XLVIII.

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Quando anche il resto del gruppo ripartì per Roma, il mattino seguente, Victoria aveva un urgente bisogno di riposo. Se prima i suoi ritmi erano scanditi dalle varie date del tour, adesso il lavoro di mamma sommato a quello di musicista le richiedeva almeno il doppio delle energie e, pur essendo lei una ragazza di venticinque anni, sentiva di dover staccare e dedicarsi un po' a sé stessa.

Aveva mollato la valigia in camera e si era buttata sul letto. Damiano disfece entrambe le valigie, poi andò da lei.

- Amore..tutto bene?

- Sì, Dam, ho solo bisogno di riposo..dammi una mezz'oretta e vado a fare il bagnetto alla piccola.

- No, Vic, non se ne parla.- Lei sembrava confusa.- Voglio dire che oggi mi occupo io di lei, tu riposati, prenditi del tempo per ciò hai rimandato fino a adesso.- lei da sdraiata lo attirò a sé e lo coprì di baci.

- Potevo forse desiderare un marito migliore di te?

- Avoja. Questo è il minimo che possa fare per te.

Chiuse la porta della camera e scese le scale da Jules, la quale lo aspettava a gloria saltando dentro al suo box.

- Vieni da papà, Jules...

La prese in collo e tenne la sua testolina vicino al suo petto, si diresse quindi verso il bagno e le preparò la bacinella con la schiuma. Si intenerì mentre le insaponava i ricciolini biondi e lei non smetteva di sorridergli. L'avvolse in un asciugamano e le baciò i piedini facendole il solletico, poi la vestì mettendole un magliettina bianca con il colletto con sopra una salopette con dei cuoricini di paillettes impressi sul tessuto, poi le mise delle mini sneakers bianche con delle stelline, anch'esse rosa e lavorate, per finire le mise un cerchietto. Uscirono un po' in giardino con Chili, la cui gelosia nei confronti di Jules sembrava essersi attenuata; la cagnolina considerava ormai la bimba come una sorellina da proteggere a tutti i costi e non la perdeva di vista un attimo. Successe però, quella mattina, che, presa dalla troppa vitalità, Chili saltò addosso a Jules, la quale si ribaltò a pancia all'aria. Damiano sbiancò, si vedeva già a dover gestire un pianto ininterrotto della figlia che poteva potenzialmente essersi spaventata o, peggio, essersi fatta male. Invece, inaspettatamente, Jules gonfiò le guance e scoppiò in una fragorosa risata che si rivelò contagiosa, tanto per il papà quanto per Chili che temeva di essersi spinta troppo oltre. La bimba si spanciava muovendo le manine e i piedini, lui aspettò a prenderla in collo per darle possibilità di cavarsela da sola. La vide oscillare tra destra e sinistra per provare a rigirarsi e emetteva dei versetti ad ogni tentativo fallito ma non smetteva di provarci, d'un tratto si diede una spinta sufficiente a rimettersi a pancia in giù lasciandolo strabiliato. Poi, fece qualcosa di pazzesco (come avrebbe detto Vic): si sollevo in piedi con le gambine flesse per qualche istante, poi cadde.

I mesi passavano, Jules faceva progressi, dallo stare alzata per una frazione di secondo, passò a reggersi in piedi per qualche secondo, poi cominciò a spostarsi appoggiandosi ai mobili più bassi, finché non riuscì, partendo dalla mamma, a raggiungere il papà e viceversa, tutti decisero da quel giorno di lanciarle questa sfida che lei sapeva sempre superare magnificamente. Riusciva ad andare da Thomas, da Ethan, da Lavinia, da Nica, dai nonni, ognuno dei quali la applaudiva e la sollevava in aria. Lav era ormai la sua tata a tempo pieno, passava più tempo con Jules che col fidanzato. Vic le ripeteva sempre che non era costretta a farlo ma Lav le rispondeva amorevolmente di tacere e tornava a coccolare la piccola. Non appena tornava a casa, cercava di trascorrere con Thomas il più tempo possibile, in particolar modo la notte, si cercavano l'un altra in continuazione. Inoltre, mancava sempre meno tempo al loro matrimonio e entrambi non stavano più nella pelle.

Vic, logicamente, impose all'amica di portarla con sé per scegliere insieme il vestito, Lav non poté rifiutare. La portò nell'atelier di abiti da sposa più esclusivo di Roma e chiesero subito una consulenza per scegliere il modello che più soddisfava le esigenze dell'amica. Le furono proposti svariati modelli poiché la ragazza era impeccabile con ognuno di essi. Prese la sua decisione: sarebbe stato un abito con il corpetto in pizzo e la gonna in tulle, il tutto in un classico bianco panna.

- Com'era il tuo vestito, Vic?- le chiese mentre camminavano verso casa cercando di passare inosservate.

- Beh..era completamente diverso dal tuo. Innanzitutto non era bianco, bensì color crema, lungo a tubino che si apriva in fondo all'altezza della caviglia con un lungo strascico che, mi ricordo, portò la sorellina di Ethan, l'abito non era lavorato ma interamente in seta senza spalline, infatti dovetti mettere un leggero copri spalle. Optai comunque per il velo, come te.

- Che bello..sarai stat..a una spo..sa fan..tasti..ca.

- Lavi..che ti prende?

- Io..cre..do di dover..mi seder..e.

- Subito, tesoro.- trovò una caffetteria nei pressi di Trastevere e fece sedere l'amica, mentre lei si sistemava il cappello, Victoria le ordinò una spremuta di agrumi e raccomandò alla cameriera di farci mettere molto zucchero. L'ordine arrivò non molto tempo dopo la richiesta.

- Bevi un sorso, su.- L'amica si mise i capelli dietro le orecchie e prese un grosso sorso della bevanda dal bicchiere cilindrico.- Va meglio?

- Sì, almeno, credo. È già da qualche giorno che mi capita, non voglio credere che mi stia succedendo di nuovo...- le si spezzò la voce.

- Hey...- le prese la mano.- Tu starai bene, lo so.

- Io proprio non capisco, Vic. Io mangio, lo giuro, non salto mai un pasto, non prendo più alcol, solo alcuni farmaci prescritti dal medico ma pian piano comincio a non aver più bisogno neppure di quelli...

- Posso immaginare, Lav. Tuttavia non è escluso che possa mancarti ancora qualche vitamina o proteina, se hai di nuovo dei cali di pressione ti consiglio di fare un esame del sangue quanto prima. Anzi..ti ci porto io domani mattina, ti passo a prendere a casa e andiamo, ok?

- E a Thomas? Cosa gli invento? Non voglio dargli l'ennesimo dispiacere...

- Tranquilla, gli dirò io che ci siamo iscritte entrambe a un corso di yoga dinamico, non preoccuparti.

- Ah ah, va bene, grazie mille, sei sempre la migliore, Vic!- si abbracciarono fortissimo.

L'indomani, Vic passò a prendere Lav come aveva detto, la ragazza fece l'esame e uscirono dall'ospedale in tempi brevi.

- Che ansia...- disse Lav portandosi la mano al petto.

- Non devi stare in ansia. Quando avranno pronti i risultati passeremo a ritirarli e li leggeremo insieme, ok?

- Ok. Grazie davvero di tutto, sei l'amica migliore che una donna possa desiderare.

- Eh, esagerata!

𝐹𝑜𝑟 𝑦𝑜𝑢, 𝑙𝑜𝑣𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora