Dedicato a annacuttano
MARTINA POV.
Jorge brontolò contro le mie labbra, sentendo il telefono suonare, ma continuò a baciarmi come e nulla fosse successo. Riluttante, lo allontanai di poco da me, in modo da riuscire ad afferrare l'iPhone, finito chissà dove sul pavimento accanto al letto, ma non si spostò.
"Non rispondere." Mormorò contro la mia pelle.
Io:"Ma- ma potrebbe essere importante," balbettai, incapace di concentrarmi su qualcosa che non fosse il suo tocco sulla mia pelle. Posai la mano sinistra al suolo, tastando con il palmo la superficie per cercare quello stupido aggeggio elettronico che aveva interrotto il mio piccolo momento in paradiso.
Udii un gemito ed un sospiro proveniente dalla bocca di Jorge prima che sfiorasse il mio labbro inferiore con i denti e finalmente lo rilasciò libero. Era così sexy. Prendendo il mio iPhone da terra, lo portò all'orecchio.
Jorge:"Cosa?" sbottò bruscamente, scostandosi dal mio corpo per poi sdraiarsi su un fianco. Pregai Dio che non fosse mia madre - cosa alquanto improbabile alle quattro del mattino - perché ciò avrebbe significato la mia morte istantanea.
Xx:"Jorge?" la voce dall'altro capo del telefono mi sembrò totalmente sorpresa. Esalai un sospiro di sollievo quando realizzai che quella non poteva essere mia madre. Non conosceva Jorge.
Jorge:"Lodovica?" sollevò un sopracciglio e mi guardò come per dire 'la tua amica è la persona più fastidiosa del mondo' mentre fece roteare gli occhi.
Io:"È Lodo?" mormorai, assumendo la sua stessa espressione di confusione mista a fastidio. Cosa voleva di tanto importante per far sì che interrompesse il nostro momento?
Lodo:"Dov'è Tini , perché hai risposto al suo telefono e perché ci hai messo così tanto?" strillò dall'altro capo del telefono, il suo tono di voce era così alto che lo sentii forte e chiaro. Signore e Signori, vorrei presentarvi la mia migliore amica: la regina del dramma.
"Puoi chiudere quella bocca? Mi stai facendo venire il mal di testa," mormorò Jorge, ed il suo disappunto crebbe maggiormente.
"È proprio qui e hai appena interrotto-"
Gli strappai il telefono di mano prima che Lodo potesse sentire una sola altra parola di ciò che Jorge stava per dirle. Sapevo che ai ragazzi non importava di raccontare le loro "esperienze sessuali" con le ragazze (non che abbiamo fatto sesso, ma sapete cosa intendo) ma io non sono un ragazzo. Jorge mi fece l'occhiolino quando realizzò che cos'avevo appena fatto, sdraiandomi sul letto mentre tenevo il telefono premuto contro l'orecchio.
Io:"Hey, Lodo." La salutai, cercando di sembrare allegra, cosa che non ero.
Lodo:"Martina, che cosa diavolo stavate facendo voi due?" gridò, usando un tono posto tra l'eccitato e l'arrabbiato.
Io;"Stavamo solo parlando," mentii, cercando di sembrare il più sincera possibile, sperando che se la bevesse o che, per lo meno, rimandasse l'interrogatorio a più tardi.
Jorge aggrottò le sopracciglia, come per dire 'Oh, davvero?' prima che gli angoli della sua bocca si curvassero verso l'alto, come se avesse appena avuto un'idea. Oh no.
Lodo:"Stronzate," sbottò. "Lo sai, vero, che riuscirò a farti dire la verità prima di quanto immagini?" Avrei persino potuto vedere la sua faccia compiaciuta mentre lo diceva. La cosa peggiore, era che sapevo che era vero.
"Stai attenta, okay? Non vogliamo bambini per ora." Ridacchiò e sentii un'altra persona ridere con lei, probabilmenteXabiani. Grandioso.
Io:"Lodovica!" l'ammonii, imbarazzata. "Non stiamo per fare quello." sibilai, stringendo i denti in modo che Jorge sentisse il meno possibile.
Lodo:"Allora, se non eri occupata, perché non mi hai chiamata? Sembra quasi che l'unica che si preoccupi per te sia io." Mi sembrò quasi di vederla mentre scuoteva la testa, facendomi notare la sua delusione, come faceva sempre quando si sentiva offesa.Io;"Sì, scusa, non ti ho chiamata, ma-" non potei finire la frase perché sentii una mano scorrer dal ginocchio alla coscia, sotto al tessuto dei pantaloncini che indossavo. Jorge sorrise compiaciuto nel vedere la mia reazione mentre cercavo di fermarlo con un'occhiata fulminea. Forse non era così fulminea dato che stavo ancora cercando di capire se volevo davvero che si fermasse.
Lodo:"Tini? Sei ancora lì?" la sua voce mi strappò dai miei pensieri.
Io:"Uhm sì, sì, sono qui." Mi schiarii la voce ma, quando le labbra di Jorge si posarono sul mio collo, non riuscii a continuare a parlare. Le sue mani rimasero sulla mia coscia e le sue dita disegnavano cerchi immaginari sulla mia pelle.
Io;"Ehm, stavo dicendo che siamo appena arrivati a casa." Mormorai, mentre Jorge iniziava a far scorrere la sua lingua contro il mio collo. Se avesse continuato così fino alla fine della conversazione, avrei avuto succhiotti ovunque.
"Quindi gli sbirri non vi hanno preso?" domandò Lodo, la sua voce sembrò ancor più strana della mia in quel momento.
Io:"No." Biascicai, assumendo un tono di voce insolito. Jorge ridacchiò silenziosamente contro il mio collo e sentii i suoi denti sfiorarmi la pelle.
"Sei sicura di star bene?" in quel momento, Lodo si mostrò quasi interessata.
Io:"Alla grande," dissi, sentendo la mano di Justin allontanarsi dalla mia coscia. Fu spiacevole e piacevole allo stesso tempo.
"Hmm, d'accordo," replicò Lodo, non sembrando molto convinta. "Deduco che dormirai lì stanotte, vero?"
Io:"Sì, i suoi non sono a casa," spiegai, dando involontariamente a Jorge un invito ad avvicinarsi maggiormente al mio collo, dove baciò lentamente, ma con perizia, tutta la pelle dalla mia clavicola al mio lobo dell'orecchio. La sua mano - che poco prima era sulla mia coscia - arrivò sino al mio ventre, sollevando l'orlo della mia maglietta e scivolando sotto di essa, mentre io cercai di rimanere calma. "Tu sei da Xabi?" domandai dopo interi secondi di silenzio.
Lodo:"Sì, siamo tutti qui, ma tra poco andremo in camera sua," disse con tono allusivo. Lodovica, piccola pervertita. Non che io fossi messa tanto meglio di lei in quel momento. Xabi condivideva l'appartamento con Facu e Luke, così immaginai che fossero tutti lì con le loro rispettive ragazze. Ringraziai Dio di essere da sola con Jorge.
Io:"Bene, divertitevi," ridacchiai, sapendo perfettamente ciò che avrebbero fatto. "nella sua stanza."
Lodo:"Oh, fidati di me, lo farò." Sogghignò.
Improvvisamednte, la mano di Jorge, da sotto la maglietta, scivolò sino a sfiorare l'elastico dei miei pantaloncini.
Io:"Devo andare Lodo. Ciao," dissi velocemente ed ero certa che Jorge voleva ottenere proprio questo da me, lo capii da come, in quel momento, mi guardava orgoglioso.
"Ma aspetta, perché? Vuoi che ti venga a prendere domani?" domandò Lodo confusa.
Io:"Certo, ti chiamo io. Buonanotte, Lod!" pigiai velocemente il tasto rosso sul display prima che potesse rispondere ed appoggiai il telefono sul comodino accanto al letto.
Jorge sorrise sommessamente e si avvicinò nuovamente per baciarmi le labbra. Ricambiai immediatamente il bacio, che - poco dopo - divenne quasi bollente. Feci scorrere le mani lungo il suo petto, sorprendendomi di quanto fossero pronunciati e tonici i suoi addominali e pettorali. Jorge massaggiò i miei fianchi da sotto la maglietta, facendole scorrere di volta in volta fino a che non raggiunse il mio seno.
Posò entrambe le mani sopra al reggiseno e, stringendoli lievemente, mi costrinse ad emettere un gemito. Per tutto il tempo i nostri fianchi rimasero uniti, provocando una piacevole sensazione al centro del ventre. Come può una persona farti sentire così bene?
interrompemmo quel bacio quando il bisogno d'aria si fece insistente ed entrambi respirammo avidamente. Jorge mi guardò negli occhi per alcuni secondi, con un'emozione che non sarei riuscita a descrivere, ma era così intensta che fece accelerare di poco il battito del mio cuore.
"Ti fidi di me, Martina?" sussurrò, senza distogliere lo sguardo dal mio nemmeno per un secondo.
"Sì," dissi, prendendo un respiro profondo, totalmente sicura di quella mia risposta, la quale fece comparire un piccolo sorriso su quelle sue labbra perfette.
In quel momento, realizzai una cosa. Mi fidavo di quel ragazzo. Quel ragazzo mi piaceva più di qualunque altro ragazzo alla quale mi ero interessata prima di lui. Mi piaceva qualsiasi cosa di lui, persino le sue imperfezioni, e sentivo che i miei sentimenti per lui continuavano a crescere. Forse Lodo aveva ragione ed io lo amavo. Forse ero finita con l'innamorarmi di lui senza nemmeno accorgermene. Ma il problema era che lui non era il ragazzo che credeva nell'amore, l'aveva detto lui stello. E tu non vorresti innamorarti di qualcuno che non è disposto a ricambiare, mi ricordò la mia coscienza, come se non lo sapessi. Era tutto così incasinato.
Quando Jorge si scostò da me, dimenticai ciò per la quale avrei dovuto restare concentrata. Si allontanò maggiormente, facendomi perdere il contatto con i nostri corpi. Tuttavia, non durò molto, perché subito dopo sentii le sue dita intente a sollevarmi la maglietta e la sua bocca socchiusa si posò appena sopra l'elastico dei miei pantaloncini. Lasciai cadere entrambe le braccia lungo i fianchi, sentendo quella sensazione accrescere sempre più e strinsi sotto alle mie mani le coperte di quel letto. Continuò a rilasciare una scia di baci attorno al mio ombelico ed il tessuto della maglietta scorreva verso l'alto ad ogni suo movimento. Quando raggiunse l'incavo tra i miei seni, portai involontariamente le braccia verso l'alto, permettendogli di sfilarmi quell'indumento. Jorge afferrò quell'opportunità e fece scivolare lungo le mie braccia la maglietta, per poi lanciarla da qualche parte sul pavimento. Era impossibile sentirsi coscienti con la consapevolezza che Jorge mi stava vedendo per la prima volta senza maglietta.
"Sei così bella, piccola." Jorge si allontanò di poco, in modo da potermi guardare negli occhi mentre pronunciava quelle parole. Con la mano libera mi scostò una ciocca di capelli dal viso.
Io:"Grazie," sussurrai timidamente, arrossendo a quel complimento. Quando il ragazzo della quale eri infatuata (e quasi sicuramente innamorata) pronunciava parole dolci come quelle, per di più guardandoti negli occhi, era impossibile non sciogliersi.
Si chinò e mi baciò le labbra, la sua targhetta picchiettò contro la mia pelle, ma io volevo di più. La parte 'sensuale' di me, che non conoscevo fino ad oggi, era determinata a dominare sul resto del corpo. Forse non ero pronta per fare sesso, ma sapevo che c'erano altre cose che le persone facevano prima di quello. Jorge colse quel mio suggerimento inespresso e mi baciò con più passione. Sentivo le labbra gonfie, ma non riuscivo ad averne abbastanza delle sue labbra.
Non si stancavano mai. Le nostre gambe erano intrecciate e così mi girai, sdraiandomi sopra di lui.
Le mie dita giocarono con i suoi capelli perché sapevo che amava quando lo facevo. Le mani di Jorge raggiunsero il gancio del mio reggiseno e mi sentii immediatamente più tesa.
Mi accigliai, prendendogli la mano e guardandolo, pretendendo una spiegazione.
Le nostre dita erano intrecciate,e il mio sguard si posò sulla sua mano.
Avrei giurato che, se mi avesse detto che avrebbe combattuto di nuovo, lo avrei ucciso a sangue, pensai.
Jorge:"Questi sono i pugni che ho tirato contro al muro l'altro giorno quand'ero arrabbiato con te," ammise, ridendoci su. Lasciai cadere la sua mano, per poi accarezzare dolcemente il percorso irregolare della sua pelle.
Trasalii. Sembrava quasi una smorfia di dolore, a giudicare dai segni che recava. "Solo tu potresti prendere a pugni un muro." Feci roteare gli occhi, ma non potei evitare di far comparire un sorriso sulle mie labbra.
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B.R.O.N.X.
FanfictionTralasciando il fatto che tutti e due vivono a New York, Jorge e Martina non hanno niente in comune. Mentre Jorge fa l'impossibile per sopravvivere, Martina ha qualsiasi cosa ogni ragazza possa volere .O per lo meno lei pensa di avere tutto. Cosa s...