Capitolo 21- che giornata

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POV CAROLA
Oggi inizia una nuova settimana, la sorvegliante arriva a svegliarci con la solita campana come sempre, ma non tutte abbiamo passato un notte tranquilla. Infatti Gaia non ha praticamente chiuso occhio, all'arrivo della sorvegliante stava già girando per la camera ripetendo la Monaca di Monza. Sa tutto, il problema ora è vedere se se lo ricorderà e come lo esporrà.

Dopo il solito discorso del preside veniamo portati in aula, mentre Gaia e Davide vanno a fare quest' interrogazione.
<come pensi che andranno?> mi chiede Lorenzo
<secondo me bene, Gaia dovrebbe sapere tutto. Davide se ci si mette riesce a farle le cose.> dico io. Siamo all'angolo della classe, per stare più appartati mentre tra gli altri c'è chi sta seduto a ripassare, chi a parlare e chi scrive alla lavagna.
<nessuno ci guarda> se ne esce a un tratto lui.
<ok..?> rispondo io insicura.
<quindi...> continua lui avvicinandosi.
<che vuoi fare?> dico io sfiorando le sue labbra.
Lui senza dire niente mi mette la mano sui fianchi e mi bacia, da un bacio a stampo sulle labbra, poi sulla guancia, sul lobo dell'orecchio. E mano a mano la sua mano destra sale dal fianco alla mia guancia e io non resistendo do il via a un bacio tutt'altro che casto.
<oooh queste cose in classe anche no> te pareva. Una volta che abbiamo un momento di intimità ci deve sempre essere qualcuno ad interromperci. Questa volta lo dice Alessandro avvicinandosi a noi e staccandoci scherzosamente.
<infatti, portate rispetto all'aula come fa Simone durante le lezioni> si aggiunge Giovanni e giuro che in questo momento preferirei stare a fare l'interrogazione al posto di quei due piuttosto che morire di vergogna come sto facendo.
<piccolaaa è rossa> dice Ale venendomi ad abbracciare e io nascondo praticamente la mia testa nel suo petto.
<dai vi lasciamo da soli, già vi abbiamo disturbato abbastanza > dice Giovanni prendendo l'altro da un braccio e tirandolo via.

Così restiamo noi due, a fissarci in silenzio, come se i baci di prima fossero solo un ricordo <mi dispiace> dice dopo un po' Lorenzo.
<di cosa?> dico io senza capire seriamente cosa intendesse.
<per prima, insomma è stato imbarazzante> dice lui grattandosi dietro la testa, segno che fosse in imbarazzo.
<ma non è colpa tua, tranquillo>
<un po' si in realtà... questa mattina ho parlato con i ragazzi e abbiamo iniziato anche a parlare di te. Solo che ad un tratto c'è stato una specie di scontro in cui Giovanni, Simone, Davide e Alessandro sostenevano una determinata cosa e noi altri l'opposto. Quindi sono sicuro che siano venuti qua per infastidirmi e ti hanno usato come scusa.> mi spiega lui.
<se è davvero così non ci fare caso, sono degli immaturi.> lo sostengo io abbracciandolo, gesto che lui ovviamente ricambia.

Ci stacchiamo quando vediamo entrare Gaia e poi Davide.
<Un applauso> grida Gaia entrando in classe, segno che le è andata bene. Io corro ad abbracciarla e lei ricambia. Ma c'è qualcosa che non va, sembra felice ovviamente ma non come chi ha appena avuto l'opportunità di continuare un qualcosa che vuole fare.
<che c'hai amo?>
<niente, amò. So solo stanca> dice lei, ma non mi lascia comunque convinta. Però vado a sedermi al posto aspettando l'entrata del prof.

<ragazzi oggi devo darvi una triste notizia> dice il prof appena entra in classe.
<e mo che è successo?> dico io.
<è morto qualcuno?> dice qualche mio compagno, ma non riesco a capire chi. Intanto Federica si mette a ridere, come sempre, ma viene richiamata dal prof che finalmente ci svela questa cattiva notizia.
<è morto Sandro Penna> e l'aria tesa fino a qualche secondo fa sembra sciogliersi. Così inizia a spiegare Sandro Penna e nel mente fa fare al volo una poesia a Raffaele che come sempre se la cava per merito della sua simpatia.

<arrivederciii> urla Gaia mentre il prof esce finalmente dall'aula, lasciandoci liberi di andare a fare merenda. Ma oggi, a quanto pare, non ci vogliono smettere di dare cattive notizie. Infatti Enzo ci dice di aver aumentato il prezzo dei panini e in più possiamo pagare mille lire per prendere un cioccolatino.
<non hai preso niente?> mi chiede Lorenzo sedendosi sulla panchina vicino a me.
<ho preso un cioccolatino> dico io mostrandoglielo.
<vuoi un po'?> mi indica il suo panino.
<non ho molta fame.> rispondo mettendo il mio cioccolatino in tasca.
<sicura è?> mi chiede lui e una volta essersi assicurato che non stia mentendo mangia il suo panino, parlando intanto con me.

Dopo aver finito la ricreazione rientriamo in classe e vediamo entrare la Petolicchio seguita da un'altra signora mai vista prima. La Peto deve assentarsi per un breve periodo e questa prof sarà la nostra supplente di matematica e scienze. Inutile dire che appena la prof esce dalla classe inizia il vero casino. Durante l'appello Simone si scambia per Giovanni, Alessandro per Davide e viceversa. Finché è solo l'appello sto abbastanza scialla, quando però iniziano a fare casino tanto che non si riesce neanche ad ascoltare ciò che dice la prof. È una supplente, vero, però porella la stanno facendo uscire pazza. Infatti, dopo un po' i soliti tre vengono finalmente mandati fuori e in classe proviamo a finire la lezione, anche se dopo circa dieci minuti finisce l'ora e andiamo a pranzo.

Un nuovo amore nel 1977  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora