XXXV.

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Un pomeriggio, Victoria se ne stava seduta in poltrona a dare a il biberon Jules mentre Chili girava intorno a loro per ricevere attenzioni ma senza riuscire nel suo intento.

- Shh, via Chili, via! Dam!

Lui arrivò nella stanza immediatamente.

- Che c'è, Vic?

- Puoi portarla a fare un giretto per l'isolato, è da tanto che non scorrazza un po'. Fermatevi pure al parco, se volete.- prese il guinzaglio dal cassetto e glielo porse.

- Ok..allora a dopo..ah, aspetta, volevo dirti che ha telefonato Fabri, vorrebbe sapere a quando spostare il resto delle date del tour orientale.

- Guarda, Dam, ora non ho proprio tempo per suonare, digli che lo chiamo io in settimana e ne parliamo a quattr'occhi.

- D'accordo...- si avvicinò alla moglie per baciarla, lei gli porse la guancia e dovette accontentarsi.

- Ci vediamo stasera, allora...- Victoria gli fece un cenno con la testa e riprese il suo compito.

Al parco si sedette su una panchina, diede al barboncino delle crocchette dalla mano e sorrise per il solletico che gli provocava la sua linguetta ruvida.

- Damiano!

Il ragazzo alzò lo sguardo e vide avvicinarsi una ragazza rossa vestita con una salopette con i pantaloncini, che non riconobbe sul momento.

- Sono Nadia, la corista, ricordi?

- Ah, giusto, scusami! Come vanno le cose?

- Bene dai, adesso sto lavorando molto ad un altro progetto.

- Che progetto?

- Sto incidendo il mio primo album da solista.- si sedette vicino a lui.- ed è solo merito tuo, tu mi hai detto di avere una voce fuori dal comune e lo pensa anche il mio manager. Grazie, davvero.

- Figurati, è la verità.

- Aww, ma dimmi di te, piuttosto. Sei diventato papà a fine giugno, ho letto la notizia di recente, congratulazioni!

- Grazie, Nadia, io stento ancora a realizzarlo.

- Non voglio essere indiscreta, ma non doveva nascere a settembre? Me lo disse tua moglie.

- Esatto, doveva. Invece è nata al quinto mese, anche per noi è stato del tutto inaspettato.

- Ah, non lo sapevo..lei come sta?

- Chi? Vic o Jules?

- Victoria. Ma anche la bambina, insomma, madre e figlia. Comunque bellissimo nome, ottima scelta.

- Jules sta benissimo, cresce sana e forte. Victoria, beh, è molto stanca, ma in generale tutto apposto. Hanno un rapporto molto esclusivo.- abbassò lo sguardo e borbottò tra sé e sé forse anche troppo.

- Capisco, beh, ti trovo molto bene.- gli passò una mano sulla gamba. Damiano le rivolse uno sguardo vagamente perplesso, lei ritrasse immediatamente la mano.- Ok..si è fatto tardi, mi ha fatto molto piacere rivederti, ancora congratulazioni e a presto, magari..possiamo anche vederci per una caffè uno di questi giorni, solo se ti va, eh, lo capisco che sei molto impegnato...

Damiano scosse la testa per annuire.

- Perché no?

- Ok, perfetto, allora ci risentiamo magari, tanto dovresti avere ancora il mio numero, no?

- Penso di sì.

- Vai, a presto, Damia'!

Al cantante fece una strana impressione sentirsi chiamare in quel modo da un'altra donna che non fosse sua moglie. Si ricompose all'istante.

- Su Chili, andiamo.


Rientrati a casa, Damiano slacciò Chili e si diresse verso la cucina dove Victoria stava preparando la cena. Lui abbracciò la ragazza da dietro.

- Hey..sei tornato, finalmente...

- Già...- le baciò il collo.

- Dam...

- Che prepari di buono?

- Pollo al curry. Mi ha passato la ricetta la mia amica Helena.

- Ha fatto bene, ma sai che potrei cucinare io per voi, vero?

- Lo so ma ora che sono una mamma devo imparare a prendermi cura della casa, incluso cucinare.

- Come vuoi.- avvicinò le sue labbra al suo orecchio.- Non vedo l'ora di assaggiarlo.- le diede un altro bacio dietro a collo, stavolta più lungo.

- Dai sposati, non vorrai bruciarti!

Lui indietreggiò.

- Dov'è la nostra piccola?

- Di là, in soggiorno.

Dam attraversò l'ingresso e svoltò in soggiorno. Jules era nella sdraietta e stava giocando con un sonaglino che le aveva regalato la nonna. Le cadde d'un tratto e cominciò a piangere.

- Piccola..shh..vieni qua. La prese in collo e la cullò tenendole la testolina appoggiata al suo petto ma fu inutile, non smetteva.

- Hey, che succede di qua?

- Le è caduto il sonaglino e ci è rimasta malissimo.

- Oh, no.- Victoria si chinò per raccoglierlo e lo scosse davanti gli occhi della piccola, che si calmò all'istante.

- Bastava ridarle ciò che le spettava..ora dammela, sto un po' io con lei, tu va' di là a controllare i fornelli.

- Come vuoi...- Damiano tornò nell'altra stanza sconsolato, avrebbe voluto essere lui a calmare sua figlia almeno stavolta. Invece, per l'ennesima volta, era intervenuta la moglie a gestire la situazione.


Quando arrivò l'ora di andare a dormire, Victoria portò di sopra Jules, l'adagiò nella cullina dandole il bacio della buonanotte, poi andò in camera, si mise un pigiamino in pizzo nero, entrò nel letto e spense la luce della sua lampada. Il marito uscì dal bagno con i capelli umidi indossando dei boxer e s'infilò anche lui a letto, spegnendo anche la sua di lampada.

Si girò verso la moglie che aveva già gli occhi chiusi, le scostò i capelli e le diede un bacio a cui lei rispose prontamente, lui avvicinò il suo corpo sempre di più a quello di lei mentre continuarono a baciarsi, al quel punto lui fece scivolare la sua mano sotto il tessuto dei pantaloncini andando a sfiorarle il basso ventre. Glieli tolse. Poi fece risalire la mano e le sfilò anche il pezzo sopra della pigiama, lasciandola con indosso solo le mutandine. Victoria attirò il marito a sé, passò a mordergli il collo e fece scorrere la sua mano fin dentro ai suoi boxer.

- Vic...- lui fece lo stesso a lei.

- Dam...

Dopo qualche minuto, lui si spostò sopra di lei che teneva le braccia aperte. Riprese a baciarla lungo tutto il corpo, scendendo sempre più in basso. Le tolse infine le mutandine.

- Dam...mhhh...- mugolò lei stringendo il lenzuolo.

- Shh, rilassati.- si calò i boxer e li gettò via.

- Dam, Jules dorme nell'altra stanza.

- E allora? Dorme come un sasso in fondo al corridoio, non ci sentirà, faremo pianissimo.

- Non so...

- Shh, lascia fare a me.- aprì il cassetto del comodino ed estrasse una bustina argentata. Si sistemò in mezzo alle gambe di Vic e appoggiò la fronte contro la sua.

- Ti amo.- la baciò ed entrò dentro di lei che perse all'istante il controllo del suo corpo. Dam dovette tappare la bocca alla moglie che soffocò un urletto e fece dei respiri profondi anche lui per non fare troppo rumore.


- Mi mancavi troppo, piccola.- disse lui tra le sue braccia mezzo addormentato mentre lei giocava con i suoi riccioli.

- Anche tu, non sai quanto.

𝐹𝑜𝑟 𝑦𝑜𝑢, 𝑙𝑜𝑣𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora