37.PAPÁ

6.1K 176 7
                                    

Jorge Pov.
"Ho seriamente intenzione di fare una donazione in modo che ti installino un ascensore." Aprii la porta, trovandomi davanti una Martina ansimante, la sua mano era premuta contro il muro, metre cercava di riprendere fiato.
Non potei evitare di ridere quando la vidi, sembrava che avesse appena corso in una maratona. "Hey, piccola." Mi abbassai di poco, dandole un bacio veloce, prima di scostarmi e farla entrare. Si sventolò la mano davanti al viso, come se ci fosse stata una differenza enorme di temperatura tra il freddo della strada ed il calore di casa mia.
Io:"Come hai fatto a convincere i tuoi a lasciarti uscire?" domandai, prendendo la sua giacca ed appendendola all'attaccapanni. Mi mostrò la borsa che reggeva in mano, indicandomi così il suo alibi."Che cos'è?" arricciai il naso curioso.
"I tuoi vestiti." Mi porse la borsa, prima di togliersi gli stivali col tacco. Aprii la borsa di plastica e vidi poi la mia maglietta nera ed i miei pantaloncini da basket viola. Non avevo mai visto i miei vestiti così perfettamente stirati. Avevo quasi paura di toccarli e avevano lo stesso profumo dei vestiti di Tini, stesso detersivo. "Ho detto a mia mamma che dovevo riportare i vestiti al fratello di Lodovica."
Io:"Oh." annuii, ricordando cos'avesse raccontato a sua madre quando le chiese spiegazioni in merito ai vestiti che indossava dopo la festa. "Bene, andiamo." La presi per mano, conducendola in camera mia, dove avremmo potuto stare da soli.
Daniel:"Ciao Tini."la salutò quando superammo il salotto, dove stava guardando Sponge Bob o qualcosa del genere.
"Ciao piccolo." Sorrise lei, sapendo che non la stava nemmeno guardando.

Non appena fummo nella mia stanza, appoggiai la borsa al suolo e mi buttai sul letto, aspettando che Tini facesse lo stesso. Tuttavia, rimase in piedi, frugando all'interno della sua borsa. "Oh, eccolo."
Mormorò a sé stessa, tirando fuori una piccola bosetta di plastica. "Ho portato la liquirizia!" esclamò contenta, sollevando la bustina contentente due bastoncini rossi e lasciando la borsa accanto a sé.
Il suo sorriso scomparì quando mi sentì ridacchiare. "Liquirizia? Hai intenzione di ritornare bambina, o...?"
Il suo sguardo mi fulminò e le sue labbra si serrarono, formando una linea dura. Martina:"Bene. Scommetto che Daniel l'apprezzerà più di te." Battè ostinatamente il piede sul pavimento, voltandosi ed uscendo poi dalla stanza.
Io:"Aspetta,piccola. Scusami." Allungai le braccia per fermarla, ma il fatto che stessi ancora ridendo non aiutò per niente. Cercai di afferrarla per i fianchi prima che aprisse la porta, facendola cadere sulle mie ginocchia.
"Sei cattivo, Jay." Si lamentò, cercando di divincolarsi dalla mia presa e stronfinando involontariamente il suo sedere sopra al mio inguine.
Io:"Se fossi in te, smetterei di farlo." L'avvertii, sentendo i pantaloni diventare improvvisamente stretti. Beh? Un ragazzo ha le sue necessità e non facevo sesso damolto tempo. Il mini-Jorge reagisce anche alle più piccole cose.
"Fare cosa?" si voltò verso di me, guardandomi con aria stranita.
Abbassai lo sguardo, facendola sussultare. "Oh mio Dio." Sussurrò e le sue guance si colorarono immediatamente di rosso mentre si alzò a gran velocità da me. Ridacchiai.
Io:"È tutto okay, piccola. È solo che hai quest'effetto su di me." Sorrisi nel vederla così timida.
"Stai zitto." Mormorò sommessamente, nascondendo il viso dietro ad alcune ciocche dei suoi capelli biondi.
Risi ancora una volta, strisciando sul letto fino a che la mia schiena non si appoggiò alla testiera. "Allora, la mangiamo oggi questa liquirizia oppure no?"
Martina fece roteare gli occhi, prima di sedersi sul letto e mantenendo una distanza di sicurezza da me.
Io:"Principessa, non mordo." Picchiettai la mano sullo spazio vuoto accanto a me. "A meno che tu non voglia, chiaro." Ammiccai, facendola arrossire ancora una volta.
Finalmente si decise ad avvicinasi a me, appoggiandosi alla testiera e prendendo due pezzetti di liquirizia dal sacchetto. Me ne passò uno prima di addentare il suo.
Io:"Hai intenzione di non parlarmi ancora per molto?"
Scosse il capo, guardandosi le dita. "No."
Io:"Sei ancora imbarazzata? Andiamo, il problema sarebbe se non mi facess-"
I suoi occhi e la sua bocca si spalancarono. "Lo sapevi che si può determinare se sei un buon baciatore se sei in grado di formare un nodo con una di queste usando solo la lingua?" m'interruppe all'istante, era chiaro che volesse cambiare argomento.
Decisi di darle retta - sapevo che si sentiva a disagio e, per quanto carina fosse, avrei preferito che fosse lei a parlarne - continuando la conversazione.
Io:"Credevo che questo fosse alla ciliegia." Sollevai le sopracciglia, mordendo quel bastoncino rosso. Dovetti ammettere che amavo le caramelle.
Martina:"Non so tu, ma preferisco avere in bocca il sapore della liquirizia che qualcosa che sappia di erba." Erba?
Si strinse nelle spalle, finendo il suo pezzo e prendendone un altro.

B.R.O.N.X.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora