21. Diari bruciati

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Lo psichiatra posò la penna sul suo blocco: -Avevamo superato questa cosa, Royal: sei uscito con delle ragazze e non è successo assolutamente nulla.-

Royal trattenne il respiro, in attesa della domanda.

-Cos'ha questa, di diverso?-

-Siamo qui!- Renata spalancò la porta di casa Shaw reggendo con una mano una borsa piena di pacchetti colorati -Ella, dove sei?-

-In corridoio!-

Due secondi dopo Cinder comparve nel salotto sorridente e a braccia aperte.

La nonna mollò per terra i pacchetti e la strizzò in un abbraccio all'acqua di viola: -Tesoro, sei dimagrita tanto! Come stai?-

Marco Cenere scosse la testa sorridendo: era sempre la stessa storia tra quelle due.

Sabe si divincolò dalla presa da cobra della donna: -Sto bene, stai tranquilla. E voi? Avete mangiato?-

-Non so perché sia diversa, so solo che la è. È strana, cocciuta, misteriosa, imprevedibile. Non la conosco neanche davvero, ma so che non è una cotta- mormorò Roy -Mio padre diceva di amare mia madre... E se questo fosse amore? Se io fossi come lui? Se fossi capace di "amare"'anch'io solo a quel modo?-

-Ne vuoi anche tu, Ella?- domandò Renata con la tazzina di caffè in mano.

Lei scosse la testa: la bevanda la faceva tremare, ma a sua nonna la cosa non sembrava entrare in testa.

Marco le strinse una spalla imbeccandole il discorso: -Tutto bene? Abbiamo saputo del libro-

Sabe annuì: -Mi hanno detto che per gennaio sarà in stampa, vogliono leggere l'altro prima, quello che conclude la dilogia-

-Hai tenuto lo pseudonimo, vero?-

Ella annuì: -Non so perché, mi sembra di espormi troppo. Il falso nome m'illude di avere un minimo di protezione in più-

-E da cosa? È un libro per ragazzini, non credo che i servizi segreti ti vengano a cercare in casa- fece Renata.

Isabella si morse la lingua frenando il moto adolescenziale; sua nonna non capiva, come la maggior parte delle persone.

Una mano si strinse alla sua e lei si voltò sorridente verso suo nonno.

Per fortuna c'era lui: lui capiva quel genere di cose. Lui avrebbe sempre capito.

"Grazie" pensò sorridendo.

-D'accordo, Royal, proviamo a fare in un altro modo- lo psichiatra gettò blocco e penna sulla scrivania e si sporse verso di lui -Cosa vorresti da lei? Cosa vorresti farle?-

Cenere concluse la lettera con uno svolazzo.

-Ella?- Marco si sedette accanto a lei -Com'è andata con i due ospiti a sorpresa?-

Lei si strinse nelle spalle: -È stato strano e non ho la minima intenzione di portarmi ancora in casa sconosciuti... però non è andata troppo male-

-Problemi con i ragazzi, allora?- insistette il nonno deciso a capire il perché di quell'aria abbacchiata.

Sabe sospirò stropicciando la lettera: -I gemelli hanno problemi di bullismo a scuola ed Everett manca a tutti-

-Everett era un ragazzo meraviglioso... ha sistemato un bel po di cose, sai? Ci ha scritto-

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