimento.
Sulle loro teste, nel punto in cui avevano iniziato la loro caduta si udìva l'alternarsi degli spari. Come una pioggia di fuochi d'artificio che allietava la fine di una festa. Lo scontro a fuoco diveniva sempre più intenso mentre voci concitate e indistinte si facevano strada tra il frastuono.
Nicolas fissò il viso di Nadia con apprensione,colpevolezza e puro terrore.
Terrore di perderla. Terrore di non aver avuto la possibiltà di rimediare agli errori che aveva compiuto.
Si era prodigato così tanto per allontanarla da lui,si era ripromesso di eliminarla completamente dalla sua vita. Ma lì,con la schiena accostata al tronco dell'albero,le mani sporche del suo sangue e il suo corpo esanime su di lui si era reso conto di quanto tutte le considerazioni precendenti fossero profondamente sbagliate. Come un uragano quei sentimenti di amore,di perdita lo stavano travolgendo e lui era paralizzato , pietrificato da tutto ciò.
<Capo. >Massimiliano trafelato li aveva raggiunti . Aveva visto la loro caduta da lontano ed era corso in loro soccorso
<Capo!>richiamò di nuovo l'uomo che però con sguardo assente sembrava perso nei propri pensieri.<Nicolas >Urlò ridestandolo<Cosa cazzo è successo?..> Chiese con gli occhi fissi  sul corpo di Nadia e sulla pozza di sangue accanto a lei.
Dal punto in cui aveva assistito alla scena non aveva visto che la ragazza era stata ferita e quella scoperta lo colpì per qualche istante.
< Non doveva andare così. >Disse in un sussurro Nicolas. Parlando più a se stesso che al ragazzo in piedi davanti a lui. Scuotendo il capo ritmicamente non riusciva ad accettare quella situazione.
<Capo>Questa volta Massimiliano si era abbassato per poterlo guardare in viso e ridestarlo da quello stato di shock.
Nicolas come scosso sgranò gli occhi , puntò il suo sguardo sul ragazzo e indurì le mascelle<Portala in ospedale il più velocemente possibile. Chiama i migliori medici. Fa in modo che non muoia. >
Massimiliano era confuso e aggrottò le sopracciglia .
<Hai capito? >Sbraitò l'uomo facendolo sobbalzare.
<Si, ma.. Tu dove vai? >
<A prendere quel bastardo. >con estrema deicatezza mise Nadia tra le sue braccia,anche se lasciarla ad un altro uomo gli stava costando molta fatica<Muoviti non c'è tempo da perdere. >
Massimiliano annuì con il capo ed iniziò a correre per raggiungere la sua auto. Non era la prima volta che si trovava di fronte ad una persona ferita, ma non si era mai sentito in quel modo. Era ansioso e spaventato. Non voleva che Nadia morisse e non riusciva neanche ad immaginare quanto ne sarebbe stata devastata Carlotta. Affrettò ancora di più il passo stringendo a sé la ragazza.

Nicolas afferrò la pistola e guardò verso l'alto. Nel frattempo il trambusto si era trasformato in eco lontane e rimbombi che si perdevano tra le fronde. A grandi falcate salì fino al luogo dove era ancora parcheggiata la sua auto. Vide l'ombra di qualcuno sparire tra gli alberi alla sua sinistra e senza neanche pensarci la seguì. Aveva convissuto con la brama di regolare i conti con Tommaso e chiunque avesse a che fare con lui da quando ne aveva ricordo ,ma mai aveva sperimentato un odio tanto profondo. Non si trattava più di vendetta personale,voleva solo trovare quell'uomo. Scuoiarlo vivo,inebriarsi delle sue grida di dolore e vederlo lentamente perire tra le sue mani. Allora,e solo allora,avrebbe potuto lenire quel dolore lacerante che sembrava trapanare il suo stomaco. Continuò la sua corsa sino a raggiungere Amir che con affanno si era fermato guardando in lontananza davanti a sé.
<Dove sono?>Gli chiese avvicinandosi.
<Sono riusciti a svignarsela. Avevano già un piano di fuga. Eccoli>Indicò un punto tra il buio della foresta, interrotto solo da piccoli lampi di luce.<Sono i fari dei loro quod. Li tenevano in un capanno poco sotto la Baita,pronti all'uso .>L'uomo sputò al suolo visibilmente infuriato.
Nicolas strinse le mani a pugno respirando a fondo,poi fregandosene del buio si infilò tra gli alberi correndo come non aveva mai fatto. Nonostante tutti i suoi sforzi però i fari si facevano sempre più lontani. Piccoli puntini che poco dopo scomparvero completamente.
L'uomo si appoggiò al tronco ormai privo di fiato. Si raddrizzò mettendo le mani sulle anche.Cosa aveva combinato?!
Aveva totalmente dimenticato il primo insegnamento che Walter gli aveva ripetuto fino allo sfinimento.

"<Ragazzo non essere presuntuoso,anche il migliore dei piani potrebbe non andare come hai programmato . Per quanto possiamo pensare o tentare di prevedere ci saranno sempre delle variabili,e quelle variabili possono costarti caro.>"

<Cazzo>gridò colpendo con forza la ruvida corteccia. Era stato troppo arrogante e tutto era andato a puttane.
Non solo erano riusciti a fuggire,ma cosa più importante l'unica persona che avesse mai davvero contato nella sua misera esistenza era ora in pericolo di vita, solo ed unicamente a causa sua.
Si voltò di scatto cercando di orientarsi nell'oscurità della foresta, per arrivare alla sua auto e raggiungere finalmente Nadia per non lasciarla più.
Accese il motore e subito partì a tutta velocità. Durante tutto il tragitto l'immagine di Nadia priva di sensi sembrava essersi impressa sulla sua retina come una fotografia. Odiava se stesso,odiava la sua vita.
Poi all'improvviso gli venne in mente Magda. La donna che lo aveva messo al mondo,la donna che gli aveva sorriso solo poco tempo prima non lo avrebbe mai perdonato. Non c'erano scuse per quello che aveva fatto a Nadia.
Afferrò il telefono e fece partire la chiamata. Per la prima volta dopo molto tempo si sentiva spaventato e ad ogni trillo le parole sembravano scappare in qualche angolo remoto della sua testa.
<pronto?!>Sentì la voce femminile all'altro capo e il respiro gli mancò.
<Pronto?!>Disse ancora Magda con sguardo accigliato. Osservò lo smartphone e vide che la chiamata era ancora in corso. Che fosse uno scherzo?! Si chiese accostandolo nuovamente all'orecchio.
<Magda.>La voce di Nicolas era così bassa,a stento udibile.
<Figlio mio.>la donna mise una mano sulla bocca trattenendo a fatica le lacrime. Mai avrebbe pensato di ricevere una sua chiamata<È così bello sentirti.>Ammise tirando su con il naso.
Nicolas si sentì persino peggio di prima , perché la loro prima telefonata sarebbe stata la più brutta che lei avrebbe ricevuto.
<Nadia è..>Le parole gli morirono rimasero pronte ad uscire,ma senza riuscirci.
Magda si poggiò al piccolo mobiletto al suo fianco,il tono di voce e quella chiamata improvvisa facevano presagire solo brutte notizie.
<Nicolas.>pronunciò il suo nome con estrema lentezza e con un nodo alla gola che la facevano respirare a fatica<Cosa è successo a Nadia? Come sta? Dov'è?>
L'uomo strinse con forza il volante e permette ancora di più il piede sull'acceleratore<È stata ferita .>Disse stupendosi della calma nella sua voce<È in ospedale adesso.>
Magda sgranò gli occhi e il telefono le cadde dalle mani. Il suo incubo,quello più ricorrente ,era diventato realtà.
<Dominic.>Gridò sguaiatamente alla ricerca del marito. Salì in fretta le scale e passò in rassegna ogni stanza del secondo piano<Dominic.> Sbraitò ancora tornando al piano terra e correndo fuori. Le lacrime scendevano senza freni mentre attraversava il cortile.<Dominic! Gridò ancora tra i singhiozzi<Domin...>Si fermò non appena lo vide davanti a sé. Poi corse tra le sue braccia e ricominciò a piangere disperata.
<Cosa è successo?Magda?> Prese il suo viso tra le mani e le asciugò le lacrime con il pollice,era la prima volta che la vedeva così distrutta<Cosa sta succedendo?>
<La mia bambina.>Socchiuse gli occhi costringendosi a calmarsi<La mia bambina sta male. Dobbiamo andare>Gli prese la mano e lo tirò fino all'auto<Dobbiamo sbrigarci. >Aggiunse prendendo posto sul sedile dei passeggeri . Era in preda al panico. Avrebbe dato volentieri la sua vita per quella di Nadia.
Così fece l'unica cosa che pensò potesse funzionare. Uní le mani a preghiera e chiuse gli occhi.
<Anthony so che puoi sentirmi. Ti prego proteggi la tua piccola stella da lassù,da che la sua luce non possa mai spegnersi. Ti prego salvala.>supplicò tra gemiti e lacrime.
Dominic poggiò la mano sulla sua coscia e le sorrise dolcemente<Nadia è forte non preoccuparti,vedrai che starà bene.>e nonostante la sua apparente calma sentiva ogni viscera tremare di paura perché lui stesso non credeva alle parole che aveva appena pronunciato.

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