XII

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Aveva ancora tra le mani la giacca di Nicolas quando Nadia entrò in camera. La guardò per qualche istante  provando una strana sensazione di calore provocata dal gesto inaspettato di lui.
Si lasciò cadere sul letto priva di forze inspirando a fondo il suo profumo.
Chiuse gli occhi e rivide il suo viso, come una nitida fotografia.
Sentì la porta aprirsi e si alzò di scatto guardando la sua amica entrare con aria malinconica.
<Cosa ci fai tu qui e che ne è della tua notte di fuoco?>Le chiese perplessa.
Carlotta si concesse un lungo sospiro e si tuffó sul letto lamentandosi<Non appena sei andata via Massimiliano è stato chiamato ed è dovuto andare via. Riuscivo a vederlo di più quando non vivevamo sotto lo stesso tetto.>
<Non ci pensare. La situazione è alquanto intricata. >
<Perché ho come l'impressione che tutto questo per te non è nuovo? >
<Perché non lo è. >rispose Nadia con un sorriso triste.
<Sai siamo amiche da un pò ma non mi hai mai raccontato nulla di te. >
<Semplicemente perché non c'è nulla di bello da sapere. >Poggió la giacca di Nicolas su una sedia e riprese posto sul letto. <Ora dormiamo è già molto tardi. >Le disse prima che potesse iniziare a fare domande alle quali Nadia non aveva alcuna voglia di rispondere.
Carlotta annuì e spense la luce sul comodino.
Passarono solo pochi minuti e sentirono un forte boato seguito da grande confusione all'interno della casa. Carlotta abbracciò istintivamente Nadia in cerca di un riparo mentre lei alzò il visto guardandosi intorno.
Vide qualcosa muoversi all'esterno del loro balcone e osservando con più attenzione riuscì ad individuare l'ombra di qualcuno che stava arrampicandosi.
<Nasconditi sotto al letto adesso! >Ordinò a Carlotta con il cuore in gola.
<Che cosa? >
<Ho detto nasconditi e non fiatare per nessun motivo. >la spinse giù facendola cadere sul pavimento. Forse la sua mente lo aveva solo immaginato, ma col tempo aveva imparato a dare ascolto al suo istinto che sbagliava raramente.
Quando finalmente la sua amica era totalmente nascosta si voltò,ma una mano la afferrò con forza stringendola mentre l'altra le tappó la bocca con un pezzo di stoffa<Sta zitta e fa la brava. >le disse all'orecchio e fu l'ultima cosa che sentì prima di addormentarsi sotto l'effetto del cloroformio.
Senza perdere tempo l'uomo la prese di peso e la portò all'esterno dove un altro complice lo aiutò a trasportarla fino all'esterno del cancello.
Carlotta era stata tutto il tempo sotto il letto con le mani sulla bocca e gli occhi che sgorgavano lacrime. Non riuscì a muoversi neanche quando fu sicura che fossero andati via.
Sentì il rumore della porta aprirsi e poi dei passi andare nella sua direzione.
<Carlotta? Nadia? >Riconobbe subito la voce di Massimiliano, ma lo shock per quello che aveva appena visto la immobilizzava. Solo un singhiozzo uscì dalla sua bocca che venne immediatamente avvertito dal ragazzo. Massimiliano si abbassò guardando sotto il letto.
Lì trovó Carlotta col viso bagnato e gli occhi sgranati. <Cosa è successo? >le chiese afferrando il suo braccio e tirandola delicatamente fuori.
La ragazza però non riuscì ad emettere alcun suono e lui la prese tra le sue braccia stringendola a sé e cercando di calmarla.
Entrò nella stanza anche Nicolas che si guardò intorno alla ricerca di Nadia,senza trovarla.
Focalizzó allora la sua attenzione su Carlotta che abbracciata a Massimiliano singhiozzava vistosamente.
<Cosa è successo? >Chiese guardando il balcone spalancato.
<Nadia... È... Stata... >cercò di dire tra un singhiozzo e l'altro senza però riuscire a finire la frase.
Massimiliano la allontanò quel tanto che bastava per guardarla in faccia e le chiese cercando di sembrare il più tranquillo possibile<Hanno preso Nadia? >
La ragazza annuì. <chi? >Chiese ancora ma lei si limitò solo ad alzare le spalle senza conoscere la risposta .
I due uomini si guardarono negli occhi consci di sapere  già chi fosse il colpevole.
Nicolas chiuse a pugno la mano e colpì forte il muro uscendo in fretta dalla camera diretto all'esterno.
<Capo. >Lo chiamò Amir che aveva sentito tutto, ma l'uomo non fermò la sua corsa. <Capo fermati. >lo afferrò per la spalla costringendolo a bloccarsi.<Non possiamo rischiare così. >disse calmo, ma Nicolas furioso con uno strattone si liberò dalla sua presa e riprese il suo cammino.
<Boss, Amir ha ragione ed io ho già in mente un piano. >Si intromise Massimiliano con la speranza di riuscire a convincerlo.

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