22.SPIAGGE & RAGAZZE

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JORGE POV.
Io:"Aspetta, non mi hai dato il bacio del mattino." Dissi prima che Tini potesse uscire dalla macchina turbata a causa mia perché ero stato un cretino fin da quando aveva accennato alla mia esperienza con le lotte. In tutta onestà, non avrebbe dovuto infastidirmi perché non stava mentendo ma il modo in cui l'aveva detto mi aveva fatto sentire male.
Si voltò e si sporse timidamente per posare un casto bacio sulle mie labbra.
Io:"Lo chiami un bacio?" Portai le sopracciglia insieme e misi il broncio, facendola ridacchiare.
Martina:"Aha." Annuì "Farò tardi a scuola. Ci vediamo dopo, Jay." E con un ultimo sorriso fu fuori sulla strana, correndo verso l'entrata della sua scuola.
Io:"A dopo, piccola!" Urlai dal mio finestrino mentre acceleravo, facendola voltare e sorridere prima di incontrare Lodo ai piedi delle scale a allacciare il braccio al suo. Ragazze.

MARTINA POV.
Sbadigliai mentre le mie dita giravano la pagina del libro che avevo fra le mani. Sistemandomi sul divano, mi concentrai di nuovo su Mr. Darcy ed Elizabeth. Orgoglio e Pregiudizio era il mio preferito di sempre ma la mia mente continuava a correre indietro alla notte con Jorge e all'interrogatorio al quale ero stata sottoposta da Lodo. Per favore non dirmi che Jorge ha dormito da te ieri" era stata la prima cosa che mi aveva domandato quando mi aveva visto scendere sulla sua macchina quella mattina. Comunque, quando le avevo detto che aveva invece dormito qui, lei aveva semplicemente strillato e mi aveva abbracciato ripetendo costantemente quanto fosse fiera di me. Aveva anche notato il succhiotto sul mio collo nonostante la quantità di makeup che avevo usato per nasconderlo.
Dei passi veloci provenienti dal corridoio attirarono la mia attenzione, distraendomi ancora dalla mia lettura.
Ruggero:"Tini, il tuo telefono sta suonando." Annunciò dalla soglia del soggiorno, sostenendo in mano il mio iPhone bianco.
Io:"Chi è?" Domandai alzandomi dal comodo divano, accigliandomi perché non aspettavo nessuna chiamata. Non a quest'ora quantomeno.
Ruggero:"È scritto Xabi." Rispose, corrugando le sopracciglia confuso.
Io:"Oh." Mormorai, il cipiglio ancora sul mio volto mentre posavo con cura il libro sul tavolino e lo raggiungevo.
Fece spallucce e mi consegnò il telefono, tornandosene nella sua stanza. I miei genitori non erano ancora a casa e Tommy era a dormire da un suo amico quindi eravamo solamente io e Ruggero.
Guardai lo schermo per qualche secondo, domandandomi perché diavolo Xabiani mi avrebbe dovuto chiamare a quest'ora.
Non appena risposi, la sua voce parlò con urgenza.
Xabiani:"Martina! Ho bisogno del tuo aiuto." Disse prima che potessi anche solo farfugliare un saluto.
Io:"Ciao, Xabi, come stai? Io bene, grazie per avermelo chiesto." Risposi con voce atona e irrisoria ma non ebbi l'effetto che mi aspettavo.
Xabiani:"Martina è una cosa seria." Il tono della sua voce mi spaventò un poco. "Abbiamo bisogno del tuo aiuto, beh, Jorge ha bisogno del tuo aiuto." Al citare del suo nome le mie orecchie si drizzarono.
Io:"Di che parli?" Domandai, temendo di già ciò che stava per uscire dalla sua bocca.
Xabiani:"Ascolta, non spaventarti, ma Jorge è alla stazione di polizia qui nel Bronx. Ed è in arresto." Spiegò con voce ansiosa.
Non risposi per un po'.
Xabiani:"Tini, sei ancora lì?"
Quando aprii la bocca, mi lasciai andare in uno scoppio di risate.
Io:"Sì, okay, Xabi. È davvero divertente ma non è il primo d'aprile quindi beh, riservala per allora."
Xabiani:"No, non capisci. Non sto fottutamente scherzando, Martina. Potrebbe andare in quella fottuta prigione se non facciamo nulla." Il tono rigido che utilizzò mi fece scostare un poso dal cellulare mentre le parole entravano nel mio cervello.
Io:"Xabiani, se questo è uno scherzo, non è divertente." Dissi lentamente, riluttante al credere a ciò che aveva detto.
Xabiani:"Porca miseria, non è un fottuto scherzo!" Esclamò, probabilmente iniziando a divenire impaziente a causa del mio scetticismo mentre la parola con la 'f' continuava a scappargli dalla bocca.
Riuscii ad uscire dal mio stato di shock dopo qualche secondo.
Io:"Ma cos'è successo?" Espirai, deglutendo il grumo di saliva che si era formato nella mia gola.
Xabiani:"Ti spiego dopo. Quello che abbiamo bisogno tu faccia è pagare la cauzione. Jorge si è rifiutato di domandarti di farlo ma tu sei la sua unica speranza per questo ti ho chiamato..." La sua voce si affievolì in attesa di una mia risposta.
Io:"Quindi ciò che volete io faccia è andare alla stazione di polizia del Bronx e pagare la cauzione alle-" Lanciai uno sguardo all'ora segnata sul mio lettore DVD. "- 11:23 della notte?" Accentuai con enfasi le parole principali, cercando di farmi credere che questo stesse realmente succedendo più che chiedendogli conferma. Pensavo che se l'avessi detto ad alta voce, sarebbe stato così irrealistico che Xabiani avrebbe confessato fosse uno scherzo.
Xabiani:"Uhm, sì?" Suonò più come una domanda che come una risposta. Okay, quindi è seriamente vero.
Io:"Quant'è?" Sospirai portando una mano lungo il disastro che erano i miei capelli, correndo già verso la mia stanza per vestirmi.
Jorge, le cose che faccio per te.

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