"Comunque mi piace il tuo odore!" mi urlò Jorge prima che sparisse all'interno del palazzo. Segnerò questo giorno sul calendario come il giorno in cui sono arrossita e ho riso di più in tutta la mia vita. Cosa mi sta facendo questo ragazzo?
Mi assicurai che tutti i finestrini e le portiere fossero chiuse prima di partire verso casa. Le strade erano praticamente deserte tranne che per alcuni ubriaconi sdraiati qua e là sul marciapiede e alcune prostitute che mostravano le gambe a tutte le macchina che passavano. Sì, compresa la mia. Che schifo. Scossi la testa per scacciare la brutta immagine e mi fermai al semaforo rosso, proprio accanto all'Ufficio Servizi Sociali. Guardai le finestre, quelle quali erano affissi dei manifesti che annunciavano dei vaccini gratis per i bambini e gli anziani.
Continuai a guidare, cercando di non guardare ai miei lati e cercando di concentrarmi solo su come arrivare a casa. Era un po' difficile visto che sentivo le persone gridare anche quando la mia auto era praticamente blindata. Fortuna che pensavo che questo posto fosse spaventoso di giorno.
Improvvisamente sentii qualcuno che bussava al finestrino quando mi ero fermata ad un semaforo. Perché becco tutti i semafori rossi? Mi voltai con uno sguardo terrorizzato e trovai un ragazzo sulla ventina che mi sorrideva maliziosamente.
"Hey piccola!" mi disse, ma mi rifiutai di rispondergli. "Tira giù il finestrino così possiamo parlare." Fece un occhiolino.
Ti prego Signore no, so che non prego mai, ma se mi salvi da questo ragazzo, andrò in chiesa tutte le domeniche. Promesso.
Scossi la testa e spinsi sull'acceleratore anche se la luce non era ancora verde. "Vaffanculo!" Gridò prima che fossi troppo lontano per non sentirlo più.
Per il resto del viaggio rimasi in shock e quando cominciai a vedere le vivaci strade di Manhattan mi preso un sospiro di sollievo. Parcheggiai all'interno del garage e controllai l'ora sul mio telefono. Quasi le 22, e in più, avevo tre chiamate perse da mia mamma. Sono fottuta. Forse il ragazzo non era così male in confronto a quello che mi sta attendendo a casa. Se sono abbastanza fortunata i miei genitori saranno ad uno delle loro solite cene con "amici importanti".
Passai tutto il tempo nell'ascensore a pensare a delle scuse da poter dare ai miei genitori. Non riuscivo a trovare niente di credibile ed ero veramente nervosa. Credo che dovrò usare la solita vecchia scusa del 'ho incontrato un amico per strada'.
Appena uscita dall'ascensore arrivai alla porta di casa in punta di piedi e cercando di fare meno rumore possibile girai le chiavi nella serratura. Mi sentivo come se fossero le quattro del mattino invece che le 22. Guardai alla mia sinistra e la luce del soggiorno accesa.
Mariana:"Dove sei stata signorina?" la voce severa di mia madre proveniva dalla mia destra.
Io:"Oddio, mi hai spaventata!." Scoppiai a ridere, cercando di allentare la tensione.
Okay no, non ha funzionato.
Sembrava che i suoi occhi volessero bruciare i miei e cercai di mantenere uno sguardo vuoto così da non far sospettare nulla ma stava diventando difficile sostenere il suo di sguardo.
Io:"Probabilmente ti starai chiedendo perché non ho chiamato..." dissi ridendo nervosamente.
Io:"Bhè sai..stavo camminando per Times Square dopo aver lasciato il tuo studio e poi ho visto qualcuno." Almeno stavo dicendo parte della verità. Odio mentire ai miei genitori o a chiunque se è questo che importa, ma non è che posso dir loro che ero in giro con quel ragazzo del Bronx che mio fratello mi proibisce di vedere perché è pericoloso. No, non sono pronta a morire, grazie.
Alzò un sopracciglio aspettando che io continuassi.
Io:"Ed era Gina Brown, te la ricordi? È quella che veniva con me alle medie." Mentii, voglio dire, la ragazza esiste ma vive nel Connecticut adesso.
L'espressione di mia madre cambiò. Bene, ci sta cascando.
Io:"Allora lei mi ha riconosciuto e abbiamo deciso che avevamo bisogno di recuperare il tempo perduto, così siamo andate da Macdonalds e abbiamo parlato e parlato. E quando stavo per chiamarti ho visto che il mio telefono era scarico e non ho potuto chiamare. " dissi.
Mariana:"Ma Macdonads è chiuso adesso. Perché ci hai messo tanto? "chiese, confusa. Dannazione.
Io:"Oh non ci crederai." Le misi una mano sul braccio come se le stessi per dire il più grande dei pettegolezzi. "I suoi genitori hanno divorziato l'anno scorso e lei vive con la madre ora. Indovina dove?" Sto praticamente costruendo una nuova vita a questa ragazza che non vedo da 4 anni. Potrebbe essere morta per quanto ne sappia. Non che io lo voglia, ma sapere che intendo.
Mariana:"Dove?" disse mia madre interessata. Ama spettegolare.
Io:"Brooklyn." Dissi la prima cosa che mi venne in mente. "E 'un quartiere molto bello e tutto." La assicurai cosicché non avrebbe cominciato il suo solito discorso sui luoghi pericolosi, come l'ultima volta. "E l'ho accompagna a casa per non farle prendere la metropolitana. Non sono molto ricchi, lo sai." Sussurrai, strofinando la punta delle dita, come si fa quando si parla di soldi.
Mariana:"Wow. Non mi sarei mai aspettata che succedesse a lei. I suoi genitori sono stati insieme da quando avevano 14 o giù di lì e avevano soldi da buttare. " scosse la testa con un'espressione di incredulità. "E 'incredibile quanto la vita possa cambiare."
Io:"Vero, eh?" Ci è completamente cascato! Alla fine non sono così male a mentire. Era quasi divertente.
Mariana:"Avresti potuto chiamarmi con il suo telefono, comunque." Disse puntando verso la mia direzione con l'indice.
Io:"Non volevo si sentisse a disagio visto che non siamo più così tanto in confidenza."
Mariana:"Okay, racconterò tutto a tuo padre e discuteremo sulla tua punizione." Disse prima di scomparire nel soggiorno, dove Ruggero stava guardando la tv. Buono, punizione. Da notare il sarcasmo.
Io:"Aspetta, papà non è ancora a casa?" le chiesi.
Lei scosse la testa buttandosi sul divano color crema.
Io:"Ma è sabato sera." Questo spiega perché non sono andati fuori per una di quelle cene.
Mariana:"E' occupato, ha chiamato dicendo che ritorna fra più o meno un'ora." Spiegò senza guardarmi. Ovvio, è più importante guardare American Idol.
Io:"Bhè, io vado a letto. Sono stanca. Buonanotte." Borbottai salutandoli con una mano. Mormorarono qualcosa e mi diressi verso la mia camera. Mi fermai sulla porta della stanza di Tommy e aprì un po' la porta trovarlo pacificamente addormentato. Sorrisi e andai nella mia camera.
Mi cambiai prima di mettermi sul letto esausta. La mia mente continuava a pensare a Jorge e a come stavo disubbidendo alle regole dei miei genitori per lui. Ho continuato ad andare nel Bronx nonostante mi abbiano detto di non farlo più. Ho continuato a parlare con un ragazzo del quale mio fratello pensa che sia troppo pericoloso.Un ragazzo che potrebbe essere coinvolto con la droga. Ma qualcosa su Jorge mi attirava, non so se sia la sua aura misteriosa, i suoi modi di cattivo ragazza, i suoi occhi color verde smeraldo ipnotizzanti, il suo bel sorriso o semplicemente tutto in generale. Voglio sapere di più su di lui, ma lui non mi racconta mai niente. Alla fine lo capisco, ci conosciamo da quanto? 3 settimane? Ma io continuerò a provare a saperne di più su di lui e, soprattutto, ho intenzione di scoprire perché mio fratello lo conosce e quello che è successo.
Quando il mio cellulare squillò mi resi conto che stavo sognando ad occhi aperti.
Guardai lo schermo. Un messaggio da un numero sconosciuto. Corrugai la fronte, curiosa di sapere chi fosse. Feci scivolare il pollice per aprire il messaggio.
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B.R.O.N.X.
FanfictionTralasciando il fatto che tutti e due vivono a New York, Jorge e Martina non hanno niente in comune. Mentre Jorge fa l'impossibile per sopravvivere, Martina ha qualsiasi cosa ogni ragazza possa volere .O per lo meno lei pensa di avere tutto. Cosa s...