Io:"Come fai ?"
Jorge:"Fare cosa?" Disse lui proprio quando il treno si fermò accanto alla piattaforma. Tenne stretto il mio corpo al suo ancora e spinse contro la quantità di gente che stava salendo o scendendo dal vagone. Alla fine riuscimmo ad en-trare ma non c'erano posti liberi così rimanemmo in piedi, sostenendoci ad una sbarra.
Io:"Quello che hai appena fatto." Chiarii una volta che le nostre posizioni furono stabili.
Jorge:"È il mio fascino, principessa." Mi fece l'occhiolino presuntuosamente facendomi roteare gli occhi scherzosamente.
Io:"Seriamente come fai ad essere così vanitoso?" Domandai ridacchiando.
Jorge:"Si chiama fiducia in sé stessi, tesoro" Ammiccò ancora una volta.
Io:"È l'ora dei nomignoli?" Chiesi, sostenendomi alla sbarra più saldamente poi-ché l'autista stava facendo delle brusche curve.
Tutto di un colpo ci fu una fermata ancora più violenta e l'intero vagone tremò facendo perdere l'equilibrio alla gente. Io, essendo l'impacciata me stessa, quasi caddi. Infatti, se non fosse stato per il paio di braccia che mi avvolse la vita sarei caduta con la faccia a terra.
Jorge:"Devi stare più attenta, non sarò sempre qui per salvarti." disse con una voce da supereroe mentre io risi appena.
Io:"Grazie Superman." Lo canzonai.
Jorge:"Lascerò questa mano qui semplicemente in caso tu decida di cadere ancora." I miei occhi si abbassarono sulla mia vita dove il suo braccio era avvolto delicatamente ma fermamente. Anche se la mia pelle era coperta da due strati di tessuto, avevo ancora una formicolante sensazione della sua vicinanza. "So che comunque tu lo stai facendo di proposito." Agitò la mano come se fossi io quella ad avergli disperatamente chiesto di sorreggermi.
Alzai gli occhi al soffitto ma anche se avrei dovuto dirgli di scostarsi non fui capace di trovare la volontà di farlo. Ero molto più a mio agio in questo modo e questo non sarebbe dovuto star accadendo.
Il vagone divenne sempre più vuoto mentre ci allontanavamo dal centro città e ci avvicinavamo al Bronx. Io e Jorge ci intrattenemmo in qualche piccola conversazione e alla fine trovammo un paio di posti liberi, fattore che comportò il suo ritrarre il braccio da attorno a me.
Jorge:"Non è poi così male tutto sommato, o no?" Domandò dopo qualche attimo di silenzio.
Mi guardai attorno. Avevo visto della gente strana. Ero sicura che ci fosse un pedofilo che mi stava fissando dall'altra parte del vagone e avevo visto qualcuno sniffare una sostanza bianca dalle sue tasche. Quindi se non tenevamo conto di questi, del ragazzo che suonava la fisarmonica e cantava in spagnolo e della ragazza gothic con i piercing nelle guance, sopracciglia, bocca, naso e praticamente ovunque; era stata una corsa abbastanza normale.
Io:"Suppongo..." Affievolii la voce. "Ma non ho intenzione di venire ancora qui se posso evitarlo." Indirizzai un dito verso di lui in segno di avvertimento.
Ridacchiò.
Jorge:"Okay." Mi accorsi che quando mostrava tutti i suoi denti, una fossetta si formava sul lato sinistro della sua bocca. "Ho qualcosa sul viso?" Domandò, toccandosi il punto che stavo osservando.
Io:"Sì. Una fossetta." Confessai.
Jorge;"Meglio una fossetta che un brufolo, eh?" Sollevò le sopracciglia come se avesse fatto la miglior battuta al mondo e iniziò a ridere.
Io:"Oh Signore." Mi coprii gli occhi con la mano. "È più carina almeno." Marcai la parola 'carina'.
Mi lanciò un'occhiata piena di disprezzo ed io storsi la bocca ridacchiando.
Jorge:"Sei fortunata che sei carina altrimenti ti avrei già preso a calci." Disse scherzando per metà.
Io:"Pensavo che non usassi la parola 'carina'." Gli feci notare confusamente, così uscì più come una domanda.
Jorge:"Va bene per le ragazze, perché le ragazze possono essere carine. Ma i ragazzi non sono carini, sono sexy." Disse lui effettivamente provocante.
Io:"Ma alcuni ragazzi non sono sexy." Sostenni, posando la mia testa sulla mano e il mio ginocchio sulla coscia.
Jorge:"Non è il mio caso." Bisbigliò avvicinandosi. "Giusto?" Sussurrò, questa volta nel mio orecchio così il suo respiro caldo colpì la mia pelle.
Dannazione, perché doveva sempre rendermi nervosa?
Io:"Sì." Raggruppai tutta la sicurezza che potessi avere e semplicemente lo dissi. Non che la mia voce potesse spezzarsi in una frase di una parola.
Si scostò quando qualcosa venne annunciato dagli altoparlanti.
Jorge:"Questa è la stazione." Mi informò, alzandosi e prendendo la mia mano nella sua, sollevandomi delicatamente con lui.
Quando rinvenni dal mio leggero squagliarmi chiarii la mia risposta. "Comunque, intendevo dire che sì, è il tuo caso. Non sei sexy."
Sollevò le sopracciglia interrogativamente.
Io:"Per niente." Finii, sogghignando.
Jorge sbuffò, passandosi una mano tra i perfetti capelli biondi cenere. "Sei proprio una pessima bugiarda."
Certo che lo sono. Voglio dire, sei sexy come l'inferno, ma non voglio alimentare ancora di più il tuo ego quindi non lo ammetterò.
Io:"Non avevo mentito così tanto nella mia vita fino a quando non ti ho incontrato." Pensai a voce alta.
Jorge:"E perché mai?" chiese curiosamente mentre ci recammo su per le scale della stazione e ritornammo di nuovo in strada. Avevo dimenticato com'era la luce naturale dopo essere stata in quel buco.
Io:"Beh, vediamo." Feci finta di pensare e cominciai a contare con le dita. "Ho mentito ai miei genitori quando avevo detto loro che non sarei venuta mai più al Bronx, ho mentito quando ho promesso a mio fratello che non ti avrei mai parlato di nuovo, ho mentito al mio ragazzo quando ho detto che eri mio cugino, ho mentito ai miei genitori anche quando ho detto loro che ero con una vecchia amica ... " Mi
interruppi, pensando più possibile alle bugie che avevo detto nelle ultime settimane. "Oh, e ho mentito a mia madre oggi, quando ho detto che ero in giro con alcune ragazze che nemmeno esistono." Finii e guardai Jorge con un'espressione che sembrava chiaramente un 'vedi?'
Jorge:"Wow" aprì la bocca teatralmente trascinando la 'o'. "Sei proprio una dura Tini. Sono sorpreso che non ti hanno ancora cacciato fuori. Che tipo di genitori sono che lasciano la loro figlia diventi una ribelle? "Scosse la testa cercando di apparire del tutto serio. E qui si stava prendendo gioco di me, ancora.
Gli mandai uno sguardo furioso e cominciai a camminare più velocemente in qualunque direzione stessimo andando.
Jorge:"Hmm Tini, hai qualche idea di dove stai andando?" La sua voce proveniva da un paio di metri dietro di me, mi fermai e alzai gli occhi al cielo. Mi girai lentamente. Io:"Ovviamente no." Sbottai. «Ma dal momento che ti stai prendendo gioco di me ancora una volta - quando hai promesso che non l'avresti
fatto-" Enfatizzai quella parte. "Non stare con te." Misi il broncio come facevo quando i miei genitori non volevano comprarmi una nuova bambola quando ero piccola e mi voltai di nuovo.
Non feci due passi prima che Jorge fu in piedi di fronte a me e mi impedì di camminare. Cercai di schivarlo, ma si spostò a sinistra, mi spostai a destra e fece lo stesso. (Sospirai infastidita e proprio mentre stavo per girarmi e camminare nella direzione opposta - ovunque mi avrebbe portata - un paio di mani forti si poggiarono sulle mie spalle. Provai a liberarmi dalla sua presa, ma lui non si mosse di un pollice.
Jorge:"Dai, smettila di arrabbiarti Tini."sospirò. "Mi dispiace di aver rotto la promessa." Alzò gli
occhi. "Ma è troppo divertente bisticciare con te, cedi sempre." Un piccolo sorriso si fece strada sul suo volto, finendo con una strana risatina. La mia testa era inclinata di lato con gli occhi socchiusi, mostrandogli che non era affatto divertente. Così si fece serio.
Quando sentimmo un brontolio la serietà cessò.
Jorge:"Qualcuno ha fame." ridacchiò.
Portai le mani al mio stomaco e brontolò di nuovo. Perché queste cose imbarazzanti succedono sempre a
me?
Io:"Comprami del cibo, Blanco." Dissi, rinunciando al mio capriccio. Non so nemmeno come Jorge voglia uscire con me perché, onestamente, mi comporto sempre come una bambina stupida. Ho bisogno di cambiare la situazione. Devo assolutamente smetterla.
Jorge sorrise sapendo di aver vinto un'altra volta. "Andiamo." Appoggiò un braccio intorno alle spalle e non potei fare a meno di sentirmi a disagio. Io non vado in giro a farlo con ogni ragazzo che conosco ma per Jorge non sembrava un così grosso problema quindi lasciai perdere. Era una specie di comodità.
Jorge:"Ti piace il frappè?" Chiese all'improvviso guardandomi.
Annuii. "A chi non piace?"
Ben presto ci fermammo di fronte a quello che sembrava un bar o un ristorante. La strada era più carina rispetto al resto delle strade nella zona ed era anche più ampia. Accanto al bar - che sembrava uno di quei ristoranti dei film degli anni 50 - c'era un parrucchiere e degli impiegati che ballavano mentre tagliavano ai clienti i proprio capelli. Sicuramente non qualcosa che si vedrebbe a Manhattan. C'era anche uno di quei bastoni rotanti che hanno, strisce blu e bianche rosse. Sono divertenti. Sulla parte superiore della porta del bar / ristorante / qualunque cosa fosse, c'era una grande insegna rosa al neon, "Betty". Uno delle T era spenta e la luce della S si spegneva e riaccendeva come in quei motel nei film. In realtà, questo quartiere sembrava molto come uno di quei quartieri dei film.
Prima che potessi vedere altro, Jorge spinse la porta di vetro e mi trascinò dentro. Solo un paio di tavoli erano occupati e l'unica cameriera in vista si stava noiosamente mangiucchiando le unghie dietro il
bancone. Jorge si avvicinò ad un tavolo di sua scelta, vicino alla finestra, senza neanche aspettare che la ragazza ci assegnasse un posto. Scivolammo su delle sedie trapuntate azzurre opposte l'una dall'altra e
istantaneamente la ragazza che era dietro il bancone raggiunse il nostro tavolo.
Xx:"Hey Jorgito, vedo che ti sei trovare una nuova ragazza." Ora guardandola da vicino, sembrava di non avere più di 30 anni. Aveva dei capelli quai neri e ricci che le incorniciavano il viso in modo afro. I suoi
grandi occhi scuri erano liberi di trucco, non è che ne avesse bisogno, aveva una bellezza naturale.
Indossava un grembiule rosa chiaro sulla parte superiore dei suoi pantaloncini di jeans e una t-shirt bianca normale.
Jorge:"E 'solo un'amica Betty". disse velocemente facendola ridere come se gli credesse.
Betty:"Certo. Questo è quello che dicono tutti. "Disse non convinta del tutto e mi mandò un bel sorriso che, io
ricambiai.
Io:"Ho già un ragazzo." Aggiunsi, non volendo che la gente credesse erroneamente che stessi con Jorge.
Non credo di essere il suo tipo comunque.
Betty:"Oh." Disse sorridendo. "Beh, cosa posso portarvi ragazzi?" Guardò Jorge di nuovo e lo colsi mentre fece un gesto strano e le sussurrò un 'no' , ma mi strinsi nelle spalle.
Jorge:"Prendo un frullato alla vaniglia." disse mentre mi guardava aspettando la mia risposta ma Betty mi battè nel parlare.
Betty:"Proprio come sempre. Mi ricordo ancora quando Jorge correva con il suo frullato di vaniglia, quando era solo un bambino. Era così carino. "Lei sospirò. "Dove sono finiti quei tempi Jay?"
Scherzosamente roteò gli occhi.
Jorge:"Zitta Betty." Borbottò imbarazzato ma chiaramente non offeso. Potresti
dire a questo ragazzo quante volte ti pare che è brutto, ma penserà sempre di essere l'uomo più sexy in città.
Io."Scommetto che eri carinissimo quando eri piccolo." Canticchiai come fanno le nonne quando parlano di un bambino, immaginando un mini Jorge in giro. Betty si mise a ridere.
Betty:"Lo giuro, lo era. Non so cosa sia successo. "Lei scosse la testa in finta pietà. Quello che è successo è che Madre Natura ha utilizzato la sua magia cambiando il carinissimo in attraente. Dio, devo davvero smetterla.
Dopo aver riso abbastanza, ordinai un frappè al cioccolato e Betty disse che sarebbe tornata con i nostri ordini al più presto.
Io:"E 'bello essere preso in giro, eh?" Scherzai guadagnandomi un'occhiataccia.
Jorge:"Non mi dà fastidio, perché so che entrambe mi sognate in un letto." Aggiunse rapidamente e il suo ego arrogante tornò.
Io:"Ew Jorge, sei disgustoso." Aggrottai le sopracciglia emettendo un suon soffocato. Cosi ridacchiò.
Jorge:"Quindi, Jeco è ufficialmente il tuo ragazzo ora?" Chiese casualmente, ma sapevo che dietro a 'sto solo cercando di fare un po' di conversazione' ci fosse curiosità.
Io:"Si chiama Diego." Lo corressi. "E se quello che vuoi dire è se mi ha chiesto di essere la sua ragazza, la risposta è no". Sbottai. Non avevo intenzione di rispondergli in modo brusco perché non è colpa sua, ma comunque me lo ha chiesto lui.
Jorge:"E chi se ne frega come si chiama? È sempre un idiota. " Sbuffò, mentre si spaparanzava sulla sedia.
Io:"Non è un idiota." Lo difesi, togliendomi il maglione a causa del caldo che faceva lì dentro. La t-shirt che indossavo sotto mostrava una certa scollatura, ma non troppo. Nonostante ciò trovai Jorge a fissare le mie tette.
Io:"La mia faccia è qui." Schioccai le dita per catturare la sua attenzione e indicai il mio viso.
Alzò lo sguardo appena sentì la mia voce e si schiarì la gola. "Allora, com'è stato il tuo appuntamento ieri?"
Io:"Non me lo ricordare." Alzai una mano per impedirgli di andare avanti con il discorso.
Jorge:"Che tipo di 'gay' porta la sua ragazza a teatro? Che cos'ha? 80 anni? " esclamò e cominciò a ridere della propria battuta.
Il fatto che soffocai in una risata mi infastidì. Stava insultando il ragazzo con cui uscivo e ridevo, invece di difenderlo. "Abbiamo avuto appuntamenti migliori."
Jorge:"Davvero? Qual è la cosa più divertente che abbiate mai fatto insieme? "Chiese con entrambi i gomiti appoggiati sul tavolo, interessato e pronto a ridere per tutto ciò che stavo per dire.
Io:"Beh ... si .. siamo ..." Cercai di pensare a qualcosa in fretta. "Siamo andati al cinema e a delle fes-"
Jorge mi interruppe prima che potessi andare avanti - se ci fosse qualcos'altro su cui andare avanti.
Jorge:"A delle feste di Mozart." Corresse con un'espressione astuta. Alzai gli occhi. Non smetterà mai di prendermi in giro, vero? "Dovresti considerarti fortunata dato che sto 'alleggerendo' il tuo week-end."
Spalancai la bocca.
Io:"Mangi sfrontatezza per colazione ogni mattina o sei semplicemente nato così?"
Jorge:"Ti ho detto che è parte del mio fascino naturale." Tirò il colletto della giacca di jeans.
Io:«Oh, Dio». Sospirai, affondando il viso tra le mani. "Cosa ti fa pensare che mi stia divertendo comunque?" Chiesi con occhi curiosi, appoggiata sul tavolo, come aveva fatto lui in precedenza.
Betty:"Ecco i vostri frullati." alzai la testa per vedere Betty mettere due bicchieri
enormi di metallo sul tavolo, adornati con una cannuccia ciascuno. "Divertitevi!" Canzonò mentre si allontanò di nuovo dopo che la ringraziammo.
Presi il mio frullato e appoggiai le mie labbra intorno alla cannuccia rossa, succhiando in modo che il liquido marrone sarebbe salito. Quando la sostanza dolce incontrò la mia bocca gemetti.
Io:"Questo è il miglior frullato che abbia mai provato." Ammisi, facendo ridere Jorge.
Jorge:"Te l'avevo detto che era meglio del McDonalds." Osservò levando le labbra dalla sua cannuccia blu.
"Fammi provare il tuo, non ho mai assaggiato quello al cioccolato."
Prima che potessi rispondere, afferrò il mio bicchiere e ignorando la cannuccia, prese un lungo sorso.
Asciugandosi la bocca con il dorso della mano, lo porse di nuovo a me. Esaminai il contenuto per vedere che aveva bevuto quasi la metà di esso. Aprii la bocca, raggiunsi il suo e feci lo stesso, prendendo un lungo sorso per poi darlo di nuovo a lui.
Io:"Hmm, io preferisco la mia." Affermai alla fine.
Jorge:"Hai un paio di baffi.", Scherzò, ridacchiando come se avesse cinque anni.
Leccai il mio labbro superiore con un movimento lento, cercando di sembrare veramente sexy e dal cambiamento di espressione potrei dire che avevo raggiunto il mio scopo. Guardai sorridendo come si leccava le labbra, ma il mio sorriso scomparve quando mi accorsi di quanto fosse sexy. No, no Martina, cosa ti sta facendo questo ragazzo? Qualunque cosa sia, non va bene, quindi smettila di flirtare.
Io:"Allora, io ti ho detto di Diego, ma tu non mi hai detto di ... qual era il suo nome?" Chiesi cercando di ottenere qualche informazione. Questa è la pettegola che c è in me.
Jorge:"Vuoi dire Stephie?" Chiese come se non fosse troppo interessato all argomento. Annuii. "Non siamo fidanzati. Non lo siamo stati e non lo saremo mai. "Si strinse nelle spalle.
Trasalii alle sue dure parole. "Ma ho sentito dire che lei è innamorata di te ..." Mi interruppe.
Jorge:"Non lo so, ma io non sono innamorato di lei." Scrollò di nuovo le spalle, prendendo un piccolo sorso del suo drink.
Io:"Allora non dovresti giocare con i suoi sentimenti. Se quello che cerchi è una bella scopata, allora puoi andare in un club e trovarti una puttana." Non è che mi piaccia Stephie, ma so come ci si sente ad essere usata da un ragazzo (più o meno) e penso che gli uomini dovrebbero rispettare le donne. Semplice.
Jorge:"Aspetta un secondo, ho appena sentito quello che credo?" rimase a bocca aperta come se non fosse in grado di credere a ciò che avevo appena detto.Mi strinsi nelle spalle.
Jorge:"Guarda, Stephie lo sa, lei è ben consapevole che non provo sentimenti per lei di alcun tipo e lei continua a venire da me." Spiegò. "Perché ti importa? Non sembrava vi piaceste l 'un l 'altro, l'altro giorno."
Io:"Non mi interessa. Stavo solo chiedendo. Onestamente non vedo cosa ci sia di divertente nell avere un 'rapporto' fondato sul sesso. " Imitai le virgolette sulla parola rapporto.
Jorge:"Lo dici solo perché sei ì vergine." Mi guardò consapevolmente.
Io:"Perché pensi che io sia vergine? E che cosa ha a che fare con qualsiasi cosa, comunque? "Mi lasciai
cadere sulla sedia con le braccia incrociate, sembrando un po' infastidito.
Jorge:"Lo so e basta. Quando non hai mai fatto sesso lo vedi come fare l'amore e pensi che si debba fare con la persona giusta, ma dopo ti rendi conto che per alcune persone non ne vale la pena. "Per qualche ragione
le parole uscirono dalla sua bocca amaramente.
Io:"Sembra tu sappia molto.Dissi timidamente, prendendo un altro sorso dal mio bicchiere.
Jorge: "Diciamo solo che non credo più nell'amore".
Questo innescò il mio interesse. "Non più?"
Lui si limitò ad annuire.
Io:"Sei mai stato innamorato?" Chiesi mentre stavo giocando con la cannuccia, senza osare guardarlo negli occhi.
Jorge:"No" disse secco. "Ma ho visto molte persone con il cuore spezzato a causa di qualcuno che amavano."
Ha continuato. "Il mio motto è: non amare nessuno e non verrai ferito."
Io:"Ma poi perderai le cose migliori che l amore ha." Dissi in disaccordo mentre lo guardavo. Ma lui non mi guardava, il suo sguardo era rivolto da qualche parte dietro di me, ma i suoi occhi sembravano persi come
se non vedevano nulla.
Jorge:"Lo sei mai stata?" Lui chiese a un tratto volgendo i suoi occhi verdi a me.
Io:"Cosa?"
Jorge:"Innamorata".
Io:"No.", Dissi esitante dopo qualche secondo di concentrazione. "Voglio dire, i mie ex ragazzi mi piacevano, ma non ho mai sentito le farfalle nello stomaco quando qualcuno mi teneva la mano, non ho mai sentito il bisogno di stare con una persona 24 ore su 24, non ho mai pensato di dare la mia vita per loro ... "Mi
interruppe mentre nominavo tutte quelle cose che si vedono nel film.
Jorge:" Ti sbagli se pensi che questi sentimenti siano veri. Sono solo stronzate che hanno messo nei film romantici per renderli più interessanti. " Sbuffò, finendo il suo frullato e facendo quel suono
fastidioso quando è rimasto nulla per cui aspirare liquidi.
Io:"Credo che un giorno mi sentirò così e scommetto anche tu. Devi solo trovare la ragazza giusta. "Sorrisi
con aria sognante. Sto cominciando ad avere paura anche io della mia sdolcinatezza.
Jorge:"Pensi che Diego sia il ragazzo giusto?" chiese con una emozione misteriosa nascosta nelle sue sfere
color caramello.
La domanda mi colse alla sprovvista. "I-io non lo so." Balbettai.
Una piccola risatina gli sfuggì dalle labbra perfette a forma di cuore.
Jorge:"Perché stai con lui allora? Non stai perdendo tempo per trovare il tuo principe azzurro? "
Io:"Per tua informazione, ho avuto una cotta per Diego tre anni." Ribattei, mettendomi il maglione e soffiando i capelli dal mio viso.
Jorge:"Allora, non dovresti essere follemente innamorata di lui, ormai?" Disse, contraendo le labbra verso l'alto per formare uno dei suoi sorrisetti infami che ormai odio così tanto.
Anche se mi infastidiva, non potei fare a meno di chiedermi se aveva ragione. Il primo giorno che Diego mi chiese di uscire ero al settimo cielo ma i giorni seguenti non mi sentii nemmeno entusiasta per i nostri appuntamenti. Ho paura di ammettere che Jorge potrebbe avere qualcosa a che fare con questo.
Io:"La mia vita sentimentale non è affar tuo, Blanco." Scattai sulla difensiva.
Jorge:"Calma calmina, ero solo curioso.« Disse in modo innocente e mi fece una smorfia.
Vuole solo farmi dire che non mi piace molto Diego. Beh, peccato perché mi piace.
Finii l'ultimo sorso di frullato mentre gli mandavo ancora occhiatacce.
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Ragazze ho iniziato una nuova storia leonetta leggetela.
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B.R.O.N.X.
FanfictionTralasciando il fatto che tutti e due vivono a New York, Jorge e Martina non hanno niente in comune. Mentre Jorge fa l'impossibile per sopravvivere, Martina ha qualsiasi cosa ogni ragazza possa volere .O per lo meno lei pensa di avere tutto. Cosa s...