Martina Pov.
Battei il mio record nel raggiungere la via di Jorge in meno di venti minuti. Forse ho superato il limite di velocità un paio di voce, e bruciato qualche semaforo rosso, ma ero così in ansia e così desiderosa di vederlo, che il traffico sembrava essere l'ultimo dei miei problemi.
Presi un respiro profondo prima di fermare la mia Audi, la quale dovetti parcheggiarla tra un van e un'auto della polizia. Onestamente, mi ero preoccupata nel vedere quella macchina, ma mi rilassai quando vidi i due poliziotti che passeggiavano per raggiungere un locale.
Credo fossi preoccupata del fatto che Jorge si fosse cacciato nei guai. Di nuovo. Come sempre, il cancello dell'edificio era aperto (non credevo nemmeno che avesse ancora una serratura), così entrai nella hall - sempre se tale la si potesse definire. L'intonaco sulle pareti era rovinato ed era ricoperto da cerchi opachi. Non c'era nemmeno un custode.
Non c'era nulla se non le caselle della posta, allineate contro una delle pareti, sebbene ad alcune di loro sembrava mancare lo sportello anteriore. La cosa strana era che la facciata dell'edificio non sembrava molto rovinata. Avevo visto soltanto l'appartamento di Jorge ed era carino e accogliente.
Salii le scale lentamente, pensando a cosa poter dire non appena mi avrebbe aperto la porta.
Hey, so che ti ho attaccato il telefono in faccia, ti ho ignorato per giorni e ti ho chiamato mostro, ma mi dispiace.
Sembrava così patetico.
So che non avrei nemmeno dovuto prendermi la briga di provare un discorso, perché sarei finita col dimenticare tutto. Respirai profondamente - non avrei mai acquistato forza a sufficienza per percorrere sei piani a piedi - sebbene pensai a quanto sarebbe stata fiera di me Kelsey se fosse stata qui. Durante la settimana passata mi ero accorta di come lei fosse più dalla parte di Jorge, rispetto alla mia, e teoricamente era la mia migliore amica.
Aveva detto che, ciò che aveva fatto, non doveva essere un affare di stato, ma lei non aveva nemmeno mai conosciuto Michael di persona - non aveva un fratello che aveva visto il suo migliore amico morire. E, se non altro, Xabiani gliel'aveva detto prima che potesse scoprirlo in altro modo.
Ovviamente si era arrabbiata, ma le sue parole furono: "il passato è passato e adesso è adesso." Credo avesse ragione su questo. Jorge era cambiato e la cosa che mi aveva infastidito maggiormente era che avesse tenuto nascosto qualcosa di così grande proprio a me. Mi domandavo se ci fosse dell'altro di cui fossi all'oscuro.
Non appena raggiunsi la porta di Jorge, mi ritrovai con il fiatone e con i nervi che mi stavano mangiando viva. E se mi avesse detto di essersi perso? E se non avesse più voluto portare avanti una relazione con una ragazza così emotiva? Allontanai quelle domande dalla mia mente, chiudendole nella sezione 'cose di cui dovrei smettere d preoccuparmi'.
Le mie mani erano sudate quando feci per bussare - o forse avrei dovuto suonare il campanello? Mi rimproverai per essere così stupida. Dopo essermi asciugata i palmi delle mani sulla giacca, avvicinai il dito tremolante al campanello. Un suono fastidioso riempì l'aria, seguito da dei passi veloci.
Che fosse Jorge? Mi stava aspettando?
"Tu," disse una voce, posta tra l'accusatorio e l'eccitato non appena la porta si aprì. Ovviamente era Candelaria. Mi scrutava come se volesse trovare la ragione per cui fossi lì. "Ce n'è voluto di tempo prima che ti facessi rivedere."
Mi accigliai al suo commento, ma prima che potessi chiederle cosa intendesse - per caso sapeva dei problemi che avevamo Jorge ed io? Era di Cande che stavamo parlando, lei sapeva ogni cosa - mi precedette.
"Blanco è nella sua stanza, probabilmente starà piangendo o pensando a com'è finita la sua vita," disse come se fosse una cosa normale. Sobbalzai terrificata.Scoppiò a ridere. "Rilassati, sto scherzando." Mi picchiettò il braccio scherzosamente, ma ero ancora leggermente scioccata. "Hai intenzione di entrare,o?"
"S- sì," mi risvegliai dallo stato di schock. Candelaria riusciva ad intimidirmi sempre, specialmente con quel suo strano senso umoristico - ovvero qualcosa a cui mi ero abituata solo dopo mesi.
Mi tese la mano e le porsi la mia giacca, per tutto il tempo aveva studiato nei minimi particolari ogni mio movimento ed espressione. Iniziavo a sentirmi impacciata.
"Cosa c'è?" domandai timidamente, scuotendo i capelli, preoccupata che si fossero scombinati per via del vento.
Candelaria sbatté le palpebre. "Non so cosa sia successo. Jorge non ha voluto parlarmene, ma qualsiasi cosa sia, sono sicura che funzionerà," disse, continuando a fissarmi. "Scusa, mi è uscita male. Tu devi farla funzionare."
Sbarrai gli occhi, intimorita dal suo tono autoritario.
"Non voglio più veder mio fratello in quello stato, capito? So che lo ami e tutte quelle smancerie da coppia. Per cui, detto fatto, vai nella sua stanza e parlagli. Avete circa due ore prima che mamma e Daniel ritornino dal dottore. Mi sembra che il tempo sia sufficiente per fare del buon sesso." Sorrise beffarda e, senza aggiungere altro, si chiuse la porta d'ingresso alle spalle.
Rimasi sbalordita per un attimo. Sapevo che non avrei dovuto sorprendermi di quanto ha detto Candelaria, ma era solo... strano il modo in cui aveva proferito quelle parole. Fare sesso? Davvero? Mi risultava strano credere che avesse solo 15 anni. Se Jorge avesse sentito la nostra conversazione, avrebbe fatto finta di non sapere.
La porta della sua stanza era ancora chiusa e sentivo addosso il suo sguardo minaccioso mentre percorrevo il piccolo corridoio, avvertendo una fastidiosa stretta allo stomaco. E se fosse stata una pessima idea? Cos'avrei fatto se non avesse voluto nemmeno aprire la porta?
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B.R.O.N.X.
FanfictionTralasciando il fatto che tutti e due vivono a New York, Jorge e Martina non hanno niente in comune. Mentre Jorge fa l'impossibile per sopravvivere, Martina ha qualsiasi cosa ogni ragazza possa volere .O per lo meno lei pensa di avere tutto. Cosa s...