6.IL MONDO DEL BUSINESS

5.8K 213 4
                                    

JORGE POV.
Ero seduto sulla panchina e canticchiavo una canzone guardando in basso, quando il rumore di un motore mi face spostare lo sguardo in su. Da un'Audi scesa una ragazza bionda, che venne camminando verso di me. Indossava vestiti vanitosi, di cui non so nemmeno la marca, ma sicuramente erano costosi e i suoi occhi erano nascosti dietro un paio di Carrera.
Tini:"Hey." Disse sedendosi di fianco a me.
Io:"Oggi sei in anticipo."
Tini:"Si, c'era poco traffico."
La guardai e annuii, poi tornai a fissare il pavimento, tenendo i gomiti sulle ginocchia e giocando con le mie dita.
Tini:"Oh mio dio, cosa è successo al tuo occhio?!" Si tolse gli occhiali e mi prese il mento, facendomi girare delicatamente verso di lei. Aveva
un'espressione terrorizzata, come se non avesse mai visto un occhio nero. Beh, probabile.
Io:"Niente." Mormai, non essendo veramente in vena di raccontarle cosa mi fosse capitato.
Tini:"Non sembra 'niente'" Alzò un sopracciglio, fissandomi negli occhi come se stesse cercando di entrare nella mia testa per capire cosa stessi pensando.
Non dissi niente, sperando che non facesse più domande. Ma sembra che oggi le piaccia essere fastidiosa e insistente.
Tini:"Sai, non devi dirmi cosa ti è successo, e onestamente non credo di volerlo sapere, però dovresti metterci del ghiaccio sopra. Sembra che il tuo occhio stia per cadere." Scosse la testa, probabilmente immaginando la scena del mio occhio mentre cadeva.
Ridacchiai.
IO:"Non penso nemmeno io che tu voglia sapere cosa mi è successo."

*Flashback*
"Man, abbiamo del lavoro da fare. Adesso." La voce di Xabi mi salvò dall'ascoltare gli stupidi commenti di Stephie. E giudicando il suo tono di voce si trattava di qualcosa di serio e visto che anche Facu era li, si trattava di qualcosa che convolgeva più di due persone..
Io:"Qualcuno può spiegarmi dove dobbiamo andare?" Domandai guardandoli.
Pablo:"Drake ci vuole vedere, ha detto che era urgente il che non è un buon segno."- si girò a guardarmi per un secondo, per poi tornare a guidare concentrato con lo sguardo fisso sulle strade del Bronx.
Dopo 20 minuti eravamo a casa di Anthony. Era un vecchio magazzino abbandonato nella periferia della città. Gli altri edifici nei dintorni erano andati bruciati in un incendio molti anni prima, quindi il magazzino era in mezzo al nulla.
*FINE FLASHBACK*

Si, definitivamente non credo che voglia sapere cosa mi sia successo.
iO:"Ho sbattuto contro una porta." Cazzata. Sapevo che non ci avrebbe creduto ma valeva la pena tentare.
Tini:"Mh okay, tu fai finta che quello che hai detto è vero e io farò finta di crederti." Disse ridendo.
Io:"Affare fatto." Concordai sorridendo. Ero abbastanza felice che non avesse insistito nel sapere la storia, come qualche altra che conosco avrebbe fatto.
Poco dopo i bambini uscirono correndo.
Tommy:"Portiamo Jorge e Dani in macchina di nuovo?" Domandò con occhi speranzosi. Sembra che lui e Dani siano diventati migliori amici, nonostante siano diversi. Beh, non diversi, diverso più che altro il loro stile di vita.
Tini:"Mi piacerebbe tantissimo ma.." Martina guardò lui e poi me. "Oggi non possiamo" Mi fece uno sguardo di scuse.
Tommy:"Perché no?"-insistette.
Tini:"Perché mamma mi ha chiesto se potevo passare nel suo ufficio oggi pomeriggio e se li accompagnamo non farò in tempo." Spiegò lei con una voce non troppo felice, si vedeva che era la tipica ragazza a cui dispiaceva dire di no ai genitori.
Io:"Stai tranquillo. Tanto ci vediamo domani." Dissi sorridendo a Tommy. Era un bambino tenero.
Tini:"Mi dispiace Jorge."-continuò a scusarsi mentre si mordeva il labbro. Forse se lo mordeva senza rendersene conto, ma quando lo faceva era davvero sexy.
Io:"Non ti preoccupare piccola." Le feci l'occhiolino facendola sorridere.
Tini:"Okay, allora ci vediamo domani!" Disse ancora col sorriso sul viso. Annuii, presi Dani e ci dirigemmo verso la stazione della metropolitana.
MARTINA POV.
Tommy:"Perché mamma vuole che vai da lei in ufficio?" Mi chiese lungo il tragitto in macchina.
Lo guardai dallo specchietto retrovisore e sembrava leggermente arrabbiato del fatto che non avessimo accompagnato il suo amichetto.
IO:"Vuole farmi vedere una nuova collezione a cui sta lavorando."
Tommy:"Che noia." Sospirò.
Mia mamma è una fashion disigner, una delle più famose in New York. E' da lei che ho preso la passione per la moda. Anche da piccola la volevo sempre aiutare con le collezioni e le sfilate.
I suoi vestiti diciamo che sono un po' troppo formali per la scuola, però appena abbiamo qualche riunione seria, sono più che contenta di poter utilizzare qualche suo capo.
Risi. "Lo sai che mi piace la moda, quindi per me non è affatto noioso."
Tommy:"Ma so anche che ti piace di più Jorge che la moda."-Disse con la faccia di uno che la sa lunga.
Io:"Cosa?" Diventai subito rossa. A me non piace Jorge. Si, vero che è bellissimo, però non è il mio tipo. Credo.
Tommy:"Tu e Lodo dite sempre: Oh mio dio è così hot!" Cercò di imitare una voce da ragazza smorfiosa che mi fece ridere. E' così carino alle volte.
Io:"Sai, per essere un bambino di 7 anni sei molto saggio."
Tommy:"Lo so!" Mi rispose tutto fiero. Quanto è tenero?
Lasciai Tommy a casa con Rugge prima di ripartire verso l'ufficio di mamma.

Io:"Buon pomeriggio Roberto." Salutai il portinaio dell'edificio prima di attraversare la grande porta di vetro. E ricambiò il saluto con grande sorriso, in maniera molto educata.
Roberto è molto buono e lo conosco da tutta la vita. Quando ero piccola e venivo a lavoro con mamma, passavo la giornata a giocare con lui che mi faceva ridere e divertire. Lui e sua moglie Olga, mi regalavano sempre i dolci.
Presi l'ascensore, salii e usci al piano in cui dovevo arrivare.
"Martina! Come sei cresciuta! Sei diventata ancora più bella!" Sentii dire da una voce grave. Era Ezequiel, un uomo che lavorava per mia madre, al piano 24, ma chissà come sbagliava sempre e finiva al piano 25, proprio di fianco all'ufficio di mia mamma.
Io:"Ez!" esclamai di rimando liberandomi dal suo abbraccio. Cercai di sembrare felice di vederlo e evitando di farmi vedere guardai i numeri rossi sulla parete. Siamo ancora al decimo piano.
Ezequiel:"Non ti vedo da tanto tempo!" disse con quella sua fastidiosa risata, prima di tirare fuori un pettine dalla giacca e spazzolarsi i capelli all'indietro.
Io:"Non sono passata qui per un po'." Risi nervosamente. Ogni volta che vengo qui cerco sempre di evitarlo.
Finalmente raggiungemmo il suo piano e la porta si aprì. "Non è questo il tuo piano?" chiesi garbatamente.
Si diede un colpo in testa scherzosamente.
Ez:"Oh giusto, hai una buona memoria Martina." Se ne andò e prima che le porta si chiudessero urlò "proprio come tua madre!"
Io:"Oh mio dio." Mormorai sistemandomi i vestiti. Quando arrivai all'ufficio camminai direttamente verso la postazione della segreteria di mia mamma.
Io:"Hey Clara." La salutai. Alzò gli occhi.
Clara:"Martina, è così bello vederti." -Mi sorrise.
Io:"Anche a me fa piacere rivederti." Dissi sorridendo.
Lei è davvero simpatica e dolce, a differenza di tutte le altre ragazze che lavorano qui. Ecco perché mia mamma mi fa venire a volte: sa che riesco
a dirle se i suoi disegni fanno schifo. Sono una persona molto onesta e schietta.
Mariana:"Oh ma sei qui tesoro!" mia madre uscì dal suo ufficio con una tazza di caffè tra le mani.
Io:"Sì, stavo parlando con Clara." Dissi baciandola sulla guancia.
Mariana:"Sono felice che vi trovate bene insieme, ma ora Clara ha da lavorare e tu devi aiutarmi." Lo diceva non in modo offensivo, è sempre gentile con i suoi impiegati solo li fa lavorare duramente.
Clara rise leggermente e tornò sulle sue carte e io seguii mia madre nella stanza dove tiene tutti i vestiti finiti.
Mariana:"Questa è la nuova collezione." Indicò una una dozzina di vestiti "Dai un'occhiata e dimmi cosa ne pensi."
Passai le dita tra le stoffe morbide degli abiti, soffermandomi su uno lilla. Lo presi e vidi un abito corto viola senza spalline, stretto in vita.
Mariana:"Sapevo che ti sarebbe piaciuto." Mia madre disse finendo il suo caffè con un piccolo sorso.
Sembrava severa, ma era piuttosto giovanile e a volte si comportava come una migliore amica, ma non quando si tratta del Bronx, come
avete potuto vedere.
Io:"E' bellissimo." Dissi tenendolo ancora in mano.
Mariana:"In realtà ho pensato che avresti voluto indossarlo alla tua festa di compleanno." Si morse il labbro, cercando di trattenere un sorriso.
Misi a posto il vestito e corsi ad abbracciarla. "Grazie mamma, è davvero stupendo." Borbottai tra i suoi capelli castani.
iO:"Che cosa sono?" chiesi riferendomi ai fogli che teneva in mano.
MARIANA"Sto pensando di lanciare una collezione da uomo e questi sono solo alcuni schizzi." Disse passandomeli.
iO:"Penso che siano forti." Alzai la testa per guardarla.
Mariana"Volevo la tua opinione, visto che sai come i ragazzi della tua età si vestono." Spiegò.
Io:"Aspetta vuoi fare una collezione per adolescenti maschi?" Chiesi confusa.
Mariana:"Giovani adulti." Mi corresse.
Io;"Sono belli comunque, posso aiutarti se vuoi." Le suggerii sorridendole.
Mariana:"Stavo pensando che potresti a Diego di venire per darmi la sua di opinione.." si interruppe, guardandomi con la coda dell'occhio.
Io;"Non saprei mamma, non siamo ancora una coppia. Sarebbe strano."
Mariana:"Allora lo dirò a suo padre." Decise, uscendo dalla stanza.
Diedi un'ultima occhiata ai disegni. Sembravano proprio qualcosa che Diego avrebbe indossato, ma di certo non erano nello stile di Jorge.
Ma perché ci stavo pensando? Non dovrei nemmeno metterli a confronto.

B.R.O.N.X.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora