- Sai piccola, stavo pensando...
- Dimmi.- Victoria alzò la testa dal computer e si soffiò sulla frangia.
- Manca un mese alla partenza per il Giappone e ancora non abbiamo visto metà dei nostri amici. Non siamo neppure mai andati a trovare la mia famiglia, ci ho solo parlato io per telefono e tu solo hai urlato ciaooo dall'altra parte della stanza.
- Ah ah ah, è vero.
- Quindi..potremmo passare a trovare i miei, stasera.
- Perché no?
- Chiamo subito la mamma.
- Pronto?
- Sì, buongiorno mamma.
- Dami! Quanto tempo! Come stai? Come sta Victoria?
- Sto bene, stiamo bene. A casa come vanno le cose?
- Tutt'apposto. Tuo padre è andato in pensione, io ancora non ci riesco, amo troppo il mio lavoro!
- Comprensibile.
- Lo sai, Jacopo è entrato in serie A, l'abbiamo appena saputo. Tu un cantante, lui un calciatore...sono così orgogliosa di voi...-singhiozzò.
- Mamma, non piangere su.
- Hai ragione, solo, mi mancano i miei bambini. Perché tu e tua moglie non venite a cena da noi stasera?
- Volentieri.
- Mi riempie di gioia sentirtelo dire! A stasera!
- Gliel'hai detto?
- Non ce ne stato bisogno. Ci ha invitati stasera a cena.
- Uh, che bello!
Per andare a casa dei suoceri, Victoria aveva chiesto a Damiano di portarle al piano di sotto il suo abito verde menta a costine da mettere con delle décolletées argentate e scelse una pochette intonata alle scarpe. Si sedette all'angolo del make-up per pettinarsi, improvvisamente Damiano, vestito con un completo blu entrò e si apprestò a terminare il lavoro con i capelli della moglie raccogliendoglieli in una lunga treccia. L'aiutò a truccarsi optando per un effetto nude per la scelta del rossetto.
Le baciò il collo e respirò il suo delicato profumo.
- Farò molta fatica a resisterti, stasera.
La prese per mano come una vera principessa e le aprì lo sportello per farla salire in macchina.
La casa dei genitori di Damiano non era molto lontana dalla loro residenza, in quanto la madre avesse chiesto esplicitamente la vicinanza al figlio minore.
- Mamma!
- Damiano! Che bello vederti! Non hai idea di quanto tu ci sia mancato! Victoria, sei sempre più radiosa! E che bella pancina!
- Grazie, Rosa...-sorrise impacciata Vic accarezzandosela.
- Venite, tuo padre è di là che sta infornando l'arrosto.
- Papà!
- Ragazzi! Ben arrivati! È così bello rivedervi dopo quanto, sei mesi?
- Forse addirittura sette.
- Avrete una miriade di cose da raccontarci. Prego, accomodatevi.
- Allora? Come sta andando il tour?
- Benissimo. Tutte le date sono sold out anche per il resto delle date che faremo da giugno a settembre.- prese la mano di Vic e la guardò dritto negli occhi.- Poi, beh, ci aspetta una nuova avventura.
- Che emozione. Non stiamo più nella pelle. Come voi, immagino.- disse Rosa.
- Decisamente.- si guardarono più innamorati che mai.
- E, ditemi..avete già scelto il nome?
- Non ancora in realtà. Abbiamo preferito non conoscere neppure il sesso, vogliamo sorprenderci ancor più di quanto lui o lei non ci abbia già sorpreso.
Dopo cena, mentre gli uomini erano in terrazza a fumare, Rosa si avvicinò a Victoria.
- È davvero bello quello che hai detto, Vic. Sai, quando ho avuto Jacopo avevo qualche annetto in più di te e avevo già avuto modo di ascoltare molte esperienze delle donne della mia famiglia e delle mie amiche. Immagino che tu non abbia avuto il mio stesso "vantaggio".
- Non proprio, no.
- Ecco, però voglio dirti una cosa. In te vedo una grande donna, lo pensai la prima volta che vi venni a sentire suonare al Fabrique. Il modo in cui di poni, comunichi alla gente quello che vuoi esattamente dire, il fatto che in qualunque circostanza o difficoltà tu non abbia mai lasciato il tuo lavoro ma, anzi, tu sia stata ancora più virtuosa. Hai saputo riconoscere la tua bravura ma senza smettere di studiare, hai messo il tuo lavoro davanti a tutto, persino a mio figlio, e hai saputo difendere la band che tu stessa avevi creato. Sarai un grande esempio per tuo figlio o tua figlia.
Vic si asciugò una lacrima.
- Grazie di cuore, mamma.- era la prima volta che chiamava così la madre del marito. Si strinsero in un caloroso abbraccio familiare.
Dam e Vic rincasarono e decisero di dormire entrambi al piano di sotto nella stanzetta di lei.
- Sai...-disse la ragazza sdraiata sul letto mentre lui continuava a riempire di baci la sua pancina rotonda.
- Mh?
- Tua madre ha ragione. Dobbiamo incominciare a pensare al nome.
- Non è un po' presto?
- Non è mai troppo presto. Non vorrai trovarti impreparato a settembre, vero?
- Detto così sembra che io debba sostenere un esame!- risero entrambi.
- Avanti.
- Ok, vediamo.-Damiano si sorresse il capo con la mano sinistra.- Se è maschio..Davide.
- Ma sei serio, ah ah ah? Davide David?
- Scherzo, dai.
- Io pensavo..Giorgio.
- Non mi fa impazzire. Secondo me è meglio Lorenzo.
- Non è proprio il classico nome che si sente da queste parti, ci potrebbe stare. Oppure facciamo i patriottici...Remo.
- Scordatelo.
- Daiii.
- Sennò..che ne dici di un nome straniero? Del resto, tu sei per metà danese.
- Giusto. Andiamo sul classico, Micheal?
- Mh, non mi convince.
- Eh che palle amo', non te ne piace uno.
- Hey, è stata tua l'idea pensarci adesso.
- Ok, allora..James.
- È bello.
- Vero? Suonerebbe anche bene col tuo cognome.
- Fin ora Lorenzo mi sembra quello più fattibile.
- Ora pensiamo all'eventualità di avere una..femmina.- Damiano si commosse nel dirlo.
- Hey..che ti prende ora?
- Nulla. Ho solo immaginato una piccola te, biondissima con i miei occhi color cioccolato o mora con i tuoi color azzurro acqua marina.
- Amore...-lo baciò.
- Jules.
- Jules?
- Giulia e Giulio sono nomi importanti qui, ma siccome sei tu la mamma, è giusto che il nome sia in inglese.
- Mi piace Jules, Dam.
- Anche a me, Vic.-le scostò i capelli e la baciò. Mi piace tantissimo.
- Quindi se è maschio Lorenzo, se è femmina Jules?
- Aggiudicato.

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𝐹𝑜𝑟 𝑦𝑜𝑢, 𝑙𝑜𝑣𝑒
عاطفيةDamiano e Victoria, sposati da due anni, si trovano a dover fronteggiare quella che potrebbe rivelarsi l'esperienza più emozionante della loro vita mentre, insieme ad Ethan e Thomas, lavorano ad un nuovo album dei Måneskin. "A volte non mi rendo con...