Dieci anni dopo, quando dei piccoli Shaw non erano rimaste che le ombre tra quelle mura, Royal salì le scale della vecchia scuola di danza con un segnalibro di papaveri bianchi esiccati tra le dita scure e una sottile linea tra le palpebre che scomparve in favore di un sorriso non appena Ella gli aprì la porta.
-Ciao- lo accolse il tono di sempre della donna che, togliendosi gli occhiali, rivelò uno sguardo che stava iniziando a cambiare.
Il groviglio di sentimenti che negli ultimi mesi lo aveva portato a essere più cauto del solito, lo spinse a metterle nella mano libera il suo pensiero, oltrepassandola per raggiungere una delle tante pile di scatoloni che occupavano l'ingresso: -Per te-
Sabe gettò appena un'occhiata al regalo e lo seguì con gli occhi scoprendo che lui in realtà non aveva smesso di fissarla in attesa della sua reazione.
-Il fiore è un caso?- sorrise lei, perfettamente conscia della risposta.
-Può non sembrare, Els- ricambiò lui, sollevando un paio di scatoloni insieme -Ma cerco di fare attenzione, nonostante tu sembri ancora far fatica a spiccicare parola dopo tanti anni insieme-
Lei abbassò lo sguardo per un istante, colpevole: -Grazie-
-Ti amo- posò le scatole lui.
Lei sorrise: -Lo so. Anch'io ti amo-
-Mi vuoi dire cosa ti passa per la testa, ultimamente, Els?- allungò la mano a sfiorarle lo zigomo lui.
Ella agitò una mano in aria come per scacciare il pensiero: -Bagatelle dello psicologo... mi sta facendo bene, però. Sono felice di essere potuta tornare a parlare con lui-
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Michele finì di leggere gli appunti presi durante il suo ultimo appuntamento con il gatto sulle gambe.
-Malpelo, scendi- sospirò al vecchio felino che sbadigliò prima di sistemarsi meglio su di lui.
L'uomo esalò nuovamente e spostò la sedia girevole da sotto la scrivania e poi verso la porta, alzandosi di colpo preso da vecchi pensieri.
La palla di pelo rosso soffiò la sua irritazione socchiudendo gli occhi grigi ma Michael non gli badò: "Tredici anni fa, io ed Ella stravolgevamo le nostre vite imbarcandoci in qualcosa di più grande di noi. E lei, ora, sta per chiudere il suo cerchio"
Sorrise andando in cucina per farsi uno spuntino: "Siamo cresciuti tutti: io che credevo di aver superato tutti i miei problemi, i ragazzi, Caesar, Royal... Cinder si è accorta che è umana e, proprio per questo, ogni tanto cade... ma ha fatto un sacco di strada. Deve ancora uscire da quella routine del cazzo in cui si è incastrata e iniziare a vivere per sé stessa ma gran parte della fatica, ormai, l'ha fatta"
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Stesa sul corpo dell'amato, sul divano non ancora imballato per il trasloco nell'appartamento di lui, Cinder passò i polpastrelli sul viso di Royal: -Vuoi ancora sposarmi?-
L'uomo si drizzò a sedere: -Quando? Sì, certo... Quando?-
Ella rise: -Quando avrò discusso la tesi, mandato un paio di curriculum e detto a Josephine che lascio il lavoro all'Inkheart per qualcosa di più remunerativo nonostante adori quel posto-
-Quindi dopo giugno?- fece un paio di calcoli, lui -Settembre?-
Sabe rise ancora: -Hai fretta?-
-Quando ti ho vista andare via, pensavo che non ti avrei mai incontrata di nuovo- le prese le mani Royal -Mi sono innamorato di un sogno, avevi ragione ma quando ti ho conosciuta il sogno è finito. Ti ho incontrata nella realtà, Els, e voglio continuare a viverla. Ti amo da impazzire e voglio che tu dica "sì" perché sei sicura di amarmi da impazzire. Quindi, sì, ho una certa fretta di portarti in braccio in casa e amarti e onorarti per il resto della vita-
Roy si sistemò meglio e fece cambiare posizione a Ella in favore di una più comoda: -Ho pensato fosse la fine un paio di volte. Voglio che tutti sappiano che, da quando sono con te, non lo penso più-
La donna sbatté le palpebre, frastornata, poi sorrise dolcemente: -Suppongo si possa dire che questo è l'inizio di tutto, allora-
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Cinder
RomanceIsabella Cenere sa di pioggia, fuoco di camino, pericolo nascosto e quel qualcosa che a prima vista può sembrare philofobia. Royal di caramello, temporale intrinseco e leone in gabbia. Ely di battute irriverenti, cioccolato al latte e confusione. Mi...