44. "Cioccolatoli"

3 1 0
                                    

Ella sospirò appoggiandosi alla porta, la faccia stropicciata come carta tra le mani.

Alzò lo sguardo sulla tromba delle scale e ringraziò il cielo per non aver pescato la Davies a sbirciare dalle finestre. Poggiò la mano sulla ringhiera delle scale e le fece di corsa per evitare di sentirsi una nonnina e fermarsi ogni tre gradini.

-Era ora!- fece Michael alzando lo sguardo dall'unico angolo del tavolo non ancora apparecchiato -Sai a cosa serve la milza?-

-So che è a sinistra, sotto il polmone e il fegato, che contiene i linfociti B e T e che fa da riserva di sangue... e che si può sopravvivere senza. Per il resto c'è James o internet, mi dispiace- entrò in casa Ella togliendosi gli stivali.

-Dove sei stata fin'ora?- la squadrò Caes sbucando dalla cucina con una presina a quadri ed una a fiori a proteggersi dalla teglia di fritto.

Ella sorrise, stringendosi nelle spalle: -Ho scambiato quattro chiacchere con una persona-

-Quindi?- Michele appoggiò la bottiglia di birra sul tavolo, costringendo Ella ad alzare gli occhi dall'ennesimo libro di sociologia.
Sabe alzò le sopracciglia: -Quindi?-

-Royal- il ragazzo girò il vetro finché l'etichetta non fu in una posizione soddisfacente.

Isabella esalò accantonando il volumetto: -Rimarrà. Non so per quanto-

-E tu?- Michael provò a scavare ancora.

Cenere s'alzò per controllare la tisana sul fuoco: -Io ho paura di quello che voglio, Verdi-

-E cosa vuoi?- domandò ancora laltro.

Cenere sollevò lo sguardo lucido su di lui, sorridendo di un sorriso sfibrato, qualcosa che sembrava sul punto d'essere ridotto in frantumi al minimo tocco nonostante stesse resistendo con tutto sé stesso: -Cioccolatoli. Voglio cioccolatoli-

E una lacrima le crepò il volto di bambola bambina che ancora sorrideva.
Il suo sussurro, volo di falena, si concluse con un ultimo svolazzo nell'aria della notte.

-Entrate pure- sorrise James la mattina dopo, aprendo loro la porta ancora in pantaloni di pigiama -Solo fate piano: si è appena addormentato-

I ragazzi si riversarono nell'enorme salotto di casa Camren-Lewis salutando il più silenziosamente possibile Iris che stava lavorando sul divano ingombro di carte.

-Dov'è?- volle sapere immediatamente Emily.

La giudice le accennò il corridoio sorridendo: -Terza porta a destra. Non svegliatelo, per favore-

Ella girò lo sguardo per la stanza finché scovò chi cercava.

Si diresse verso le scale di legno per sedersi accanto alla cinquenne dai lineamenti orientali: -Io sono Ella, Eve-

-Non siamo obbligate a parlare- distolse lo sguardo la bambina, la mano a torturare il fiore alla cinta del vestito fucsia.

-Non siamo neanche obbligate a non farlo- alzò le spalle Sabe appoggiandosi contro il gradino retrostante.

Eve tirò su lo sguardo sorpresa.

-Ella- il chirurgo mise in mano alla ragazza il fratellino di Eve -Ti ringrazio-

Sabe fece una smorfia all'uomo, ma le mani corsero a sorreggere la schiena del paffuto bimbo di tre anni.

Fece scorrere lo sguardo sui presenti nella stanza notando che Alice stava tentando di sopprimere la sua indole da capetto per giocare con Eve e Darrel ad un gioco da tavolo con troppe regole per i minori di sette anni. Sorrise scuotendo la testa dando occasione così al frugoletto di accalappiare un cernecchio con le piccole dita cicciose.

CinderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora