I.

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Erano appena passate le otto, il cielo ormai azzurro costituiva lo sfondo per il sole più luminoso che si fosse visto da tempo sulla città eterna. Damiano coprì istintivamente gli occhi della compagna.

- Questo è davvero un buon giorno.- le diede un terzo bacio sulla guancia. Poi si scansò per rivestirsi, rientrò in casa, salì al piano superiore per prendere una delle sue camicie nel guardaroba e ridiscese le scale. Vide Victoria avviarsi verso la cucina strofinandosi gli occhi.

- Dove vai? Mettiti prima questa, no?

- Ah, giusto, grazie.- sbadigliò.

- Povera amore. Ha tanto sonno. Ti preparo io la colazione. Sdraiati pure sul divano, torno subito.

- Mh, mh.

La ragazza in realtà aveva difficoltà a dormire da tempo. Era da quando erano tornati da Londra, dopo la data conclusiva del tour, che si sentiva in qualche modo strana, quasi diversa.

Damiano si avvicinò a lei con un vassoietto con uova e pancetta e una spremuta d'arancia.

- Sono costantemente stanca. Ho i muscoli indolenziti. Sono debole. Mi sento una vecchietta di novantacinque anni.

- Ma ne hai venticinque, non ancora compiuti in realtà. Quindi ne hai ancora ventiquattro.- spiegò lui.- È normale. Non siamo stati fermi un singolo secondo per sette mesi. Se ora sei stanca è più che legittimo.- Le scostò un ciuffo biondo ribelle. - Godiamoci questo periodo di riposo prima di rientrare in studio a registrare, ok?

- Ok. Grazie per la colazione. Sei il marito migliore del mondo.

- Figurati, è il minimo che possa fare. Ti ho preparato anche un toast, tra poco dovrebbe essere pronto.

- Perfetto.

Victoria cominciò a mangiare di gusto la colazione che Damiano le aveva preparato mentre lui la guardava con aria sognante ma divertita al tempo stesso.

- Che c'è? Sono forse sporca di ketchup?

- No no piccola, tranquilla. Solamente mi fa molto piacere vedere che apprezzi sempre molto quello che ti preparo.- La baciò.- Se non ci fossi io per te...

- Morirei di fame, questo è certo!- scherzò lei.- Per il resto, penso che riuscirei a cavarmela tranquillamente. So badare a me stessa.

- Ah, lo pensi veramente?

- Certo.

- Ah, in questo caso niente più colazione per te.- fece per rubarle un bastoncino di bacon. Le gli schiaffeggiò la mano.- Giù le mani dal mio cibo, baby!

- Ah, adesso mi picchi pure? Se pensi di cavartela da sola vediamo se riesci a liberarti dalla mia stretta.- Le saltò addosso.- Lei cominciò a ridere a crepapelle e a dimenarsi.

- Lasciami, stronzo!

- Nemmeno per sogno, baby. Sei la mia donna e non ti lascio più andare.

Alla fine, non riuscendosi effettivamente a liberare, a Victoria non restò che corrompere il marito nel solito modo. Anche questa volta, Damiano cedette troppo facilmente.


- Sei soddisfatta?

- Molto.

- Bene. Tanto per te ormai sono solo il tuo giocattolino sessuale, nulla più.- Simulò un pianto lamentoso.

- Certo, caro. Avevi forse dubbi?

- Onestamente sì e speravo di sbagliarmi. Va bene, ti amerò lo stesso. Vestiti, su, non vorrai far tardi per l'intervista.

- L'intervista? Ah! È vero. Me ne ero completamente scordata!

Si prepararono in fretta, Vic indossò un completo grigio e si fece legare la cravatta nera da Damiano poiché era lui il più veloce a fare il nodo. Lui era vestito simile, con la semplice differenza che al posto della cravatta aveva indossato una t-shirt del loro brand. Entrambi si acconciarono e si truccarono insieme di fronte allo specchio di camera loro.

- Siamo proprio una coppia di bonazzi, Damia'.

- Certo. Avevi forse dubbi al riguardo?

- Ovvio che no. Forza, andiamo.


Ciao! Questo era il primo capitolo della storia, fatemi sapere un po' nei commenti cosa ne pensate, sono curiosa...

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