Capitolo 30- tranquillità e calcio

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POV CAROLA
Mentre noi altri aspettiamo Simone in cortile ci mettiamo a parlare de più e del meno, finché non vediamo arrivare proprio il sottoscritto con i suoi vestiti normali e la valigia.
<t'hanno cacciato?> chiede incredulo Giovanni.
<è si, ma ci sta rega ho fatto casino, tanto> risponde l'altro ridendo. Così ci mettiamo a salutare anche lui e in una sola settimana abbiamo perso tre compagni.
<ciao piccolì> mi dice abbracciandomi. In questi ultimi giorni avevamo legato molto. Ho provato a convincere anche lui più volta a calmarsi, ma niente, è di coccio.
<dovevi darti una calmata> dico io continuando l'abbraccio.
<non ne sono capace> mi dice infine lui allontanandosi per andare a salutare Giovanni che è quello che con cui aveva legato più di tutti.
Una volta che anche Simone ha oltrepassato le porte del cancello noi rimasti facciamo un patto, arriveremo al diploma tutti insieme.
Ma questo patto non sembra essere nel volere del preside che la mattina dopo ci dice che alla fine della settimana verranno date delle pagelle per vedere chi potrà continuare o meno l'esperienza all'interno del collegio.

<buongiorno> appena entriamo in classe la paura viene per un attimo oscurata dalla felicità nel rivedere la Petolicchio. Certo, un po' mi dispiace per la supplente ma la Peto è la Peto, imbattibile. Ma deve aver saputo tutto ciò che è successo durante la settimana, perché da solo a Maria Sofia i confetti del Matrimonio, mentre noi restiamo a mani vuote. Stranamente questa lezione prosegue con calma e silenziosamente. Le cose sono due, o è l'effetto Petolicchio o finalmente si è capito che bisogna studiare. Quando suona la campanella usciamo tutti dall'aula lasciando solo la prof con D'Ambrosio. Nel mentre che Giovanni sta dentro con la prof qua fuori sta succedendo un vero casino.

Sofia viene attaccata solo perché la prof ha dato a lei i confetti e le altre dicono di meritarseli.
<rega se pensavate di meritarveli lo dicevate alla prof. Mo non mi sembra giusto anda contro Sofia.>
<Carola noi non ce la stiamo prendendo con lei, stiamo solo dicendo che avrebbe potuto essere onesta e dire che non è stata l'unica in silenzio> mi dice Valentina.
<ma il fatto non è essere stata in silenzio, è aver provato a far ragionare gli altri> alza la voce Sofia per farsi ascoltare.
<voi avete cantato?> se ne esce dopo un po' Anastasia rivolta a Valentina e Sara.
Le due annuiscono in risposta.
<allora finitela. Per due confetti oh!> continua Anastasia facendo finire la discussione.

Anche l'ora successiva passa con molta tranquillità. Il professor Maggi ci fa scrivere un testo di fantasia dopo averci fatto vedere una scena di Sandokan. Anche qui a fine lezione viene fermata Matilde per parlare con il prof. Alla fine, anche se non ci ho legato molto, mi dispiacerebbe se se ne andasse. Come lei anche tutti gli altri, perché alla fine ormai siamo un gruppo e bisogna restare tale.
Il divertimento finalmente arriva con l'entrata dei prof Raina e Maggi che ci informano della partita di calcio.
<ci divideremo in due squadre, i letterati dove io sarò il capitano e gli scienziati, con il prof Raina> e dopo aver formato le squadre andiamo nel campo da calcio.

< scommetto che non ti metti a urlare forza Lorenzo davanti ai prof e al preside> mi dice Federica
<vuoi scommettere?> dico io.
<scommettiamo> risponde lei convinta che io non abbia il coraggio. Ma si sbaglia sta volta, perché Carola non sbaglia mai le scommesse.
<daje Lollo> grido io appena entrano in campo, alzandomi anche per applaudire.
<signorina Nemi si calmi, è solo una partita> mi dice sorridendo il preside.
<ah si, mi scusi> rispondo io sedendomi e guardando Federica con uno sguardo del tipo ho vinto.
Noi ragazze facciamo il tifo un po' per tutti, ma quando arriva il momento dei rigori bisogna schierarsi.
<Carola te chi tifi?> mi chiede Federica
<letterati> rispondo io mantenendo lo sguardo sul campo.
<te Rebecca?>
<scienziati> e così ognuna di noi esprime la propria preferenza e quando si inizia a tirare ci dividiamo come se stessimo allo stadio. Il primo rigore viene sbagliato da entrambe le squadre, poi però arriva il turno di Lorenzo che prima di tirare mi rivolge uno sorriso che io ovviamente ricambio.
Si prepara...
...Tira...
...E fa gol! 
<grande Lore> un boato si estende nel campo e dopo aver tirato si gira verso di me indicandomi.
<signor Sena, questo sì che è un vero gesto d'amore> lo prende in giro Edoardo andandogli incontro per il gol.

Il resto dei tiri sono un vero disastro, la palla non vuole rientrare in porta. E quando ormai ci siamo arrese al dover restare in quel campo per altre tre ore si prepara al dischetto il prof Maggi.
<contiamo su di lei prof!> urla qualcuno tra di noi, e il prof, per non deludere i suoi fan, si prepara e la tira alta centrale, riuscendo finalmente a fare gol.
<goool> urla Elisa abbracciandomi. I ragazzi si stanno tutti abbracciando e una volta allontanatosi Lorenzo viene verso di me e io gli corro incontro tenendo le braccia aperte. Arrivati vicini ci abbracciamo e mi da un bacio a stampo, che non diventa niente di più per la presenza dei prof e degli altri.
<e quel gol?> chiedo io ancora abbracciata a lui.
<era per te> mi risponde lui sorridendo e quel sorriso da angelo, giuro che lo bacerei per ore.
<ti ho portato fortuna diciamo> dico io prendendolo in giro e spettinandosi i capelli.
<si possiamo dire così, anche se la bravura è la mia.> scherza lui togliendomi le mani dai suoi capelli e provandoli a pettinare.
<sempre modesto mi raccomando> rispondo io girandomi.
<ma come, io ti dedico I gol e te fai l'offesa?> mi dice abbracciandomi da dietro e dicendomi queste cose nell'orecchio.
<ammetti che ti ho portato fortuna> lo stuzzico io, mostrandomi forte ma dentro di me si sta scatenando lo zoo.
<io non ammetto niente> continua a sussurrarmi lui.
<ne sei sicuro?> dico io girandomi e guardandolo negli occhi, tenendo le nostre labbra a pochissima distanza tra di loro.
<baciami> mi dice sicuro lui provando ad unire le nostre labbra, ma io prontamente mi sposto.
<dillo> continuo.
<va bene.> si arrende finalmente lui, anche perché non so quanti ancora avrei resistito.
<sei il mio portafortuna Carola Nemi> e prendendomi di sprovvista mi bacia. Un bacio più lungo di prima, ma comunque ci conteniamo, anche se sembrano tutti pensare ai fatti propri per guardare noi.

I festeggiamenti per la partita continuano anche la sera, quando in camerata alcuni decidono di andare nell'orto.
<io ci andrei> dico io
<no Caro rimani qua, già sei andata in isolamento> mi dice Alessandro tirandomi per farmi stare a letto.
<ma dai, tanto in quanti siamo?> chiedo io e vedendo già un bel numero di persone mi decido ad andare.
<raga però prendiamo i pomodori e andiamo via> dico io
<si sì, tranquilla> mi risponde Rubino. Così ci mettiamo a correre per il collegio, direzione orto.

Un nuovo amore nel 1977  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora