LIX.

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- Sai, Vic...

- Mh?

- Questa è la prima notte che passiamo insonne insieme. - dichiarò Dam mentre la teneva tra le sue braccia, distesi entrambi sul letto.

- È vero..non ci avevo pensato...

- È meraviglioso, però.

- In qualche modo sì, è un'atmosfera..piacevole..- girò il capo verso di lui e riprese a baciarlo, poi si voltò definitivamente e attirò il suo corpo al suo.

- Piccola..hey...- il suo autocontrollo si stava man mano esaurendo, Vic sembrava non dargli troppa importanza.

- Altro round?

- Amore, sei veramente insaziabile..sai almeno che ore sono?

- Dam..perché sei sempre condizionato dall'orario? Non andiamo mica di fretta...- gli passò una mano tra i capelli e lo guardò con tenerezza lasciandogli comunque intendere il suo secondo fine.

- No, hai ragione, dopotutto..domani è domenica..- avvicinò maggiormente la moglie a sé e strofinò il naso contro quello di lei.

- Dunque...- Vic si mise sopra di lui, entrambi risero.

- Tu mi vuoi morto, ammettilo!

- Ah ah, no, tranquillo, mi servi ancora!

- Per cosa? A parte..beh..questo..?

- Amore, per tutto, stai scherzando? Io ho bisogno di te ogni giorno di più, ho bisogno dei tuoi consigli, del tuo supporto, del tuo sorriso, della tua voce che riecheggia nella mia mente tutto il giorno e la notte, ho bisogno di sentire la tua presenza sempre, anche quando non ci sei, di sentire il calore dei tuoi baci quando mi sento persa e dei tuoi abbracci quando mi sento una nullità. Ho bisogno del padre di mia figlia.

Poiché erano entrambi sudati e senza energie, corsero a fare una doccia, non curanti del fatto che fossero le quattro e mezza. Entrambi in accappatoio scesero le scale e si diressero verso la cucina per mano come due bimbi sorridenti.

- Hai fame, Vic?

- Molta.

- Ok..siediti, preparo uno spuntino veloce...- il ragazzo aprì la credenza e prese due tazzine, era nel suo intento di fare una Mug Cake al cioccolato e vaniglia. Quando scattò il timer del microonde, estrasse le due tazzine e ne porse una alla moglie, la fece poi sedere sulle sue ginocchia e si gustarono insieme quel dolcetto buonissimo.

- Ah, dimenticavo, mi servi anche per prepararmi spuntini la notte quando siamo soli in casa..non voglio che Jules prenda quest'abitudine malsana.

- La prenderà, pazienza, io voglio che sia una bambina felice e spensierata, che si vesta come si sente, che dica quello che si sente di dire e che mangi quello che vuole. Io, da padre, non le vieterò mai di essere sé stessa, è giusto che anche lei sia libera come la sua stupenda mamma.

- Addirittura stupenda?

- Sì, Vic, sei stupenda, sotto tutti i punti di vista..- avvicinò la bocca al suo orecchio- ..ma proprio tutti...

- Dam..perché me lo stai dicendo adesso?

- Perché..ho passato troppo tempo tenendotelo nascosto. E mi odio per questo. Mi odio tremendamente per questo. Tu meritavi di essere amata fin da subito, invece sono stato un codardo, mi rifiutavo di ammettere i miei sentimenti, in primo luogo, a me stesso, poi a te, ai ragazzi, a chiunque. Sapere di averti fatta soffrire mi fa venire voglia di auto punirmi nel peggiore dei modi...

- Dam, non devi farlo. Anch'io avrei potuto confessarti i miei sentimenti più di un decennio fa, ma non l'ho fatto. E questo perché anch'io ho avuto paura, paura di non esserti in qualche modo all'altezza. Insomma, ero una verginella super femminista con un carattere forte che non si relazionava col sesso maschile se non in amicizia. Poi, è vero, ho avuto altre relazioni con altri uomini, ma è come se tutto fosse banale dopo che avevo avuto te. Purtroppo, all'epoca, dovevo accontentarmi di averti solo a livello fisico che, per carità, è fantastico ma io volevo tutto di te fin da subito, forse..il pensiero di correre un po' troppo mi aveva frenata...

𝐹𝑜𝑟 𝑦𝑜𝑢, 𝑙𝑜𝑣𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora