V.

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Victoria si svegliò tardi quella mattina. Non le capitava da tempo. Ruotò il braccio sinistro verso l'altro lato del letto e tastò il cuscino. Damiano non c'era più.

Si mise a sedere sul bordo, si infilò una t-shirt oversize e guardò fuori dalla finestra. Il cielo appariva parzialmente nuvoloso ma con un buon proposito di bel tempo. Si alzò e scese le scale fino al soggiorno. Damiano non era nemmeno lì. Quindi svoltò in corridoio fino allo studio dove spesso lei e il compagno provavano le loro parti durante la stesura di un brano. Non trovandolo neppure in quella stanza, si sedette, prese il basso e, dopo averlo rapidamente accordato, cominciò a provare un arrangiamento che le frullava in testa già da molto tempo.

- Spacca di brutto.

Vic si voltò e vide finalmente Damiano sulla porta con le braccia conserte e un sorriso compiaciuto stampato sulla faccia.

- Grazie, amore mio.

Damiano le si avvicinò, le scorse i capelli dietro le orecchie e la baciò. Poi accese il microfono, sfoderò il suo inimitabile quaderno dove appuntava tutti i suoi testi ed iniziò ad intonare un'abbozzata melodia accompagnato dal basso della moglie.

Improvvisamente, Victoria si interruppe.

- Che succede? Perché ti sei fermata?

- No, niente. Ripartiamo dalla ventisette. Quando il tempo diventa in levare.

- Bene.

Ripresero a provare, stavolta la ragazza si fermò ancora prima.

- Vic, che stai facendo?

- Scusami, Damia', davvero.

- Non fa niente, solo non è da te bloccarti spesso in questo modo.

- Lo so. Credo che per oggi sia meglio che mi dedichi ad un'altra attività.- disse alzandosi subito dallo sgabello. In effetti...potrei uscire e poi dovrei...oddio.

- Piccola, che ti prende?

- Io...io credo di star..star per-den-do le forz..

- Vic! Vic, che hai??

La ragazza era svenuta, per fortuna Damiano era riuscito ad evitarle un infortunio sorreggendola. Uscì di corsa, infilò la chiave nell'auto e partì a tutto gas per l'ospedale più vicino.

Vic si risvegliò un paio d'ore più tardi. Il primo volto che le apparve fu quello del medico, un giovane ragazzo dall'aria simpatica che le diede ironicamente il 'bentornata sulla Terra'.

- Andate a chiamare il signor David. Ditegli che sua moglie è sveglia e sta bene.

Damiano entrò, chiuse la porta e si grattò il capo con una mano mentre teneva l'altra nella tasca dei pantaloni. Poi si sedette incrociando le dita.

- Dam...

- Per fortuna ti sei svegliata. Vic..tu..sei..incinta.

- Così pare.-sorrise lei.

- Quindi..lo sapevi?

- Ho fatto il test ieri sera ed è uscito chiaramente positivo. Hai avuto pure la conferma dai medici.

- Già. Wow. Sinceramente non mi aspettavo questo. Tu come l'hai presa?

- E tu? Come la stai prendendo?

- Te l'ho chiesto prima io. Quindi rispondi sinceramente alla mia domanda.

- Ok...Beh, a essere onesti, ho un po' di paura. Ma si ha sempre paura quando si deve affrontare un cambiamento, no?

- Direi di sì.

- Ora tocca a te.

- Io...vorrei solo che stessi bene tu. Solo di questo mi importa.- le prese la mano e la guardò negli occhi.- È davvero questo quello che vuoi?

A Vic vennero gli occhi lucidi.

- Mi stai chiedendo se voglio avere tuo figlio?

- Ti sto chiedendo se vuoi avere nostro figlio.

Prese la mano di Damiano e se l'appoggiò sul ventre. Il ragazzo abbassò impacciato lo sguardo.

- Allora non ho dubbi. Sì.

- Va bene..allora lo voglio anch'io.

Rientrarono dall'ospedale in tarda serata. Avevano numerose chiamate perse da Thomas ed Ethan.

- Vogliamo dirglielo subito?- le chiese lui.

- A dire il vero..Ethan mi ha vista rimettere l'altro giorno.

- Ah, perfetto. Mi era venuto il sospetto che non ti avesse telefonato realmente tuo padre. In genere ti telefona dopo cena. Comunque è veramente bello essere sempre l'ultimo a sapere le cose!

Vic rise, poi fece un gran respiro.

- E se gli dessimo la notizia ufficialmente a cena stasera? Potremmo prenotare un tavolo alla taverna.

- Te la senti di uscire?

- Ma sì. E poi dovrò imparare a convivere con tutti questi sintomi.

- Ho capito, ma per oggi sarà meglio che tu non faccia sforzi. Che ne dici di invitarli direttamente qua? Cucinerò io la mia formidabile amatriciana per tutti.

- Buon'idea. Allora vado a cambiarmi. A dopo.

- A dopo, piccola. Non esitare a chiamarmi se hai bisogno di qualsiasi cosa.

- Tranquillo. So badare a me stessa.- uscì.


- Hey, ragazzi.- Vic abbracciò entrambi contemporaneamente.- Sono così felice che siate qui.

- Anche noi di vedere che stai meglio.- rispose Thomas.


Dopo aver mangiato, andarono tutti e quattro a sedere sul divano. Dam prese la parola.

- Ragazzi, non vi abbiamo invitato qui da noi stasera solo per gradire della vostra compagnia. Dobbiamo dirvi una cosa..uh..non è così semplice.

- Se intendi scusarti per aver accorciato il mio assolo a Vienna rientrando sulla dodicesima, sappi che non te la caverai così facilmente.

- No, Thomas. Scusa, comunque. Si tratta di una questione di famiglia.

- Quando si tratta di famiglia, ognuno di noi è sempre presente. Spara.- disse Ethan.

Damiano avvicinò la moglie a sé e le prese la mano.

- Vic è incinta, a ottobre diventiamo genitori!

Gli altri due esultarono al pensiero di diventare zii.

- Io comunque ne ero certo. Di quanto sei?- chiese Ethan.

- Circa due settimane.

- Hai capito loro zitti zitti..scherzo. Daje, regà! Sono così orgoglioso di voi!- Thomas abbracciò prima Vic poi Dam.

- Io avevo portato lo champagne per brindare al quinto platino di Coraline, adesso abbiamo una ragione in più per festeggiare!- prese i bicchieri e e li riempì fino all'orlo. Solo in quello di Vic versò appena un dito.

- Allora ai nostri successi senza tempo e ai futuri genitori che abbiamo qui di fronte: congratulazioni, amici miei.

Quella notte fu una delle più indimenticabili della loro vita.

𝐹𝑜𝑟 𝑦𝑜𝑢, 𝑙𝑜𝑣𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora