Capitolo 58- gli esami scritti

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POV CAROLA
Questa sera nessuno ha voglia di fare casino, ma siamo tutti occupati a studiare. Ci siamo divisi tra le camerate, mentre ripetiamo tutti i vari argomenti che sono veramente tanti.
<Lollo, ripetimi Pascoli.> chiede Maria Sofia.
<ma non l'abbiamo mai fatto.> risponde lui, buttandosi praticamente, con la testa sulle mie gambe.
<si invece, Lorenzo fai mente locale. Qualche settimana fa a lezione il prof Maggi ci ha parlato di Pascoli e della sua poesia, il lampo. Ricordi di cosa parla?> insiste la mia amica, ma Lore continua a negare con la testa e inizia a guardarmi dal basso, tenendo sempre il capo sulle mie gambe. Io inizio a toccargli i capelli.
<Lorenzo concentrati!> grida Maria Sofia.
<magari se glielo dice Carola si concentra.> dice Giovanni ridendo. E contagiando alle risate tutti gli altri, mentre io arrossisco e Lorenzo si tira su. Circondandomi con un braccio le spalle e girandomi il viso verso di se, per baciarmi. E partono cori, neanche fossimo allo stadio. Ma tra le voci se ne sente una che sovrasta le altre.
<aoh mo parte il limone anche tra Davide e Kim.> battuta di Vincenzo poco apprezzata da Kim, che risponde.
<non fai ridere Vincenzo.> per poi andare a sedersi sul suo letto.
<ma dai che avrò detto di male.>  si protegge il ragazzo e tutti ricominciano ad urlare, insulta of scherzosamente Vincenzo, o richiamando Kim, o semplicemente ridendo. Ma il caos scaturito viene messo a tacere dalla voce di Maria Sofia che urla.
<state zitti!!! Ma vi rendete conto che domani iniziano gli esami e la maggior parte di voi non sa niente?! E cosa fate? Ma si dai, facciamo gli scemi.> improvvisamente il silenzio torna nella camera. Maria Sofia si alza e se ne va nella camerata singola, da dove escono Raffaele ed Elisa.
<ma che aveva Sofia?>
<ansia per esami.> dice Matilde.
Ma alla fine, dopo esserci tutti scusati con Maria Sofia, andiamo a dormire, e forse un po' d'ansia per gli imminenti esami inizia ad arrivare.

La mattina arriva così veloce che nessuno ha voglia di alzarsi. E la poca "enfasi" mattutina non arriva neanche a colazione. Dove siamo tutti impegnati a mostrarci i bigliettini e organizzarci per copiare.
L'ora della Petolicchio arriva però in fretta e così anche l'ora dell'esame di matematica.

<lei cosa sta facendo signorina Nemi?> sono intenta a vedere le formule su un bigliettino, quando sento la voce della prof accanto a me e distinto butto il bigliettino a terra.
<mi si è rotta un' unghia.> improvviso io, facendole vedere le mani.
<a me non sembra signorina.>
<ma si, vede qua? È più corta rispetto a quella dell'indice.> continuo ad improvvisare, trattenendo le risate.
<comunque ora non mi sembra sul momento per controllarsi le unghie, si concentri signorina Nemi.> e se ne va. Ed io approfitto che sta di spalle per chinarmi e prendere il bigliettino, scrivendo finalmente la formula mancante.
Finite le due ore dobbiamo restituire tutti il compito e quasi nessuno è sicuro al 100% di ciò che ha appena consegnato.

Dopo il test di matematica inizia il test di italiano, che a mio parere è molto più facile, essendo un tema in cui possiamo quindi scrivere quello che ci passa per la mente, attendendoci comunque ad una traccia che seppur non rigidissima ha dei "contorni" da non poter superare. 

POV LORENZO
Sto scrivendo il tema di italiano e la traccia del professor Maggi mi fa riflettere molto. Così inizio a scrivere, senza dare troppo peso alle parole che mi vengono in mente, io scrivo per liberarmi e sfogarmi di ciò che tengo dentro da ormai troppo tempo. Finisco anche per scrivere cose che non ho mai detto a nessuno, ne qui dentro ne fuori. E ciò un po' mi spaventa, perché è una cosa molto privata. Poco prima della fine del tempo a disposizione esco dalla classe in silenzio e mi siedo sulla panchina, perdendomi nuovamente tra i miei pensieri.

<ei, come è andato?> mentre sono nel mio mondo, sento una voce accanto a me e girandomi la vedo.
<bene dai, a te?> faccio un sorrisino, ma non sembra convincerla. Infatti Carola aggiunge.
<sicuro di stare bene?>
<ma si, sono solo stanca.> e detto questo mi alzo per andare verso la finestra. Rivoglio il mio sguardo all'esterno e lei mi affianca nuovamente.
<se non ne vuoi parlare va bene, ma sappi che ci sono, per qualsiasi cosa.> e senza dire niente l'abbraccio e delle lacrime iniziano a solcare il mio viso. Non voglio farmi vedere così dagli altri, e lei sembra capirlo. Tanto che mi allontana dagli occhi dei miei compagni che stanno consegnando il tema. Andiamo in un angolo abbastanza isolato del corridoio e mi prende il viso tra le mani.
<Lore, amore, calmo. Va tutto bene, okay?> dice con tono dolce.
<non dovevo scriverlo, non dovevo scrivere quelle cose.> e mi ributto di nuovo tra le sue braccia. L'unico appiglio che trovo in questo momento.
<shh, va tutto bene. Tranquillo. Ci sono io.>
E dopo essermi un po' calmato le spiego la situazione. La situazione che dovuto passare da piccolo, il tenermi tutto dentro, lo scriverlo nel tema ed esplodere dopo anni, buttando fuori tutta la tristezza tenuta dentro da ormai troppo.
<sei forte amore, sei forte.> continua a dirmi lei abbracciandomi. E lasciando continui baci sulla guancia.
Così, mi sono aperto per la prima volta con lei, con Carola. E ora sono sicuro di ciò che provo. Forse potrà sembrare presto, ma io sento di amarla...

Un nuovo amore nel 1977  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora