-Quindi rimarrai qui, Isabella?- la dirimpettaia si asciugò le mani in un canovaccio.
Lei scosse la testa: -No. Non posso chiedere ai ragazzi di mollare tutto così e trasferirsi in uno Stato completamente diverso. Anche se conoscono già la lingua-
La donna mise a posto la teglia restituitale pulita: -Potrebbe venire lei da voi-
-Si è sempre rifiutata d'imparare l'inglese- sospirò Sabe -Non credo accetterà mai-
-Marco e Renata erano complementari, Isabella. Erano come i pezzi di puzzle con cui giocavi da bambina- fece la donna guardandola negli occhi -Non andavano d'accordo su tutto perché erano troppo diversi ma si amavano. Si amavano davvero. Ora che lui è morto non so se...-Scoppiò a piangere di fronte a lei che prese un tovagliolo di carta e glielo passò perché si asciugasse la faccia.
-Farò tutto ciò che posso- promise sapendo che non avrebbe mai potuto fare granché.
L'anziana donna aveva ragione: Marco e Renata erano stati complementari... Rosso e blu, viola e arancio, verde e giallo. Riusciva a immaginarli da soli ma avevano bisogno l'una dell'altro per splendere.
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Sabe caricò la macchina di Leo di sacchi neri pieni di vestiti puliti: -Hai bisogno che venga con te?-
Il cugino scosse la testa: -Vado e torno per cena-
Ella annuì e rientrò in casa per tornare nella camera dei suoi nonni. Dette uno sguardo a Renata ancora coricata su un lato del letto e aprì le ante dell'armadio: -Ho mandato Leo a portare i vestiti del nonno all'associazione per il recupero degli abiti-
Controllò che non fosse rimasto nulla di Marco all'interno del guardaroba e continuò, tentando di non lasciarsi scoraggiare: -Domani devo andare a Ivrea per dare una mano a Gaetano. Gliel'ho promesso-
Si morse la lingua per non dirle che ne aveva bisogno: anche Renata aveva bisogno di qualcosa... solo che non riusciva a capire cosa.
-Ti lascio il pranzo sul tavolo, va bene? E poi il giorno dopo io e Leo cerchiamo di vendere tutti gli animali: tu odi le galline e non ha senso tenerle. Va bene?-
Niente.
Sabe aveva l'impressione di star parlando con una donna in coma.
-Puoi dirmi qualcosa? Qualsiasi cosa, davvero-
Silenzio.
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Sabe appese la lavagna coi prezzi sulla parete: -Finito-
-Sei stata grandiosa, grazie- Gae fece per abbracciarla ma si fermò in tempo.
Lei gli sorrise e gli lanciò una busta di plastica al volo: -Uno a testa-
Gaetano tirò fuori un altro pezzo di spago, rosso questa volta, e le sorrise: -Sei dolcissima-
Lei ricambiò guardando anche gli altri ragazzi nella stanza. Decise di filarsela per evitare l'imbarazzo: -Beh, grazie, ragazzi. Mi mancherete-
Aprì la porta ma un turbine la travolse: Vin la stritolò in un abbraccio e si rifiutò di lasciarla andare finché lei non fu sommersa anche dagli altri due.
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Ella tornò a casa e dette un'occhiata in frigo.
Sorrise: se non altro, Renata aveva mangiato...
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-Adoravo quel cemano- fece drammatico Leo, svoltando ad una curva.
-Centosettanta euro non sono pochi- brontolò Cenere con il viso appoggiato al finestrino.

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Cinder
Storie d'amoreIsabella Cenere sa di pioggia, fuoco di camino, pericolo nascosto e quel qualcosa che a prima vista può sembrare philofobia. Royal di caramello, temporale intrinseco e leone in gabbia. Ely di battute irriverenti, cioccolato al latte e confusione. Mi...