Royal si rigirò sul divano degli Shaw.
Devi chiederglielo direttamente.
Allungò una mano verso il suo cellulare sul pavimento.
Devi.
Le cinque e mezza del mattino.
Chiederglielo.
Aveva dormito solo tre ore e mezza. Anche per uno come lui era poco ma ormai tanto valeva alzarsi.
Direttamente.
Buttò da una parte le coperte di morbida flanella grigia e si allungò a cercare i pantaloni e la maglia per dirigersi nel primo bagno disponibile.
Checché ne dicesse Caesar, non era semplice parlare con qualcuno che non potevi davvero guardare negli occhi. A maggior ragione se quel qualcuno non ti parlava dal giorno prima.
Royal alzò lo sguardo sullo specchio e incontrò i suoi stessi occhi, ricordando, finalmente.
Una ragazza castana che guardava fuori dalla finestra.
E poi la ragazzina si era voltata, i capelli avevano frustato l'aria e lui aveva fatto un passo indietro, sconvolto da quel vuoto nei suoi occhi color del mare al largo, ricordò.
Era lei.
≠
Ella allungò le gambe sulla sedia della cucina, voltando la pagina del libro che teneva dinnanzi a sé.
Sentì qualcuno osservarla e alzò lo sguardo per incontrarne uno d'argento.
Si morse le labbra, consapevole di dovergli delle scuse, ma abbassò gli occhi sul tomo per finire la frase nell'attesa che lui desse almeno un segno di vita.
Royal lasciò lo stipite entrando con un passo nella stanza, il suo sguardo la percorse dalle caviglie nell'intenzione di tenere la delusione di quei freddi "occhi blu" per ultima.
Aveva caviglie sottili, gambe eleganti incrociate l'una sull'altra e il busto infagottato in una delle solite camicie troppo larghe.
Il vero sguardo di Cenere lo sfiorò per meno d'un istante, neanche il tempo di vederne il colore, per poi tornare sul libro che la ragazza teneva avanti a sé.
"Volevo un caffè" gli suggerì il cervello.
Scartò subito l'imbeccata: con tutta probabilità lei si sarebbe alzata a prepararglielo precludendogli di nuovo quello sguardo che voleva vedere. Ne sentiva il bisogno.
"In alternativa potrebbe rispondermi di farmelo da solo, se ha deciso di trattarmi come Ely" pensò sarcastico.
Notò un piccolo contenitore bianco, a lato del segnalibro e un astuccio per degli occhiali che lei non aveva addosso.
La ragazzina si era voltata, i capelli avevano frustato l'aria.
Royal avanzò ancora verso Ella.
E lui aveva fatto un passo indietro, sconvolto da quel vuoto nei suoi occhi color del mare al largo.
Ormai era a poco da lei che, ostinata, non alzava il capo.
-Quasi sei anni fa- cominciò Roy, la voce di sussurro graffiante, lo spasmodico desiderio di guardarla negli occhi -c'era una ragazzina nella cucina dei miei-
Qualcosa nella posa della castana s'irrigidì impercettibilmente. Sollevò lo sguardo su di lui.
Royal perse ancora le parole: aveva considerato quel blu troppo freddo, vuoto, decisamente stridente su quella ragazza piena d'energia e di calore col quale avvolgeva i fratelli.

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Cinder
RomantizmIsabella Cenere sa di pioggia, fuoco di camino, pericolo nascosto e quel qualcosa che a prima vista può sembrare philofobia. Royal di caramello, temporale intrinseco e leone in gabbia. Ely di battute irriverenti, cioccolato al latte e confusione. Mi...