LVII.

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Cinque giorni dopo

Victoria era già tornata in studio per provare, lei e gli altri avevano già cominciato a buttare giù qualche idea per un nuovo singolo, stavolta tutti e quattro furono d'accordo nel ritornare al loro vecchio stile, quello incredibilmente trasgressivo, scandaloso, provocatorio, sexy e, soprattutto rock, glam rock!

Quella stessa mattina, venne loro richiesto di recarsi al padiglione dove erano soliti provarsi i costumi di scena, poiché ne erano arrivati di nuovi e vari, la bassista non stava più nella pelle al solo pensiero di provarsi il body nero glitterato che avrebbe abbinato ad uno scialle in piume di struzzo, Damiano scopri troppo tardi che la taglia di pantaloni di pelle rossi che gli spettavano era nettamente inferiore alla sua e, per la loro aderenza, non avrebbero lasciato assolutamente niente all'immaginazione del pubblico, così come a quella dei suoi colleghi che lo canzonavano, Thomas in una misura più contenuta dal momento che sentiva ancora il bisogno di chiarirsi con lui riguardo alla recente litigata feroce.

- Ragazzi, se mi volete bene non guardatemi, per favore!- si coprì la zona del pube con entrambe le mani.

- E dai, Damia'! Non è niente che non abbiamo già visto, soprattutto io...- rise Vic.

- Ho capito, ma finché si tratta di voi qui in camerino è un conto, se devo farmi vedere da centinaia di migliaia di persone con i neon puntati dritti su di me è un altro, non ti pare?- fece un buffetto alla moglie.

- Beh..in effetti che tu esca sul palco così o nudo non cambia poi molto, ah ah!

- Ok..penso che li rimanderò indietro, a tutto c'è un limite.

Mentre uscivano dall'edificio, Thomas bloccò per un braccio Dam e gli chiese se avesse cinque minuti per parlare, lui annuì scuotendo il capo. Gli offrì una sigaretta, gliela accese e se ne prese una anche lui.

- Allora...

- Allora...

Thom fece un tirò e riemise il fumo molto lentamente dalla bocca.

- Mi dispiace, Thom.- lo anticipò Damiano.

- A me dispiace, Dam. Mi sono comportato come un teppista, ho agito d'impulso ma, cerca di capirmi, non tollero che si dicano cose di me o su mia moglie che non sono vere..pensa se io l'avessi detto di te e Vic, come l'avresti presa?

- ...

- Esatto.

- Hai ragione. Se tu mi avessi dato un pugno me lo sarei anche meritato, fratello.

- Ah, non dire cazzate..non l'avrei fatto comunque.- fece un altro tiro, più rapido, Dam non aveva ancora fatto il primo tiro, era come se aspettasse che l'intero mozzicone bruciasse da sé.

- Lo so. Non avrei dovuto sfogare i miei problemi personali su di te, tu non c'entravi un bel niente..sono stato un vero bastardo.

- Sì, Dam, lo sei stato ma non l'hai fatto apposta, ho capito qualche ora più tardi che non avevi intenzione di ferirmi.- fece qualche altro tiro, ormai la sigaretta di Dam era spenta.- Piuttosto..sembravi tu quello a essere ferito, intendo, a pezzi, proprio.

- Amico..- gli posò la mano sulla spalla, lui la strinse.- Sai che con me puoi parlare di tutto, vero? Senza scrupoli o vergogna, siamo fratelli, noi due.

- Thom..è molto personale...

- Oddio, Dami..sei malato?!

- Cosa? No, tocchiamo ferro!

- Ah ah, menomale. Allora, di che si tratta? Problemi con Vic? Le hai messo le corna? Se l'hai fatto ti castro con le mie stesse mani, lo giuro!

- Ah ah, no Thom, non lo farei mai, io la amo più di ogni altra cosa al mondo.

𝐹𝑜𝑟 𝑦𝑜𝑢, 𝑙𝑜𝑣𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora