37. Bolle di sapone

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-Ciao, Cinder! Cos'è quella faccia?- Michael lasciò sul pavimento lo zainetto rosa di Alice che schizzò in camera a cambiarsi per una qualche festa di compleanno.

Ella scosse la testa, un sorriso a tentare di rischiarare le ombre sul volto: -Sarà stanchezza-

Il ragazzo la guardò, per nulla convinto: -Sei tornata un'ora fa... sono due giorni che vai su quel set, vero?-

Cenere si strinse un braccio, le spalle ad alzarsi ed abbassarsi remissive: -Voglio capire-

Michele sbuffò: -Credo che anche una mente come la tua non possa avere dubbi su una dichiarazione aperta. Tu piaci a Royal, punto. Ora la domanda è: a te, lui piace?-

-Io non posso, Verdi!- sussurrò Isabella con un tono che non dava spazio a repliche.

-Non puoi o non vuoi?- quei limpidi occhi verdi scrutarono qualcosa oltre i torbidi mulinelli di pensieri di lei.

-Non posso e non voglio- scandì lei senz'alzare la voce, come sempre.

Michael sospirò: -Non puoi perché non vuoi o "non vuoi" perché non puoi?-

Mai una risposta normale da lei! Così doveva ingegnarsi a domandar enigmi e sentirsi rispondere per indovinelli ai quali, prim'o poi, sperava di dare una risposta...

-Non posso e non voglio- affilò lo sguardo indurendo la voce lei.

Michele annuì tirato: -Secondo me stai sbagliando. Ma cercherò di non metterti i bastoni tra le ruote-

Alice si affacciò in cucina nella sua maglietta di brillantini: -Sono pronta. Ella, dov'è il regalo?-

-Già in macchina. Andiamo, caramella- tese la mano Michael improvvisamente burbero.

La bambina storse la boccuccia come a volte faceva la sorellastra, ma lo seguì comunque.

-Michael?- lo richiamò Cenere.

Il ragazzo si voltò, insieme alla piccola di casa.

-Grazie- sorrise Ella -Divertiti, Alice-

Entrambi ricambiarono, uscendo.

Era il patto tra il detto e il non-detto che c'era tra Cenere e Verdi: non intaccare le scelte dell'altro, aiutarlo a essere sé stesso, a essere felice.

Michele non era del tutto sicuro che quel che stava facendo Ella la rendesse felice: la vedeva sfibrata, stanca. Ma Cinder era testarda, orgogliosa e imprevedibile.

Non poteva muoversi, se non sapeva cosa passava per la testa a Sabe. E, se Sabe non parlava, lui non poteva sapere.

-...In a day or two...- ululò ancora il cellulare di Ella prima che lei riuscisse a rispondere alla chiamata dal numero sconosciuto.

Gettò un'occhiata all'orologio sopra il divano, stropicciandosi gli occhi: -Chiunque lei sia, spero sia importante-

Doveva smetterla di andare a dormire così tardi. Cielo, la testa le si stava aprendo in due...

-Senerei, dimmi che Royal è con te- la voce di Ely suonava troppo agitata per appartenere veramente a lui -Dimmi che è lì da te!-

-No... no, Ely. Che cosa succede?- domandò lei cercando un antidolorifico nell'armadietto in cucina.

-Non lo so. Robert è incazzato nero da stamattina e non trovo Roy da nessuna parte, i...- l'attore tacque improvvisamente.

-Conosco questo silenzio, Ely- mormorò Ella, il cellulare schiacciato tra la guancia e la spalla, il bicchiere sul piano ad accogliere il contenuto effervescente -Dov'è tuo fratello?-

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