Capitolo 59- esami orali

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POV CAROLA
Questa mattina abbiamo ancora meno voglia di svegliarci rispetto a ieri. La serata passata abbiamo solo studiato, studiato in ansia degli esami imminenti. Dopo che il preside ha espulso Davide per non aver passato gli esami scritti, un po' di paura si è fatta strada in tutti noi.
<sveglia! Forza signorine, su! In piedi!> il tono della sorvegliante è più dolce rispetto alle altre mattinate.
<oggi vi voglio leonesse!> ci dice lei e, dopo esserci vestite, andiamo a fare colazione. Ognuno ha portato quaderni, schemi vari, libri, fogliettini inutili... Ma l'ansia raggiunge l'apice quando il prof Maggi si mette davanti a noi e sta per pescare la lettera di chi sarà il primo con cui inizieranno questi esami orali del 1977.
Sono seduta accanto a Lore, le nostre gambe sembrano avere vita proprio per quanto tremono, le nostre mani sono intrecciate sotto il tavolo. È il prof tira fuori la lettera. La gira e dice <S.> e guardiamo tutti Lorenzo che si dispera.

Mentre Lorenzo sta facendo i suoi esami non riesco a concentrarmi sul ripasso.
<rega ma quanto ci mette?>
<calmate Caro, mi stai facendo agitare anche a me.> dice Giovanni, finendo di ripetere i promessi Sposi.
Dopo interminabili minuti Lorenzo rientra da noi e ci avviciniamo quasi tutti per sapere come è andato, che tipo di domande fanno e cose del genere.

<non puoi capì quanto ero in ansia.> è il turno di Sara per gli esami ed io ne approfitto per parlare con Lore. Lui ora sta tranquillo e io se passo anche un altro solo minuto sui libri potrei seriamente impazzire.
<dai, ora stai tranquilla e pensa ad andare bene al tuo esame. E non fare come me che sono andato avanti nel tempo.> dice lui portandosi una mano sul viso. Io scoppio a ridere, rispondendogli.
<ma come ti è venuto in mente di parlare degli anni '90 ahahah>
<non infierire, Caro te prego >
Ed io per farmi "perdonare" lo abbraccio, portando il mio viso sul suo petto.
Quando ci stacchiamo ci guardiamo negli occhi e tiene lo sguardo fisso sulle mie labbra, come inizio a fare anche io. Ci avviciniamo, riuscendo ad azzerare le distanze e dando il via ad un bacio calmo, ma pieno di emozioni. Ci stacchiamo in tempo per sentire la voce della sorvegliante chiamarmi. Così mi alzo e la seguo, senza però prima farmi dare l'imbocca a lupo dagli altri.
<qualsiasi cosa vi ho voluto bene!> dico in modo teatrale, prima di uscire dalla stanza e seguire la sorvegliante.

Per smorzare la tensione, in quel breve tragitto, provo a parlare con la donna davanti a me.
<secondo lei sto bene così? Cioè ho provato a fare queste trecce alla francese, ma forse erano più eleganti i lisci.>
<sta molto bene signorina. Ora respiri, si concentri, si tranquillizzi ed entri. Mi raccomando, leonessa!> e detto questo bussa, apre la porta ed io mi dirigo verso il banco posto davanti alla cattedra dei prof.
<buongiorno.> dico appena mi siedo.
<buongiorno signorina. Allora, parto con il dirle che il suo compito di matematica poteva andare meglio.> ed io annuisco.
<ciò non vuol dire che ha preso insufficiente, ma a pelo sulla sufficienza. Però, si è salvata con un ottimo compito di italiano. Perciò cedo la parola al professor Maggi che voleva parlarle.>
Io sorrido lievemente e rivoglio l'attenzione al prof.
<signorina Nemi. Lei ha fatto grandi progressi da quando è entrata, soprattutto sul suo carattere, approva?>
<si, penso... cioè, so, di avere maggiore controllo. Magari prima non pensavo sul fare una determinata cosa, mentre ora conto fino a 10, 15 anche. Per poi tentare di controllarmi.> rispondo
<mi è piaciuto il fatto che si sia corretto ed abbia usato il "so", piuttosto che il "penso". Perché lei era entrata qui come una ragazza insicura con problemi legati al proprio carattere. Mentre ora si guardi, è maturata e ne è consapevole.> ringrazio il prof, avendo leggermente gli occhi lucidi.
<direi di iniziare, se sono tutti d'accordo.> dice il preside.

Il primo a farmi domande è Raina, successivamente Mcnee, nel quale ammetto di aver improvvisato dato che non ricordavo praticamente nulla riguardo quell'argomento. L'ultima materia è scienze, che avevo ripassato molto bene, perciò mi sentivo preparata su tutto.
<Signorina Nemi, lei è così brava in scienze. Mi dispiace per il suo rapporto con la matematica.> dice , una volta aver finito l'interrogazione.
<anche a me dispiace professoressa, però io e la matematica proprio due rette parallele senza nessun punto in comune, che non si incontrano mai.> ok, avevo letto solo il capitolo riguardante le rette, perciò spero di aver azzeccato la definizione.
La Peto sembra, ripeto, SEMBRA soddisfatta.
Dopo interminabili minuti esco dalla stanza, salutando tutti, e mi dirigo dai miei compagni.

Entro dentro e subito vedo Lore alzarsi dalla sedia per venire verso di me. Subito gli vado incontro e mi circonda con le sue braccia.
<come è andato?> mi chiede all'orecchio.
<inaspettatamente bene.> dico io e lui allontana il suo viso dal mio orecchio per lasciarmi un bacio a stampo.
<lo sapevo io.> dice lui, per poi allontanarsi e facendomi sentire le domande dai pochi rimasti.

Un nuovo amore nel 1977  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora