-Ella, posso entrare? Ho dimenticato le chiavi a casa di Michele e lui e Caesar sono ancora fuori-
Il cancello si aprì dinnanzi al naso di Stefano Verdi e lui raggiunse il portone d'ingresso che si spalancò consentendogli di seguire la padrona di casa lungo il corridoio.
-A cosa devo la visita?- domandò Ella infilandosi nel portone del salone disseminato di scatoloni celanti meraviglie natalizie.
Il padre di Michele affondò le mani nelle tasche del giaccone, in imbarazzo: quanto poteva essere disperato per voler raccontare tutto a una ragazzina in cerca di consiglio?
-Posso offrirle un tè?- domandò la ragazza accennando al termos fumante -Non ho di meglio, mi spiace- Neanche aspettò la risposta: gli porse il tappo e versò una generosa quantità di liquido bollente.
-Ella?- domandò l'uomo sentendo le dita scaldarsi -Cosa devo fare?-
La ragazza sollevò lo sguardo su di lui, sbattendo le palpebre.
Appoggiò il termos sull'unico vero tavolo della stanza e si sedette sulla scala da imbianchino, facendo cenno all'uomo di accomodarsi su una delle tante sedie dietro di lui: -Dipende da cosa vuole fare, suppongo-
≠
-Non fumi più- quella di Caesar non era una domanda.
Royal posò le scartoffie dell'avvocato sulla scrivania con la targa Lewis: -No-
-Per Ella?- chiese Caes con i piedi sulla scrivania.
-No- si accomodò lo stuntman sulla poltrona, la piccola cicatrice alla base del collo che prudeva terribilmente -Puoi aiutarmi con Ely?-
L'avvocato scosse la testa, dispiaciuto ed impotente: -Lui è nato in America, vive in America, lavora perlopiù negli Stati Uniti... Anche se ha anche la cittadinanza inglese, ho le mani legate su tuo cugino, Roy. Non conosco neanche la legge americana e non ho nessun amico lì. Non so proprio come aiutarti-
≠
-Quindi?- domandò Stefano, il tè ormai freddo ancora in mano.
Sabe si strinse nel maglione beige, mordendosi appena il labbro inferiore: assurdo che tutti le chiedessero un consiglio quando la sua vita era un tale macello nonostante si costringesse ad essere più rigida possibile
Sospirò: -Michele lo sa?-
-Che non è mio figlio? Certo- l'uomo si portò il tappo del termos alle labbra -Non sarei riuscito a stargli vicino sentendomi chiamare "papà", sapendo che lui non ne aveva idea-
Bevve un goccio di bevanda ormai congelata e fece una smorfia.
Isabella trattenne un sorrisino: il gunpowder non piaceva a tutti... soprattutto freddo.
Scese d'un gradino senza neanche alzarsi, praticamente scivolando sui glutei: -Caroline ha scelto di partorire-
Alzò gli occhi sull'uomo: -Ha scelto di partorire il frutto di uno stupro quando poteva decidere di non farlo. Non è stata una decisione facile, anche se c'era lei a tenerle la mano, anche se non l'ha abbandonata... poi è nato Michael e, non so cos'abbia pensato, davvero non lo so, ma una nascita cambia sempre le persone... Non l'ho mai trovata così comprensiva con Michele... probabilmente vedeva l'amore che nutriva per lui e l'orrore dal quale era stato generato insieme, fusi nella stessa persona ogni volta che guardava suo figlio-
Mise i piedi sul pavimento e si alzò per allungarsi verso il termos e bere un sorso di tè: -Ho cercato per anni di non giudicarla, signor Verdi, ma vedevo solo un uomo, se non sottomesso al pensiero della moglie... un uomo che seguiva le sue idee, neanche fossero le proprie, un padre che guardava suo figlio affranto perché la sua prole non era eterosessuale, dimenticandosi della persona meravigliosa che è Michael, del fatto che è tanto, tanto, più d'un qualsiasi orientamento-

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Cinder
RomanceIsabella Cenere sa di pioggia, fuoco di camino, pericolo nascosto e quel qualcosa che a prima vista può sembrare philofobia. Royal di caramello, temporale intrinseco e leone in gabbia. Ely di battute irriverenti, cioccolato al latte e confusione. Mi...