55.AMO IL TUO MODO DI MENTIRE

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Jorge Pov.
Era tutto troppo familiare, il che risvegliava i ricordi del passato. Odore di pneumatici bruciati, benzina e alcol. Decine di persone con la birra in mano, erano appoggiate contro le auto mentre la musica rimbombava dai loro impianti stereo rubati. Se non avessi avuto un tale gusto acido in bocca, forse non sarei stato nemmeno così nostalgico.
Quando parcheggiai in un posteggio libero -anche conosciuto come spazio di terra tra altre due auto - ebbi un brivido. Pensai di vomitare da un momento all'altro. Ma ingoiai e presi un respiro profondo, costringendo il mio stomaco a stabilirsi.
Non pensarci, mi dissi.
Ad essere onesto, l'unico motivo per cui avevo voglia di gareggiare di nuovo era quello di ritornare a quella sensazione di pura libertà e adrenalina che hai mentre acceleri e sorpassi i tuoi rivali. E' come se qualcuno stesse pompando energia nelle tue vene e nel cervello, quando tutto ciò che riesci a vedere è la pista di fronte a te e il volante. Era pericoloso - molto pericoloso - il che lo rendeva ancora più emozionante. E sapete cosa dicono, più è meglio è.
Mi slacciai la cintura di sicurezza, e saltai fuori dalla macchina, sapendo che non sarei stato via a lungo. La maggior parte della gente non si girava nemmeno a guardarmi. Un sacco di nuove persone nel business, suppongo.
Quelli che conoscevo mi diedero una pacca sulla schiena e mi dissero 'E' bello vederti di nuovo'. Rimasi toccato dal fatto che si ricordavano ancora di me dopo più di due anni. Ha. Forse non proprio.
Trovai facilmente Anthony. Era intorno alla linea di partenza con i suoi uomini a fumare un sigaro. Accesi una sigaretta per me. Se Martina avesse scoperto che stavo fumando come una ciminiera di nuovo, mi avrebbe ucciso. Non che lei non avesse sufficienti motivi per volermi già uccidere.
Ero stato un coglione dopo tutto quello che aveva fatto per me e la mia famiglia. Sapevo che dovevo scusarmi, ma per che cosa esattamente? Hey, mi dispiace che ti stia nascondendo alcune cose e che ti stia trattando di merda. Ma non ho ancora intenzione di dirti quello faccio nel mio tempo libero. Mi perdonerai comunque?
Sapevo che non avrebbe creduto alle mie stronzate ancora a lungo, ma per ora accantonai i pensieri su di lei. Avevo bisogno di concentrarmi per la gara. Avevo bisogno di non pensare a nulla. Avevo bisogno di dimenticare la mia fottuta esistenza per un po'.
Anthony mi diedi un abbraccio quando mi avvicinai. In realtà, ero venuto solo per vedere quanti soldi avrei portato a casa con me stasera. Mamma pensava che fossi fuori con i ragazzi, o almeno fingeva di pensarlo, ma sapevo che Candelaria avrebbe fatto due più due. Era stata molto attenta durante il suo periodo di ibernazione.
Anthony mi diede una pacca sulla spalla e mi esalò il fumo del sigaro in faccia. Trattenni una smorfia."Sono felice di riaverti con me, Jorge. Diventerai un pezzo grosso un giorno", disse.
Volevo scoppiare a ridere. Quanto grandi si può diventare in un business assolutamente illegale, in cui gira denaro sporco, e si rischia costantemente la morte?
Annuii semplicemente. "Quanto?" indicai il rotolo di bigliettoni in mano che aveva contato prima del mio arrivo.
"Impaziente?" Ridacchiò con voce roca e con il sigaro penzolante da un angolo della bocca. "Sarà una bella serata. Non molti sanno che sei tornato, ma non appena mostrerai loro quello che si sono persi, diventerai oro, ragazzo."
Eccolo di nuovo. Ragazzo. Ci volle tutta la mia forza di volontà per non dargli un pugno. Speravo che avesse ragione. Voglio dire, ero consapevole del fatto che si tenesse almeno la metà del profitto, e considerando che aveva circa 5 persone alla volta ad ogni corsa, era lui quello sarebbe navigato nell'oro in pochissimo tempo.
Se riuscissi a guadagnare 200 o 300 dollari per ogni gara, sarebbe perfetto. Il lavoro di mamma pagava maggior parte delle fatture, ma sapevo che i miei fratelli avevano bisogno di nuovi vestiti e roba per la scuola, e c'era anche la spesa da fare.
E la mia macchina aveva bisogno di benzina. E volevo portare fuori Martina in un posto carino che non sia Betty o McDonald. Com'è che tutto gira intorno a lei? Ugh.
Me la diedi a gambe da Anthony non appena trovai un occasione, tornando di nuovo alla mia macchina. Vidi il mio amico Luke, a pochi metri di distanza. Deve essere appena arrivato. Imprecai silenziosamente quando uscì anche Xabiani da quell'orribile furgone marrone.
"Merda," mormorai, dandogli le spalle. Troppo tardi. Ero abbastanza sicuro che mi avessero già visto. Cosa ci facevano qui? Sapevo che Luke di solito veniva a vedere le gare, ma Xabiani? Che cazzo?
"Jorge!" una voce femminile mi chiamò alle spalle.
Fui costretto a girarmi e a vedere lo sguardo confuso/arrabbiato/sconcertato di Xabiani. Tuttavia, la ragazza che mi aveva chiamato era in piedi di fronte a me, invadendo il mio spazio personale e bloccando la sua visuale. Beh la metà della sua visuale considerando quanto minuta fosse.
"Ehi", mi agitò una mano in faccia.
"Ti conosco?" Chiesi, arricciando il naso.
La ragazza non sembrava stupita dalla mia maleducazione.
"Sono un'amica di tua sorella Candelaria," disse, facendo roteare i capelli scuri tra le dita mentre sorrise.
"Allora non dovresti essere qui", risposi, non molto cordiale.
"Oh, sono venuta con i miei amici. E' la mia prima volta, e ti ho visto qui. Gareggi?" La sua voce era troppo squillante.
Le 15enni al giorno d'oggi, escono in posti abbandonati a guardare persone che fanno incidenti e rovinano le loro auto mentre bevono alcol? Se mai trovassi Candelaria qui, la ucciderei. Presi nota mentalmente di dirle di stare lontana da questa ragazza chiassosa.
"Sì, gareggerò," risposi alla sua domanda, mentre in realtà volevo che Xabiani interrompesse questa conversazione imbarazzante con questa mocciosa troppo sfacciata che era presumibilmente amica di Cande, ma che non avevo mai visto prima.
"Buona fortuna, allora. Farò il tifo per te." Il suo sorriso innocente si trasformò in un sorriso sensuale. Stava davvero flirtando con me? Sapeva che avevo 5 anni in più di lei, ero fidanzato, e assolutamente non interessato? A quanto pare no.
Non vedevo l'ora che si levasse dai piedi.
"Il mio nome è Ellie, comunque," la ragazza aggiunse, ancora piantata lì a rigirarsi i riccioli tra le dita e a mordersi il labbro. Accidenti, quel gesto mi ricordava di nuovo Martina.
Le sorrisi in modo duro, e cercai di risponderle cordialmente, "Fantastico. Grazie, Ellie."
Apparentemente soddisfatta, si pavoneggiò -ondeggiando i suoi piccoli fianchi! - verso il suo gruppo di amiche che subito cominciarono a strillare con lei. Sul serio? Alzai gli occhi. Avevano probabilmente incitato la mocciosa Ellie a venire da me.
Un secondo dopo Xabiani era di fronte a me, e da vicino la sua espressione urlava sicuramente stupore. E furia. Un sacco di furia.
"Che cazzo ci fai qui, amico?" gridò, spalancando gli occhi.
"Potrei farti la stessa domanda." Mi strinsi nelle spalle con una spalla appoggiata al cofano della mia macchina.
Xabiani si lasciò sfuggire un sospiro di incredulità. "Facundo ti ha sentito parlare con Anthony di questo" - fece un gesto con le mani intorno a noi - "l'altro giorno, ma non avrei mai pensato che ti avremmo effettivamente trovato qui. Sei completamente fuori di testa, Jorge?"
Guardai in un'altra direzione. "No. Lo sto facendo solo per i soldi se non è evidente. Appena ne avrò abbastanza per me e la mia famiglia, smetterò," spiegai freddamente.
Xabiani scosse la testa. "Sai benissimo meglio di chiunque altro come funziona, fratello. Non puoi smettere con Anthony. Hai provato duramente ad allontanarti da tutta questa merda, e ora sei di nuovo qui? Io seriamente non capisco." Si portò le mani ai capelli. "Cazzo, Jorge. Cosa stai facendo con la tua vita?"
"Ho bisogno di soldi", ripetei con tutta la calma che potevo, anche se la mia pazienza stava cominciando a incrinarsi. Sapevo che Xabiani stava solocercando di aiutarmi, ma non avevo bisogno di una babysitter. Sapevo quello che stavo facendo.
"Tu ed io sappiamo che possiamo rimediare un lavoro. Un vero e proprio lavoro," Xabiani insistette, passandosi le mani sul viso. "Amico, dopo tutto quello che è successo con Martina a causa di questo motivo, vuoi ancora buttarti in questo casino? Eri infelice, Jorge. Miserabile. Hai bisogno di quella ragazza, e ti scaricherà non appena lo scoprirà. E tua sorella ti odierà, tua madre sarà distrutta, e finirai per distruggere anche te stesso".
Per la prima volta nella mia vita, volevo tirare un pugno a Xabiani. Non perché ero arrabbiato con lui, ma perché aveva ragione ed ero arrabbiato con me stesso.
"Mio padre è morto, Xabiani," dissi duramente. "La mia vita è già distrutta. Non c'è nulla che possa salvarla."
Detto questo, entrai in macchina, sbattei la portiera e guidai verso la linea di partenza. Xabiani stava ancora urlando, mentre colpiva la portiera della mia macchina, fino a quando si rese conto che non avevo intenzione di cambiare idea.
Mi sentii bruciare il petto, il battito cardiaco aumentava e le mie mani tremano sul volante. Stavo respirando rapidamente sia per la rabbia che per la mia inutilità. La consapevolezza che non c'era nulla che potessi fare per portare mio padre in vita mi colpì come una tonnellata di mattoni.
Mi posizionai accanto alle altre vetture che stavano per correre. Peter era distante due vetture alla mia destra. Bene, ora avrei avuto qualcosa che avrebbe occupato la mia mente: battere Peter.
La pistola sparò, segnando l'inizio della gara, e sfrecciai in avanti. Accolsi con favore il torpore, la mente vuota, e il silenzio nelle mie orecchie, tranne per il motore della macchina. La sensazione di libertà corse attraverso di me come una dose di eroina.
Questo era quello che mi piaceva delle corse. Mi ricordò il motivo per cui lo facevo anni fa.
Dimenticai Martina, Candelaria, mia mamma... mio padre. Dimenticai i miei problemi, dimenticai di non essere la persona che tutti si aspettavano che io fossi. Per il momento, la mia mente era concentrata solo sul pedale dell'acceleratore e il traguardo.
L'adrenalina cominciò a correre attraverso il mio corpo, e mi persi in essa.

B.R.O.N.X.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora