57.HO BISOGNO DI TE ADESSO

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Jorge Pov.
"Cosa diavolo stava facendo la tua ragazza con il mio ragazzo?"
L'ultima cosa - o meglio persona - che mi aspettai di trovare quando suonò il campanello, dopo poco più di un'ora che Martina fosse tornata a casa, era Stephie. Era appollaiata sulla soglia della mia porta con le labbra serrate e le sopracciglia sollevate.
Quasi scoppiai a ridere. "Scusami?"
"Ho detto perchè la tua ragazza è uscita dalla casa del mio ragazzo," ripeté, aggiungendo altre informazioni.
Qualsiasi traccia di divertimento mi abbandonò. "Non è quello che hai detto prima," dissi lentamente.
Stephie roteò gli occhi. "Come ti pare. E' quello che ho visto."
Scossi la testa con decisione. "Non è possibile. Martina non si sarebbe mai avvicinata a Peter."
Stephie mi guardò con quello che sembrava pietà, uno sguardo vivamente di disprezzo. "Guarda, Jorge. So che pensi che quella mocciosa è la perfetta bambina di papà, ma potrei recitare anche io quel ruolo se volessi. Inoltre, non vi siete mica presi a pugni ultimamente?" sorrise.
Sbuffai sonoramente, guardandomi alle spalle per controllare che la mia famiglia era ancora in salotto, mentre prestava attenzione alla TV e non a me. Candelaria corrugò la fronte e le mormorai "Non è niente".
"Cosa vuoi veramente, Stephie? Non ho tempo per le tue stronzate in questo momento," chiesi con impazienza. Ero stanco e incazzato e preoccupato. Non avevo bisogno dei suoi giochetti nella mia vita. Era impossibile che Martina fosse andata da Peter. Doveva essere a casa ormai, pensando a quanto mi odiasse.
"Pensi me lo stia inventando?" Stephie alzò la voce, un segno che mi fece chiedere se fosse davvero onesta e che cosa volesse dire. "Dannazione, Jorge. Non ho nessun motivo per sprecare del tempo pensando a quella stupida stronza. Voglio solo sapere cosa stava facendo con lui".
"Attenta," l'avvertii. L'ultima cosa che le avrei consentito era insultare Martina, tanto meno in casa mia. "Dovrai spiegarti meglio perché, in questo momento, mi manca un secondo per chiuderti la porta in faccia," dissi, serrando il pugno sullo stipite della porta.
"Posso almeno entrare?" chiese lei, con l'obiettivo di fare un passo dentro.
"No."
Stephie alzò di nuovo gli occhi, cosa che ama fare. "Dio, Jorge, non so nemmeno cosa stavano facendo insieme. L'ho appena vista uscire da casa sua e poi correre dietro un taxi. Avrei dovuto seguirla come uno stalker?" Si guardò gli stivali col tacco per dare enfasi.
Presi un lungo respiro. Ciò non ha assolutamente alcun senso. Proprio nessuno. L'idea della mia ragazza e del mio mortale nemico (okay è troppo drammatico) insieme era semplicemente inconcepibile. Ma cos'altro avrebbe potuto fare Martina lì? Non conosce nessuno da quelle parti.
"Chiamala, se vuoi. Falle spiegare," Stephie suggerì con un pizzico di malizia nella sua voce.
Afferrai la giacca e la indossai prima di scatenare la mia rabbia mentre ero ancora a casa. Non c'era bisogno di spaventare mia mamma ancora di più.

"Andiamo a fare una visita al tuo caro piccioncino," dissi. "Torno tra un po'," informai mia mamma, la quale era presa da un nuovo episodio di Al passo con i Kardashian, diceva di guardarlo solo perché era una pausa dalle complicazioni della vita reale.
"Dove stai andando?" chiese lei, i suoi occhi lasciarono lo schermo per un attimo. I cerchi scuri sotto gli occhi causati dalle notti insonni erano ancora visibili.
"Fuori".
"No merda," Cande mormorò, guadagnandosi uno sguardo di rimprovero da mia mamma e un rantolo da Daniel. Eppure, teneva lo sguardo fisso su di me, come se stesse cercando di capire. Era decisamente snervante.
"Ti chiamo se faccio tardi," aggiunsi prima di lasciare l'appartamento, una parte di me era distrutta dallo sguardo sul volto di mia madre. Una volta che avrai abbastanza soldi, mollerai tutto e potrai finalmente renderli orgogliosi, mi dissi, mentre scesi giù per le scale con Stephie la quale cercava di tenere il mio passo con i tacchi.
"Prima di tutto, è sicuramente colpa di Peter. Qualunque cosa Martina stesse facendo lì, non ci era andata volentieri," dissi, raggiungendo la strada. I miei muscoli erano tesi al solo pensiero di parlagli, figuriamoci se le avesse fatto del male.
Stephie piagnucolò qualcosa che non riuscii a sentire, mentre cercava di starmi accanto il più possibile. Per quanto non mi piacesse, non potevo biasimarla. Queste strade non erano le più sicure la notte, ecco perché non riuscii ad immaginarmi possibili scenari in cui Martina fosse finita coinvolta con quel pezzo di merda che una volta era mio amico.
Credo che il tempo davvero cambi le cose. E la gente.
"Secondo te Peter mi ha tradito con lei?" Chiese Stephie, scettica.
"Wow, dov'è finita tutta la tua autostima?" La presi in giro. A pensarci bene, però, avevo scelto Tini al suo posto, quindi aveva un motivo per sentirsi insicura. Tuttavia, se avessi saputo che Peter aveva toccato un solo capello biondo a Martina, gli avrei spezzato quella cazzo di gambe. Tra questo e la questione di Diego, mi era davvero difficile non colpire di nuovo il muro. L'unico motivo per cui non lo facevo era perché sapevo che l'avrebbe sconvolta ulteriormente.
Stephie mi guardò mentre girammo l'angolo della strada in cui abitava Peter. In realtà l'abitazione era proprio di fronte al parco, nessuno vuole perdersi in giro a quegli alberi e cespugli quando il sole è già calato. Non se non hai un'arma con te, comunque. Il che mi ricordò la discussione con Martina. Il mio stomaco era in subbuglio. Avrei dovuto seguirla. Il mio maledetto orgoglio aveva avuto la meglio nel momento in cui aveva detto che non voleva stare con me in quel momento. Non mi aveva chiamato per farmi sapere che era tutto a posto, il che mi faceva preoccupare minuto dopo minuto. Se le fosse accaduto davvero qualcosa, non me lo sarei mai perdonato.
Bussai alla porta come se non ci fosse un domani fino a quando qualcuno finalmente aprì. Peter non sembrava sorpreso di vedermi come mi sarei aspettato, il che aumentò solo la mia preoccupazione.
"Blanco, che piacevole sorpresa," disse, raggiante di cattiveria.
Lo spinsi nell'appartamento inaspettatamente pulito. Non avevo mai avuto modo di attraversare la porta prima, ma avevo sempre immaginato fosse stato un porcile.
"Hai due secondi per spiegare perché Stephie ti ha visto con la mia ragazza," dissi, marciando verso il centro della stanza.
Peter sembrò notare la sua fidanzata o qualunque sia il loro status. Egli semi-aggrottò la fronte, non sembrava molto preoccupato per lei, anzi, sembrava volesse farglielo notare.
"Dovresti andare a casa, Ale," disse Peter, puntando il mento verso la porta.
Lei esitò, giocando con la cerniera della giacca. "Resterò qui," decise e poi mi guardò. "Voglio sapere cosa stavi facendo con lei."
Era probabilmente la prima volta nella mia vita che avevo sentito Stephie così piccola e insicura. Ai tempi in cui andavo a letto con lei, era sempre sfacciata e fiduciosa. Tuttavia, in presenza di Peter sembrava farsi indietro. Mi chiedevo se avesse paura di lui e perché, ma ero più preoccupato del problema attuale.
"Va bene," Peter disse a denti stretti, senza distoglierle lo sguardo infastidito di dosso. "Allora, aspetta nella mia stanza."
Pensai che si fosse opposta o avesse detto qualcosa, ma, con un cipiglio, semplicemente lo obbedì. Scomparve dietro una porta aperta, sbattendola dietro di sé, anche se ebbi la sensazione che avrebbe origliato tutto il tempo.
Diedi a Peter, che stava scuotendo la testa, uno sguardo impaziente. "Allora?"
Afferrò una lattina di birra dal frigo. "Ne vuoi una?"
Mi trascinai rapidamente al ripiano per la colazione, premendo i palmi sulla superficie del bancone. "Quello che voglio è una spiegazione. A meno che tu non preferisca essere pestato a sangue. Fidati, non avrei alcun problema." Strinsi i pugni per rendere il mio punto chiaro.
Peter rise e bevve un sorso dalla sua birra. Lo stronzo non aveva paura di me, avevamo fatto rissa un mucchio di volte in passato e anche io ero consapevole dei danni che poteva recarmi. Comunque, non era importante dal momento che il pensiero di lui mentre tocca Martina era impresso nella mia mente. Vorrei porre fine alla sua cazzo vita.

B.R.O.N.X.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora