VI

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La mattina seguente le ragazze si alzarono che era già quasi ora di pranzo,avevano dormito a lungo e si sentivano piene di forze,ma anche di mille dubbi.
Mentre lavava i denti Nadia si chiese per quanto tempo avrebbero dovuto restare in quel posto. Non che le dispiacesse,in effetti vivere in una villa tanto lussuosa e piena di agi era eccitante,ma aveva lottato,corso pericoli per afferrare la sua libertà e non voleva perderla così presto.
Il suo pensiero voló a quelle mura che avrebbe tanto voluto definire casa, ma nelle quali invece si sentiva un'estranea.
Una cella intrisa di brutti ricordi . Costretta da catene invisibili a sognare la luce, desiderare di poterla raggiungere, fino a quando il suono metallico le ricordava che lei era nata nel buio e non poteva bramare il sole. Nonostante in quella casa ciondolassero tante persone,lei si era sentita sempre sola,come quel piccolo fiore che nasce in una folta foresta dove le grandi fronde degli alberi gli impediscono di vedere l'azzurro .
Aveva sperato,desiderato,sognato e alla fine era riuscita ad essere libera e le piaceva davvero.
Si asciugò la bocca e decise di dare una risposta alle sue domande più in là,doveva prima riuscire a capire cosa stesse succedendo.
Tornando in camera trovò Carlotta già pronta ed euforica di poter vedere il suo ragazzo. Sembrava un cagnolino che scondinzolando e saltellando aspettava  il ritorno del proprio padrone  per riempirlo di attenzioni.
Scesero al piano di sotto,ma non vi era nessuno,la casa era immersa nel silenzio.
<Dovrebbero mettere dei cartelli direzionali in questa casa. Sembra un labirinto.>disse Carlotta guardandosi intorno.<Dove sarà Massimiliano?>
<Non ne ho idea. Però ora ho fame quindi pensiamo a trovare qualcosa da mangiare.>
Proprio in quel momento stavano attraversando un corridoio con una parete fatta interamente di vetro che si affacciava su un giardino immenso.
<Beh ho trovato la nostra colazione.>Disse seria Nadia.
<E dove sarebbe? Io non vedo nulla.>Carlotta scandagliò l'intera zona,ma ancora non riusciva a capire cosa volesse dire la sua amica
<Seguimi.>Le disse cominciando a camminare sotto lo sguardo dubbioso di Carlotta. Aprì una porta finestra e si beò dell'aria fresca e di profumo d'erba.
Attraversò un viottolo formato da sassi e si fermò sotto un albero di pesche.
<Ecco>Disse indicando l'albero.
<La nostra colazione sarebbero le pesche?>
<Vuoi continuare a girovagare per la casa senza una meta e morire di fame lungo il tragitto? Accontentati di queste.>
Mise le mani sul tronco e dandosi una spinta con le gambe iniziò ad arrampicarsi.
La verità era che non appena aveva visto quell'albero la voglia di arrampicarsi e di vivere un'esperienza normale avevano preso il sopravvento.
<Sei sicura che non sia pericoloso?>Le chiese Carlotta guardandola dal basso.
<Beh c'è una leggenda che parla di alcuni alberi impossessati che divorano le persone. Le inghiottisconi trasportandole in un mondo oscuro >Raccontò in modo teatrale continuando a tirarsi su.
<Smettila! Dico sul serio fai attenzione.>
<Si si>Riprese la sua scalata verso quei frutti succosi avvertendo una strana sensazione di felicità.
Non avrebbe mai pensato che a venticinque anni si sarebbe arrampicata su un albero.
Si poggiò su un ramo robusto e osservò in alto,era tutto dipinto di un limpido azzurro pastello e le poche nuvole si muovevano veloci spinte dal vento.

Riusciva finalmente a vedere il cielo.

⭕ ⭕ ⭕ ⭕ ⭕ ⭕ ⭕ ⭕

L'incontro con Mendez aveva preso ai due uomini più tempo del previsto.
Ferro aveva giocato bene le sue carte, ma non aveva messo in preventivo una spia.
Massimiliano, lasciato il suo capo nel parcheggio della villa impegnato in una telefonata, era entrato in casa.
Si aspettava di trovare Carlotta e Nadia in cucina o nel salone,ma niente.
Era andato nella loro camera,ma anche quella era vuota ed iniziò a preoccuparsi.
La testardaggine di Nadia e la superficialità di Carlotta potevano averle indotte a decidere di andare via senza aver recepito la gravità della situazione.
Scese le scale in fretta,scandagliando ogni angolo della casa.  Prese il telefono dalla tasca pronto a chiamare la sua ragazza, ma la figura di Amir fermo nel corridoio attirò la sua attenzione.
L'uomo era immobile con uno strano sorriso intento a guardare in direzione del giardino.
<Amir hai visto le ragazze?>
Gli chiese avvicinandosi.
<In realtà ne vedo solo una che sta parlando con un albero.>Fece cenno in direzione di un punto del grande prato .
Massimiliano confuso fece vagare lo sguardo che si posò sulla sua ragazza,fasciata da un vestito blu mentre effettivamente parlava con un albero.
<Che cosa sta facendo?>Chiese all'uomo di fianco a lui che scrollò le spalle non sapendo cosa rispondere.
<Cosa state guardando voi due?>La voce di Nicolas si sentì forte dietro le loro spalle.
<Solo la mia fidanzata che dà di matto.>
Il nuovo arrivato si avvicinò alla porta finestra e guardò anche lui la scena.
<A quanto pare la notizia che tu non sia un bravo ragazzo è stata più scioccante del previsto.>Gli fece notare il suo capo.
Massimiliano si grattò la nuca imbarazzato. Dopo il disastro che aveva combinato con Ferro,mancavano solo quelle due ragazze dentro la casa e le cose sarebbero diventate catastrofiche.
Fece un lungo sospiro e decise di affrontare la situazione.
<Carlotta!>Tuonò alzando la voce.
La ragazza smise di guardare in alto e diresse il suo sguardo dall'altro lato del giardino,dove tre uomini la stavano osservando.
<Che c'è?>Gli rispose squillante,la felicità di rivederlo ogni volta le faceva vibrare il cuore.
<Perché stai parlando con un albero?>Le chiese esausto.
<Io non sto parlando con un... ouch.>Una pesca le arrivò dritta in testa e lei non riuscì a finire la frase.
<Mi hai fatto male.>Si lamentò in direzione di Nadia.
<Non è colpa mia se tu non presti attenzione.>
<Non è colpa mia se mi hanno distratta.>Le rispose a tono.
Più in là i tre uomini continuavano a guardarla chi divertito e chi come Massimiliano esasperato aveva deciso di raggiungerla per dirgliene quattro,quando dall'albero scese Nadia,che con scarso equilibrio atterrò al suolo.
<A quanto pare non parlava da sola.>disse Amir quasi deluso e beccandosi un'occhiataccia da parte di Massimiliano.
Le ragazze radunarono le pesche raccolte e si avvicinarono al dondolo situato sotto al portico. Solo poco vicino alla casa Nadia si accorse di essere osservata da Massimiliano e Nicolas che erano davanti la porta. Carlotta ancora più euforica di qualche minuto prima si sbracciò per dire loro di avvicinarsi.
Nicolas con le mani nelle tasche dei jeans e la camicia azzurra camminava con un elegante portamento e Nadia osservava ogni suo movimento ammaliata.
Meno male che ha gli occhiali da sole pensò ricordando l'effetto che avevano su di lei i suoi occhi.
<Si può sapere cosa state facendo?>
Massimiliano dopo aver dato un bacio sulla fronte di Carlotta si era seduto di fianco a loro.
<Avevamo fame e siccome ancora non ci avete dato la cartina geografica della casa abbiamo deciso di mangiare la prima cosa che avremmo trovato pur di non morire di fame.>Disse Nadia guardando il suo amico che in tutta risposta iniziò a ridere. Nel frattempo anche Nicolas aveva preso posto vicino a loro e Nadia fu totalmente inondata dal profumo inebriante di quell'uomo.
<Ed ora che avete preso le pesche come le mangiate senza coltello?>
<Bella osservazione,sei arguto qualche volta. Bene,vai a prendere il coltello.>ordinò a Massimiliano che si alzò e dopo aver recuperato tutti i frutti si diresse all'interno della casa.<Andiamo in cucina.>
Le ragazze sentendo il loro stomaco brontolare lo seguirono immediatamente,mentre Nicolas era alle loro spalle.
Entrarono nell'immensa cucina e si sedettero sull'isola di marmo bianco.
Nadia guardò dietro si sé ma Nicolas non c'era.
Massimiliano aprì un mobile e appoggiò sul tavolo ogni tipo di biscotti.
<Conosci bene questa casa.>Gli disse Carlotta,osservando il modo in cui si muoveva.
<Sto più tempo qui che nel mio appartamento.>Rispose mettendosi a sedere.
Nadia prese qualche biscotto ed iniziò a mangiarlo,continuando a pensare al padrone di quella casa.
<Massi... ecco... perché quegli uomini ce l'hanno con te?>Carlotta dopo avere pensato e ripensato aveva deciso di porgli finalmente quella domanda. Nella sua testa si stavano creando immagini spaventose che la terrorizzavano di minuto in minuto.
Aveva bisogno di risposte, di porre un freno almeno in parte a tutti gli interrogativi che affollavano la sua mente.
<Diciamo solo che ho fatto vedere ad un tipo chi era il più forte e lui adesso vuole vendicarsi.>disse con una tranquillità che fece tremare Carlotta.
<Vendicarsi?>
<Si sta cercando di mandare all'aria gli affari ed ora che sa che ho una fidanzata prenderà di mira anche te. Quindi dovete stare qui al sicuro.>
<Per quanto tempo?>Gli chiese Nadia che fino a quel momento era stata in silenzio.
<Non lo so ancora.>
<Hai detto che sanno di lei,quindi non è necessario che rimanga anche io.>
<Ti hanno vista,resterai qui.>
La voce profonda di Nicolas risuonò nella stanza e strani brividi corsero lungo la schiena di Nadia. Non si era accorta della sua presenza e in quel momento non aveva il coraggio di girarsi e scontrarsi di nuovo con quelle pozze limpide. Guardò Massimiliano in cerca di aiuto<Ha ragione. Nadia sei in pericolo anche tu quindi per il momento farete le brave ok?>
Ma Nadia non sentiva il suo amico,solo i passi di quell'uomo avvicinarsi e fermarsi proprio di fianco a lei per poi sedersi.
Massimiliano guardò il suo capo dubbioso,da quando lo conosceva sapeva che aveva una specie di allergia alle persone. Parlava poco e solo con chi decideva lui,quindi era strano che lui si fosse accomodato li.
<Voglio la pesca.>Disse guardando negli occhi Nadia che sentì un fuoco propagarsi in tutto il corpo. Ogni cellula ardeva,ogni fibra del suo essere bruciava sotto quello sguardo.
Osservò la mandibola squadrata velata da un accenno di barba,le labbra carnose e le spalle larghe.
Aveva incontrato diversi uomini nella sua vita,non aveva senso che si facesse condizionare così da lui così dopo aver ritrovato se stessa si alzò, prese un coltello ed iniziò a sbucciare la pesca con un'attenzione estrema.
La tagliò e la mise su un piatto e gliela porse. Intanto Carlotta e Massimiliano guardavano la scena dubbiosi. Si erano forse persi qualcosa?
<Anche io la voglio.>
Si lagnò Carlotta e sorridendo Nadia gliene sbucciò una.
Era la prima volta che Nicolas mangiava un frutto del suo giardino e il sapore dolce della pesca gli fece pensare a quanto fosse straordinaria la natura. Quegli alberi erano lì da sempre, erano cresciuti ignorati da tutti e nonostante quello non avevano smesso di creare.
Buffo... Pensó.
Lui che era nato nel buio e riusciva a seminare solo distruzione.
<Boss?>Amir entrò in cucina osservando i presenti.<Cos'è una festa e non mi chiamate?>Chiese in direzione di Massimiliano.
<La nostra amazzone si è data alla raccolta.>Indicò con la testa Nadia.
<Boss dobbiamo andare>Disse Amir agguantando una pesca e uscendo dalla stanza,seguito subito dopo da Massimiliano e Nicolas che continuava a pensare all'ultima frase detta dal suo collaboratore.
Riusciva a immagire Nadia vestita come un'amazzone con un arco poggiato sulla spalla e sguardo da guerriera. Il paragone era appropriato, sarebbe stata una perfetta amazzone.
Arrivato al suo ufficio si mise a sedere e guardò i presenti<Quali sono le novità?>
<Abbiamo recuperato l'ottantacinque per cento del carico,il restante è già in strada,sarà impossibile scovarli>
Nicolas strinse i pugni,non gli piaceva che gli altri prendessero ciò che gli apparteneva.
Ferro stava giocando sporco e la cosa gli stava facendo perdere la pazienza.
Non poteva permettere ad un pivello di rovinargli la reputazione che con gli anni era riuscito a farsi.

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