Capitolo 26- ad ogni azione corrisponde una reazione.

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POV CAROLA
Sono in bagno per sciacquarmi il viso e riprendermi un attimo. Non so cosa mi sia preso, mi sono sentita così tanto presa in giro, arrabbiata che non ragionavo lucidamente. Avrei sicuramente fatto qualcosa di cui mi sarei poco dopo pentita, ma fortunatamente il prof mi ha fermato in tempo. So però che non sarà così facile, sicuramente ci saranno ripercussioni, ma a me basta restare qua. Posso passare anche cinque giorni in isolamento, basta che resto all'interno di questo collegio fino alla fine.

Uscita dal bagno la lezione è finita, ma vengo chiamata da Maria Sofia che mi dice di aspettare il prof che vuole parlarmi. Così, quando Kim esce dalla classe entro io e mi fermò davanti alla cattedra del prof.
<ho già sentito la versione della signorina Genco, ora vorrei sentire la sua>
<io e Genco non andiamo molto d'accordo e ha iniziato a provocarmi, così non ho più retto e mi sono fatta prendere dalla rabbia. Ma so che quello che ho fatto è sbagliato e non succederà più glielo assicuro.> spiego velocemente io.
<devo dire che le vostre due versioni sono totalmente diverse. Sinceramente non so cosa fare con voi due, quindi più tardi ne parlerò con il preside e vi dirò la decisione finale. Ora può andare, arrivederci.> ecco come finire un giorno in bellezza.
<arrivederci> lo saluto e me ne vado verso la sala relax.

<ma vaffanculo Kim> dico entrando li, andando verso la diretta interessata.
<che vuoi?> risponde menefreghista.
<si può sapere che hai detto al prof?>
<la MIA versione dei fatti> dice lei.
<e fammela sentire questa versione avanti>
<ho detto quello che è successo, che tu mi hai attaccato senza motivo e in più io ti stavo solo provando a far ragionare e a farti capire che avresti potuto lavorare di più e meglio>
<ma quanto sei sfacciata, incredibile!> inizio ad alzare la voce.
<e sarei io quella sfacciata? Ma guardati allo specchio prima di parlare>
<ma manco sai il significato delle parole che usi, sta zitta per favore>
<zitta a me non me lo dici>
<allora ci provi proprio gusto a litigare> dico io ormai stufa della situazione.
<sei te chi inizi le cose e non le finisci> dice lei alzandosi e venendomi contro. Così, io provo ad andarmene, ma lei mi da una spinta e allora io per reagire gliene do un'altra e qui la situazione sta veramente sfuggendo di mano. Infatti arrivano i sorveglianti a separarci.
<signorine dal preside, ora!> ci urla la sorvegliante e veniamo portate dal preside. Sull'uscio della porta vedo Lorenzo e altri ragazzi ,che probabilmente attirati dalle urla, sono venuti a vedere cosa fosse successo.
<che hai fatto Carola?> dice lui prendendomi un polso, ma il sorvegliante lo fa entrare nella sala come tutti gli altri. Così riesco solo a dire <mi dispiace>.

Arrivati davanti la porta del preside entriamo e l'espressione del preside sicuramente non promette niente di buono.
<mettervi qua davanti, grazie> dice con tono serio.
<il vostro comportamento di oggi è stato inammissibile! Ho sentito anche il professor Maggi che mi ha riferito ciò che avete fatto durante il lavoro a gruppi. È a dir poco imbarazzante quello che mi è stato riferito. Questo vostro comportamento non è ammissibile al collegio, siete quasi arrivate alle mani, vi rendete conto?!> io abbasso la testa, essendo consapevole di ciò che ho appena fatto.
<seguite la sorvegliante.>

noi due la seguiamo e quando in camera troviamo le nostre valigie i miei occhi iniziano a diventare lucidi.
<prendete le valigia e seguitemi>
<dove andiamo?> mi chiede Kim a bassa voce.
<e che ne so io>
<si ma calmati>
<se stiamo qui è per colpa tua> rispondo io, stanca di passare del tempo con lei.
<ancora a litigare state? Ricordate ad ogni azione corrisponde una reazione> ci dice la sorvegliante prima di fermarsi davanti a due porte chiuse.
<passerete due giorni qui in isolamento, studierete e farete lo stesso programma che fanno i vostri compagni. E ovviamente loro non dovranno sapere della vostra presenza ancora presente nella struttura. Come vedete le porte sono una difronte all'altra, quindi anche volendo conversare sarebbe molto difficile.>
Così entriamo nelle stanze, pronte a vivere dei giorni abbastanza noiosi.

Un nuovo amore nel 1977  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora