POV CAROLA
la lezione di musica proseguì tranquillamente e una volta finite le lezioni andiamo a pranzo. Oggi mi sento più rilassata e mi unisco alle battute degli altri.
<attenzione signori, Carola è tornata> mi prende in giro Alessandro. E in effetti ha ragione, mi sento molto meglio, più spensierata.Dopo il pranzo ci ritroviamo tutti in sala relax per fare i compiti, io seduta accanto a Gaia e Federica ,ormai esauste di studiare, con Maria Sofia che ci sprona a continuare.
<Sofì te prego non sto a connette più er cervello> dice Gaia
<facciamo una pausa dai> dico io appoggiando la testa sul tavolo.
<Carola possiamo parlare?> sento una voce dietro di me e subito alzo la testa vedendo Lorenzo in piedi che aspetta una mia risposta.
<ehm... ora stavamo studiando in realtà> provo a inventare una scusa, non perché non volessi ascoltarlo, ma perché ho paura che ora che sto iniziando a godermi la permanenza al collegio possa ricadere nella tristezza per Lorenzo e ciò che vuole dirmi.
<in realtà stavamo facendo una pausa, quindi puoi andare> ma grazie Valentina. Ormai inventare un'altra scusa sarebbe inutile quindi mi alzo e mi dice di voler andare nella sua camera (quella singola) dove possiamo parlare in tranquillità.Entriamo e mi fa cenno di sedermi sul letto accanto a lui, così lo faccio.
<cosa c'è?> provo a tenere piatto il mio tono di voce.
<mi dispiace> dice lui a bassa voce
<tranquillo...> pensavo mi facesse un discorso un po' più articolato invece va dritto al punto... e io che mi aspettavo chissà cosa. Faccio per alzarmi quando mi prende un polso facendomi girare verso di lui che si è appena alzato.
<già vai via?>
<hai finito, no?>
<in realtà non ho finito> oh menomale
<ah ok, allora dimmi.> mi risiedo e aspetto che continui.
<mi dispiace per come ho reagito e per averti fatto stare male questi giorni... non pensavo la prendessi così a male.>
<non è stato il tuo modo di reagire a farmi stare male, ma le mie solite paranoie.> dico sincera io guardandolo negli occhi.
<in che senso?> mi chiede lui
<ho passato due giorni a chiedermi se effettivamente avessi sbagliato qualcosa io e aver rovinato tutto con il mio carattere come faccio di solito. Poi mi sono fatta sopraffare da tutto un insieme di cose, peggiorando ancora di più la situazione.> senza dire niente mi tira a se abbracciandomi.
<scusa ancora, non so perché io abbia reagito in quel modo.> dice ancora abbracciato a me.
<dai è passato>
<sei stanca?> dice cambiando discorso
<un po'. Non ho dormito molto sti giorni.> rispondo sinceramente
<allora sdraiata un po' qua, così stai in tranquillità >
<non mi va di cacciarti dalla tua camera>
<devo trovare un modo per farmi perdonare, è il minimo>
<sdraiati con me, sennò mi sento in colpa>
Dopo un po' riuscii a convincerlo e ci sdraiammo su quel letto. Poggiai la mia testa sul suo petto e le sue mani andavano avanti e indietro sul mio braccio facendomi rilassare. Così, senza accorgermene chiusi gli occhi beandomi del suo tocco e del suo profumo.Ci vollero così pochi secondi per risolvere e ne avevamo fatto praticamente una questione di stato.
Probabilmente ci aspettavamo la peggiore reazione da parte dell'altro e nessuno si è deciso a fare il primo passo quando serviva solo un "mi dispiace". Ovviamente parlando per conto suo, perché io forse avevo ingrandito il tutto, ma è partita da lui la questione.Scusate ma neanche io riuscivo più a vederli separati, quindi ho trovato un modo abbastanza veloce per riappacificare gli animi, più o meno.
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Un nuovo amore nel 1977
Teen FictionCarola Nemi e Lorenzo Sena, due quattordicenni che decidono di entrare al collegio in cerca di una nuova avventura, ma non sanno che troveranno anche qualcosa che si può definire Amore.