Capitolo 7- lo "sbaglio"

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POV CAROLA
Passato qualche minuto decidiamo anche noi due di tornare dagli altri che si trovano ancora in sala relax. Lorenzo sta seduto sulla poltrona da solo, così decido di avvicinarmi a lui e appoggiarmi sul bracciolo della poltrona. Lui non parla, ogni tanto alza lo sguardo e Poi continua a guardare dritto verso gli altri ragazzi. Così dopo un po' perdo la pazienza. <Se vuoi che me ne vado basta dirlo.> così rivolge finalmente il suo sguardo verso di me.
<puoi andartene?> non ci credo.
In quel esatto momento le parole degli altri, i miei desideri, tutto ciò a cui stavo iniziando a credere sparì in un attimo. Mi alzai e andai a sedermi sul tavolo, dove non c'era nessuno. Dopo un po' arrivarono i sorveglianti che ci portarono nella sala da pranzo. Passai il resto delle lezioni in silenzio, così come feci anche la sera. Mi si avvicinarono più volte Le altre ragazze o i ragazzi, ma non volevo parlare con nessuno. Più che altro perché non saprei cosa dire, insomma, perché mi sto comportando così? Per un ragazzo che conosco da due giorni, non ha senso questa cosa, eppure è così. Magari standoci vicino 24h su 24 è come se lo conoscessi da più tempo. Ansi, forse la cosa che mi fa stare più male non è Lorenzo in se, ma il fatto che si è allontanato senza un vero motivo, come se avessi sbagliato io senza farlo di proposito. È il sentirmi uno sbaglio che probabilmente mi fa stare così male... non Lorenzo... probabilmente non dovrei sprecare la mia permanenza al collegio pensando a queste cose, ma ormai oggi è andata così. Da domani si cambia, o almeno ci proverò.

POV LORENZO
Stiamo tutti nella nostra camerata, sia ragazze che ragazzi. Ognuno trova il modo di passare il tempo e tutti si divertono. Io invece, disteso sul letto, rivolgo più volte il mio sguardo verso la porta sperando nel suo arrivo. So di aver reagito male, il problema è he solitamente mi faccio scivolare tutto addosso ma questa volta è diverso. Non ho mai provato le cosiddette "farfalle nello stomaco" e non so se Carola mi porterà mai a provarle. Però devo ammettere che mi ha dato fastidio vedere lei e Alessandro così vicini, non ho neanche ascoltato molto delle sue spiegazioni. L' immagine di lui che tiene le braccia dietro la sua schiena, lei che le tiene dietro il suo collo, i corpi così vicini... mi ha dato fastidio. Loro hanno fatto amicizia fin da subito, e lui è più grande e più bello di me, la paura che prima o poi sceglierà lui mi tormenta. Forse sono esagerato, ma io voglio conoscerla, averla vicino, supportarla. Vederla piangere è bruttissimo, ma sapere che riesco a calmarla è una bella sensazione.
<a che pensi Lore?> dice Gaia che si siede accanto a me
<a chi può pensa secondo te?> dice Davide
<dai fatelo parlare> si aggiunge Maria Sofia
<dove sta Carola?> dico la prima cosa che mi viene in mente
<sta in camera. Diceva di essere stanca.> mi dice Federica. Sembra si siano riuniti tutti accanto a me, come se fossi la notizia della serata.
<si però scollateve rega sennò lo soffocate a sto pischello> dice Gaia provando a mandare via un po' di persone. Alla fine rimangono solo Ale, Davide, Maria Sofia, Gaia, Valentina e Giovanni Junior.
<avete litigato per prima?> mi chiede Alessandro
<forse> rispondo io senza guardare nessuno negli occhi.
<ma te l'ha spiegato il motivo, non è assolutamente come pensi>
<senti ho reagito male lo so.>
<ci spiegate cosa è successo?> dice Giovanni, così mi ritrovo a raccontare tutto, comprese le due parole scambiate nella sala relax.
<ma sei cretino allora>
<ecco perché sta così.> ascolto in silenzio ciò che hanno da dire tutti, poi però le ragazze devono andare in camera e rimaniamo solo noi ragazzi.
<a fra, domani vai a parlarci.> mi consiglia Alessandro
<poi decido> dico io mettendo fine alla conversazione. Devo trovare un modo per parlarle, ma forse è meglio far passare alcuni giorni.

Un nuovo amore nel 1977  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora