Cenere si palesò di fronte al regista che la indirizzò verso la zona delle roulotte usando un copione come puntatore, una piccola smorfia persa nel borbottio: -Tra un po' mi toccherà prenderla nel cast, signorina-
Sabe seguì l'indicazione sorridendo al commento.
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Un respiro profondo, il cuore tacciato ed esiliato nel profondo di sé... Ella si fece coraggio e bussò alla porta del camper.
Royal aprì in maglietta bianca e pantaloni scuri: -Cosa ci fai qui?-
Sabe si sforzò di sorridergli: -Dobbiamo fare una cosa, ricordi?-
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-Ella io non cr...-
Lei si slacciò la cintura e fece direttamente volare lo zaino dall'altra parte del cancello: -Un passo alla volta, Royal. E se non te la senti, si torna indietro. Io però devo recuperare lo zaino comunque-
Il ragazzo la guardò, ormai a cavalcioni della porta del cancello, bellissima e fiera, nonostante l'impaccio dei movimenti.
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Isabella seguì con lo sguardo il ragazzo, stando attenta a non oltrepassare mai i due metri di distanza da lui: non era una cosa semplice, già lo sapeva, ma vedere uno della stazza di Roy che si guardava intorno come se i suoi incubi potessero convertirsi di nuovo in realtà... faceva effetto.
-Mia madre mi chiudeva qui, quando papà si ubriacava- sussurrò il ragazzo svelando un armadio nel muro della cucina.
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-Stai bene?- si fece coraggio Isabella seduta sui gradini, le braccia a circondarsi le gambe. La stupidità della domanda le risuonò in testa: come poteva stare bene?
La vista dell'armadio aveva rotto gli argini del ragazzo che subito aveva riversato fuori tutto: parole sconnesse, frasi complete di dolore o malinconia, singhiozzi trattenuti in gola, lacrime represse... tutto.
Ed Ella era rimasta lì, ad accogliere tutto quel dolore. Perché Royal ne aveva bisogno.
Poi lui si era voltato ed era tornato fuori.
Una volta sui gradini, però, aveva sentito il dolore del colpo che era stato rivedere quella casa; aveva sentito il bisogno di sedersi ed era rimasto lì, sospeso, con gli occhi persi nel vuoto.
Cinder aveva aspettato per un paio di secondi prima di abbassarsi contro la ringhiera, scivolando leggera a terra.
E aveva aspettato.
E aspettato.
E aspettato...
Roy annuì lentamente, alzandosi in piedi e voltandosi verso di lei: -Non avresti dovuto farlo-
Sabe, ancora a terra, si morse il labbro, chinando il capo.
-Ella?-
Lei alzò lo sguardo su di lui, scoperto affinché non potesse pensare che gli celasse il sadismo nell'invitarlo ad entrare nella tana del lupo.
-Grazie- sussurrò il ragazzo con l'argento ancora sotto l'acqua.
Cenere riuscì a stiracchiare un sorriso e ad accettare la mano che Roy le tendeva per alzarsi in un movimento decisamente più fluido di quel che avrebbe coreografato tirandosi su da sola.
Qualcosa si fermò con quel tocco, l'avambraccio di candida seta bianca e la mano di cotta bronzea scivolarono l'una sull'altro in una carezza. Gladiatore e vestale si videro e conobbero ancora una volta, scampati al naufragio dei loro occhi; salvatisi a vicenda, ancora...

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Cinder
RomantikIsabella Cenere sa di pioggia, fuoco di camino, pericolo nascosto e quel qualcosa che a prima vista può sembrare philofobia. Royal di caramello, temporale intrinseco e leone in gabbia. Ely di battute irriverenti, cioccolato al latte e confusione. Mi...