XXXIII.

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L'incubatrice di Jules fu sistemata accanto al letto dove la neomamma Victoria si godeva un meritato riposo mentre il neopapà Damiano stava effettuando tutte le telefonate del caso per informare parenti e amici della nascita della loro bambina.


Roma, 23 giugno 2025, ore sedici in punto

Thomas e Lavinia furono i primi a visitare la coppia ed entrambi rimasero a bocca aperta nel vedere Jules che dormiva teneramente nella cullina.

- Ciao..Jules, vero?- Thom chiese conferma ai genitori.

- Sì, esatto.

- Che splendido nome!- esclamò Lav.

- È stata una mia idea.- spiegò il padre in tono trionfante, Vic alzò gli occhi al cielo sorridendo.

- Tranquilla, Vic. Sicuramente somiglierà più a te che a 'sto cojone!- scherzò l'amico.

- Chi lo sa..ancora è troppo piccola e gracile per stabilirlo.- sentenziò lei in risposta a Thomas.

- Comunque è davvero bellissima, complimenti a entrambi!

- Grazie, Lav. Dicono che un figlio sia sempre una benedizione ma non ne capisci davvero il senso finché non arriva e hai modo di tenerlo in braccio. Apre i suoi occhietti per un istante, ti cerca con lo sguardo, e in quell'istante tutto si ferma e vedi passarti davanti la tua vita passata, cioè quella che ti è stata data, presente, cioè quella che hai appena dato e futura, cioè quella che la vita che tu hai dato sarà in grado di dare. E non importa quanti anni tu abbia, in quell'istante senti di poter fare tutto, di aver compreso tutto e di aver vissuto tutto. Ma, al tempo stesso, hai sempre più fame di questa vita. Auguro a chiunque di provare un giorno una sensazione unica come questa.

Lavinia, nel sentire quelle parole, scoppiò a piangere e dovette uscire dalla stanza per cercare un bagno.

- Scusate, ragazzi, torno subito.- Thomas seguì la fidanzata in bagno e le tenne i capelli indietro mentre rimetteva piangendo. Uscirono dal bagno per prendere una boccata d'aria e si sedettero su una panchina di fronte all'accettazione.

- Stai meglio?

- Se questo può essere considerato meglio, allora sì.

- Vieni qua.- Thomas prese Lavinia e la tenne appoggiata al suo petto. Lei si staccò d'un tratto e ricominciò a piangere.

- Che cos'hai?

- Thommy..c'è...

- Sì?

- C'è qualcosa che non ti ho detto l'altro giorno, quando sei venuto a conoscenza del mio problema che si era ripresentato.

- E sarebbe..?

- No, non voglio darti altri dispiaceri. Non te lo meriti.

- Invece sì, cazzo. Parla.

- Ok..questo fatto risale a circa sei mesi fa.

- Sei mesi..quindi..gennaio?

- Esatto.

- Amore, lo so che non sei stata bene in quel periodo, qualunque cosa tu abbia fatto me l'hai già detto. Per questo ora sei con me, per evitare che si ripeta.- le nascose i capelli dietro le orecchie.

- Non è tutto purtroppo, Thom...

- Oh...

- Avevo forti dolori all'addome, non capivo da cosa dipendessero, le mie compagne mi dicevano che fossero crampi della fame e che erano spesso erano capitati più volte anche a loro in aggiunta a stress e preoccupazioni. Nelle settimane successive, i dolori si intensificarono finché...

𝐹𝑜𝑟 𝑦𝑜𝑢, 𝑙𝑜𝑣𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora