Martina Pov.
"Allora, sei pronto?"
"Credo di sì," disse Jorge, ma sapevo che dentro gridava "no!"
Gli strinsi la mano, rassicurandolo,sentendomi decisamente più sicura dopo aver parlato con le ragazze. Avevano ragione, non era necessario che i miei genitori accettassero Jorge - certo, questo avrebbe facilitato le cose - perché io sarei comunque rimasta con lui.
Ma avevo il presentimento che le cose sarebbero andate per il verso giusto. Contando il fatto che stavano vivendo un buon periodo, il loro umore sarebbe stato altrettanto buono.
Mantenere posato lo sguardo sui miei passi divenne un compito difficile, dal momento in cui ero accanto ad un ragazzo che sembrava essere uscito da un combattimento tra paradiso ed inferno per quant'era perfetto.
Okay, era pessima.
Ma era vero, a cominciare dai suoi capelli - li aveva combinati in stile ho appena fatto sesso, ma guarda come sono perfetto in ogni caso - al vestito grigio che indossava e quella bellissima cravatta nera.
Oh Dio, cosa mi sta succedendo?
Così cercai di guardare Jorge il meno possibile, facendo affidamento sul fatto che il suo braccio mi dava supporto mentre camminavo su quei tacchi. Se non altro mia madre avrebbe apprezzato il modo in cui sembrava... esattamente come desiderasse che il mio ragazzo fosse.
L'unica cosa che non le sarebbe piaciuta di Jorge, era che indossava gli orecchini, ma per me era sempre e comunque dannatamente figo. Mentre attraversammo la stanza, per raggiungere i miei genitori, sentii i muscoli di Jorge contrarsi sotto alla stoffa del vestito, e ciò non fece altro che aumentare la mia difficoltà nel camminare. Non vedevo l'ora di poter passare un po' sola con lui, per intenderci."Dovrai dirmi cosa sta facendo Candelaria dopo questo," disse Jorge, guardandomi - era comunque più alto di me di qualche centimetro - e colsi un guizzo nel suo sguardo. Era ovvio che fosse preoccupato per la sua sorellina dopo quanto successo con il suo ultimo ragazzo, Samuel.
"Se vuoi davvero saperlo," dissi, "probabilmente starà parlando con un ragazzo che abbiamo incontrato l'altro giorno mentre facevamo shopping."
Sembrò pensarci su. "È affidabile?" disse con tono autoritario, sembrava quasi un sergente o - con mia grande sorpresa - mio padre. Credo fosse tipico degli uomini essere così protettivi. "Sì, è un compagno di classe di mio fratello."
"Questo non lo rende affidabile," ribatté, sbarrando gli occhi come se avessi detto qualcosa di oltraggioso.
"È carino." Mi strinsi nelle spalle. "Per essere un ragazzino di quindici anni," aggiunsi velocemente, pensando che potesse intenderla nel modo sbagliato.
Jorge mi dedicò un'occhiata interrogativa, fermandosi nel bel mezzo della pista. "Da quanto essere carino è equivalente ad essere affidabile?"
"Tu sei entrambe le cose." Gli sorrisi, sperando di distrarlo da quell'argomento. Povera Candelaria, dovrà avere a che fare con suo fratello che tenterà di rovinarle ogni relazione. Perché la cosa mi suonava così famigliare... oh, giusto, anche io avevo una dose di fratelli fastidiosi che si comportavano allo stesso modo.
Jorge roteò gli occhi, mentre gli angoli della sua bocca si curvarono verso l'alto formando un sorriso. "So di esserlo." Dio, amava quando le persone gli facevano dei complimenti, ciò non faceva altro che far crescere il suo ego. "Ma ciò non significa che tutti i ragazzi siano come me."
Dischiusi le labbra per dire qualcosa - a volte era fastidiosamente troppo pieno di sé - ma decisi di ignorarlo. "I ragazzi di qui sono carini in quel senso," dissi, facendo scorrere le dita sulla sua giacca, mordendomi il labbro.
Non mi sarei mai aspettata di avere quella reazione nel vedere Jorge vestito così. Voglio dire, sapevo che sarebbe stato bene, ma mi sembrava ancora uno scherzo.Sbuffò. "È difficile da credere."
Continuai a mordermi il labbro. Probabilmente non era stata la miglior cosa da dire in seguito a quanto successo con Diego. "Dai qualche possibilità a tua sorella," dissi infine. "È in quell'età in cui commetterà qualche errore con i ragazzi ed imparerà da essi. Non puoi proteggerla da qualunque cosa, o finirà con l'odiarti."
Effettivamente era strano parlare così di Candelaria, visto che aveva soltanto due anni in meno di me, ma dovevo supportarla in quella conversazione con il suofratello maggiore fin troppo protettivo.
"Credo che tu abbia ragione." Sospirò Jorge. "Hai sempre ragione comunque." Sorrise, sebbene la sua mascella fosse contratta e sapevo che la cosa lo infastidiva.
"Sì,beh, ora ci sono problemi più grandi di cui ho paura."
Quel senso di fastidio iniziò nuovamente a prendermi lo stomaco nell'istante in cui adocchiai la mia famiglia seduta ad un tavolo, mentre ridevano e parlavano animatamente.
"Andrà tutto bene," sospirò Jorge, prima di posare per poco le labbra sulle mie, come se avesse paura che qualcuno ci vedesse - sebbene gli altri stessero allegramente pensando ai fatti loro. Mi lasciò come se ne volessi di più e, ripensandosi, avrei dovuto essere io a pronunciare quelle parole. Dopotutto, io non avevo paura che mio padre mi uccidesse. Mentre ci avvicinammo alla mia famiglia, pensai: ci siamo.
Mia zia Angie fu la prima a vederci, e si alzò dalla sedia,le paillettes del suo vestito argento tintinnarono ad ogni suo movimento. Jorge posò il braccio attorno alla mia spalla - invece che attorno alla mia vita, dov'era prima - e si voltò, facendo comparire un sorriso luminoso sul suo viso.
Sicuramente sapeva come comportarsi con le donne. Mio padre era tutt'altra storia. Mia madre lo notò quando vide mia zia alzarsi ed i suoi occhi si posarono su di noi. Sorrisi e portai le mani sulla cintura, cercando di apparire disinvolta e non nervosa come realmente mi sentivo.
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B.R.O.N.X.
FanfictionTralasciando il fatto che tutti e due vivono a New York, Jorge e Martina non hanno niente in comune. Mentre Jorge fa l'impossibile per sopravvivere, Martina ha qualsiasi cosa ogni ragazza possa volere .O per lo meno lei pensa di avere tutto. Cosa s...