Capitolo 46- non doveva andare così

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POV CAROLA
A qualcuno oggi viene la brillante idea di tenersi il pigiama sotto i vestiti e vengono tutti nella camerata femminile per parlarci proprio di questo.
<non me va rega, ve lo dico sinceramente.> Dico io
<neanche a me, fa caldo.> dice Lorenzo e altre tre/quattro persone sono d'accordo con noi nel lasciare stare questa cavolata.

Arrivati in classe ci sediamo ognuno bei proprio posti e vediamo che la prof ad entrare è la Petolicchio. Si mette subito a spiegare, ma qualcuno inizia ad alzarsi e a stare in pigiama, così tutti gli altri seguono e così anche le urla della prof non si fanno attendere. Poi però il tutto degenera quando decidono di uscire dalla classe, io provo a bloccare Ale che non si può permettere di fare altre cavolate. Ma lo vedo uscire e rimango abbastanza delusa, insomma, ieri sera ho parlato con lui e sembrava aver capito di non dover più fare ste cose per stare qua dentro. Ma, sorprendendoci, lo vediamo rientrare di corsa in classe dicendo parole senza senso e buttandosi praticamente sulla sedia, ma scivolando e facendo ridere tutti noi.
<no, no io resto qua. Ho paura, ho paura.> dice sedendosi al primo banco, accanto a Maria Sofia. Poi quando la Petolicchio si avvicina continua a dire.
<non ho paura, non ho paura.> sembra ubriaco, ma almeno ci fa fare due risate. La Peto continua a spiegare nonostante fossimo rimasti in pochi in classe e dopo averci fatto i complimenti esce dalla classe e ci informa che riferirà l'accaduto al preside.

Alla fine dell'ora il sorvegliante ci porta in cortile, e li troviamo i nostri compagni ancora in pigiama. Quando arriva il preside sono tutti pronti ad una predica e così è. Però, una cosa buona, a noi vengono nuovamente fatti i complimenti e Alessandro viene sospeso dall'interrogazione di oggi, che al posto suo dovrà affrontarla Davide.
<sento puzza di ratto!>
<infame.>
<traditore.>
Tutti continuano ad insultare Ale che, anche se prova a nasconderlo, ci rimane male e si vede.
<sisi continuate, intanto io sto apposto al contrario vostro.> dice lui non reggendo più le parole degli altri.
<ma ti senti quando parli? Sembri un bambino.> dice Matilde
<ha parlato quella matura.> dico io in favore di Alessandro. Poi lui viene preso da parte dai ragazzi che da quanto ho capito gli hanno detto che il suo letto è stato rotto. Da qui parte il putiferio. Alessandro non riesce a controllarci e partono delle "minacce", ma nessuno vuole dire chi è stato. Successivamente veniamo portati nelle rispettive camerate e io provo a capire chi ha rotto il letto del mio migliore amico.
<Carola ma la pianti di fare la detective fallita?> mi dice Rebecca, seguita da Matilde.
<ma che vuoi. Sto mica parlando con te?> dico io senza neanche rivolgerle lo sguardo
<si ma almeno guardami mentre mi parli.>
<non guardo chi non porta rispetto.>
<e io dovrei portare rispetto a te, sentiamo.>
<si, come io lo porto a te.> all'inizio provavo a tenere un tono pacato, ma con lei è impossibile. Ultimamente Rebecca e Matilde mi stanno facendo uscire pazza. Perché ovviamente ora che ho risolto con Kim si mettono in mezzo loro due, sembra una storia infinita. Le nostre urla vengono però fermate dall'entrata dei ragazzi che ci dicono che sono stati chiamati dal sorvegliante e ora Alessandro si trova dal preside.
<no oh, che state a dì.> mi si avvicina Lorenzo che mi abbraccia e io mi reggo praticamente a lui.

Dopo qualche minuto ci fanno scendere e da fuori vediamo arrivare Alessandro con i vestiti normali e la valigia.
<no te prego.> dico io piangendo e correndo verso il mio amico.
<ma se può sape che hai fatto. Stupido.>
<sempre gentile mi raccomando.> dice ridendo lui, per poi prendermi il viso e dirmi
<Caro, finisci sto cazzo di percorso anche per me. Ok?> e io non riesco a fare altro che annuire per poi lasciargli un bacio sulla guancia e staccarmi, per fargli salutare anche gli altri. Il resto della giornata è praticamente un inferno per me. Durante le lezioni non ascolto molto e disegno cose insensate sul mio quaderno.
<cosa sta disegnando signorina?> Mi chiede Maggi e io alzando il quaderno gli faccio vedere il disegno che ritrae un occhio.
<molto bello signorina, però ora presti attenzione all'interrogazione del suo compagno.> e finite anche quelle intense ore di lezione possiamo finalmente andare in sala ricreativa. Ma io oggi non ne ho molta voglia, così vado in camerata femminile e mi stendo sul mio letto, intenta a riposarmi un po'. Quando sono finalmente riuscita a prendere sonno sento qualcuno sedersi accanto a me e una voce famiglia mi dice all'orecchio.
<stai dormendo?>
<si.> rispondo io assonnata e nervosa più che mai.
<posso?> Così Lorenzo si stende accanto a me senza neanche ascoltare la mia risposta.
<non doveva andare così.> dico io poggiando la testa sul suo petto e beandomi del suo tocco sul mio braccio.
<lo so, è ingiusta come cosa. Ma si va avanti.>
Io annuisco e chiudo finalmente gli occhi per provare a riposare un po'.
E niente raga, anche Ale lascia il collegio. Ci sono rimasta veramente male quando è successo e davvero non me l'aspettavo, calcolando che persone che hanno fatto peggio sono ancora dentro. Però vabbè, lasciamo stare. Spero vi piaccia il capitolo 😙

Un nuovo amore nel 1977  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora