XXIV.

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La tappa successiva fu Tokyo, dove al loro arrivo, furono accolti, anche stavolta da una copiosa folla, formata soprattutto da giornalisti del luogo e americani che morivano dalla voglia di strappare una dichiarazione in tempo reale dalle bocche di uno dei due coniugi David.

I Måneskin si affrettarono ad entrare in albergo e lasciare i bagagli alla reception; si sedettero al tavolo della hall per discutere un itinerario, visto che la loro permanenza in città sarebbe durata qualche giorno in più.

- Domani mattina potremmo recarci nella zona di Asakusa. Dicono sia pieno di ragazze in kimono che sfilano e che ci sia un famoso tempio da visitare, questo qua, ecco, magari dopo chiediamo come si pronuncia per evitare figuracce...

- Buon'idea, Dam- disse Thomas.

- Io voglio vedere il museo dei parassiti!- gridò Vic.

Gli altri tre si voltarono inorriditi verso la collega.

- Il museo dei..cosa?!- chiese Ethan.

- Dei parassiti!- ripetè con più grinta la ragazza.

- Amore, meglio di no.

- Perché? Se voi potete scegliere dove andare, allora posso farlo anch'io.

- Sì, ma onestamente non mi sembra una tappa entusiasmante. Preferirei portarti sulle montagne russe, piuttosto che accompagnarti ad ammirare creature raccapriccianti calcificate!

- Non ci posso salire sulle montagne russe, Damia', lo sai.

- Facevo per dire. Ti porto volentieri da un'altra parte.

- Uff...

- Ci tieni così tanto?

- L'arte mi piace, quando viaggio negli altri paesi mi piace vedere cosa gli altri popoli considerano tale.

- Mh...

- Daiii, ti pregooo.

- No Vic, è escluso. Ti sconvolgeresti.

- No ho mica due anni!

- È uguale, sei molto sensibile, specialmente in questo periodo.

- Oi oi, come vuoi. Non mi accontenti mai!

A Damiano venne spontaneo di sorridere. Le si avvicinò all' orecchio.

- Sei proprio sicura che non ti accontenti mai ma proprio mai?

Vic era tentata di ritirare quello che aveva appena detto ma, in quel momento, darla vinta al marito era l'ultima cosa che voleva.

- Io volevo solo andare in un posto come tutti voi...- fece la boccuccia da cucciolo abbandonato.

- Oh, e va bene! Ma non venire a piagnucolare da me se poi ti impressioni, eh!

- Grazie, grazie! Ti amo!- Vic coprì il marito di bacini.


Quando il pomeriggio seguente si recarono al museo, Vic voleva uscire dopo cinque minuti ma nell'orgoglio più totale proseguì il giro fino alla fine fingendosi interessata. Uscirono, lei era impietrita e aveva come una paralisi facciale con i denti scoperti. Damiano si trattenne dal non riderle in faccia per il rispetto che aveva sempre nutrito per la sua compagna.

- Bello, vero?

- Bellissimo.

- Alla fine non era poi così obbrobrioso, in fondo.

- Infatti, lo penso anch'io. Era vera arte.

- Non la definirei proprio arte ma ha un suo fascino.

𝐹𝑜𝑟 𝑦𝑜𝑢, 𝑙𝑜𝑣𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora