-Perché dev'essere una pessima idea?-
-Intendi a parte i chilometri di distanza, le attrici da urlo che ti corrono dietro e sei bambini adottati?-
-Esatto. A parte-
-È da una vita che ci combatto contro-
-A cosa?-
-Ai giorni goccia-
-Che cosa sono?- aveva domandato Royal dopo un istante.
-Sono giorni tutti uguali, misurati con il contagocce... Giorni che passano terribili senza che li si senta davvero... ho provato, sto provando, con tutte le mie forze a non diventare una donna angelo, tutta casa e famiglia... non ho nulla contro di loro ma quel tipo di vita mi fa sentire in trappola, come se fossi in un maledetto loop temporale di cui solo io mi rendo conto: non posso viaggiare, continuare gli studi, innamorarmi... perché ho scelto loro, Royal-
-Però l'hai fatto- aveva inghiottito lui -A parte innamorarti, intendo, ci stai provando, no? Stai cercando la magia di ogni giorno... e poi sei diventata scrittrice-
-Sì- aveva sorriso mordendosi le labbra -Credo sia già qualcosa-
-Ma non abbastanza- aveva compreso lui.
-Ma non abbastanza- Ella aveva annuito -Il fatto è che a me non piace quel tipo di vita e pensare di costringere qualcun altro a viverla-
-Non lo costringeresti- Roy le aveva sfiorato la guancia, la testa le era esplosa dall'emicrania e dallo sforzo di non mettersi a piangere.
-Perché?- aveva mormorato -Abbiamo già chiarito che lui non rimarrebbe-
E Sabe non era più riuscita a trattenersi: le lacrime avevano nuovamente lasciato i loro solchi in quella sua pelle d'avorio, mentre la gola le si chiudeva nella morsa del dolore.
E poi lui l'aveva baciata...
Cenere, nel suo letto, si portò una mano alla bocca, l'altra ormai stava stringendo il suo stesso cuore da troppo tempo, la testa divisa in una metà che tentava di spronarla a ragionare, a non buttarsi via così... per un uomo, poi! E l'altra parte che chiedeva alla prima solo silenzio perché qualsiasi voce era di troppo.
Cielo, mai avrebbe pensato di potersi ridurre così!
≠
Roy, seduto contro lo schienale dell'aereo di linea, il cappuccio della tuta grigia tirato sulla testa semi-rasata, si massaggiò gli occhi che in tutta la notte non aveva chiuso da sotto gli occhiali scuri.
"Perché non la sarebbe, Els" non era riuscito a dirle "Una vita con te non potrebbe mai essere monotona"
Perché lei era il suo impiastro: sbatteva le gambe ovunque, talmente tanto che avrebbe scommesso sul numero di lividi che doveva avere, arricciava il naso, buffa, quando qualcosa non le piaceva e, sì, era davvero impedita nei rapporti...
Il problema stava nel fatto che Isabella Cenere era serpe e leonessa. Gatto nero e rovo pregno di veleno, era! E neanche se ne rendeva conto di quanto male gli facesse a ricordargli ogni volta la verità.
-... a parte i problemi idioti che si fa ogni ragazza sul pianeta quando trova uno come te, ti rendi contro che vivere con sei bambini fa sì ch'io debba avere una relazione molto più che stabile o nulla, vero? Credo che neanche tu voglia mettermi un anello al dito quando neanche ci conosciamo, Royal!- aveva sibilato Ella.
-No, niente anello al dito- le aveva risposto furente, tentando di non urlare per evitare di svegliare i due imbottiti d'alcol nella stanza accanto -ma credevo di aver tolto almeno questo paletto, cazzo! Dio, sono due mesi che ci facciamo domande ogni giorno!-

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Cinder
RomanceIsabella Cenere sa di pioggia, fuoco di camino, pericolo nascosto e quel qualcosa che a prima vista può sembrare philofobia. Royal di caramello, temporale intrinseco e leone in gabbia. Ely di battute irriverenti, cioccolato al latte e confusione. Mi...