-Cecily, mi chiami Ella, per favore?- chiese Emily sistemandosi i capelli di fronte allo specchio del bagno.
L'altra sparì e poco dopo la sorella maggiore s'incorniciò nello stipite: -Dimmi-
-Stasera...-
-Andrà tutto bene, Emi- sorrise Cenere rassicurante -Terrò a bada i due grandi, d'accordo?-
-Grazie- sorrise la ragazza posando la piastra.
-E prenoterò alle pompe funebri- non riuscì a trattenersi Sabe.
-Ella!- la "a" prolungata si perse nel sorriso di entrambe.
≠
-Signorina Cenere?- Margaret Davies la chiamò accanto alla porta -Le va un tè?-
-Perché no?- sorrise lei, mezza distrutta.
La vecchia le fece strada nella sua cucina: -Mi dispiace molto: se solo avessi dato un'occhiata alla stufa, non sarebbe successo nulla-
-Nessuno s'è fatto male, signora Davies- sorrise la ragazza -E sono certa che non è stato voluto-
-No, certo che no!- l'anziana donna le versò il tè nella tazzina decorata cambiando argomento -Posso chiederle come l'ha capito? Non porto la fede, non ci sono foto in giro, nessun segno di un ipotetico amor perduto...-
Ella alzò gli angoli della bocca con semplicità: -La vera non la porta al dito ma sono quasi certa che la catenina che ha sempre al collo ne tiene appesa una... e le foto sono nell'album, vero?-
Lo sguardo della Davies finì sul tomo sulla cassapanca: -Già-
Si tese a prendere il raccoglitore e lo aprì davanti ad Ella.
Gli occhi di Sabe frugarono le pagine ingiallite, ricche di petali di rose essiccate, pizzo un tempo bianco e foto consumate ai bordi: -Era davvero un bell'uomo-
-Lo era, sì. Per una come me, poi, secca e bassina!- mormorò la vecchia -Eravamo ancora all'ultimo anno di primaria, quando mi arrivarono i primi biglietti. Mai avrei immaginato che fosse lui, sempre circondato da un nugolo di ragazzine ciarliere; mi ritenevo superiore a loro ma, sotto sotto, piaceva anche a me- la donna voltò pagina -A diciott'anni mi chiese di sposarlo...-
-E lei disse di no- Ella si accomodò meglio sulla sedia.
-Non ero pronta. E poi volevo diventare un'insegnante e prima dovevo concludere gli studi- lo sguardo di Margaret si perse nel vuoto -Ogni anno lo stesso giorno della prima proposta mi portava a Central Park, che piovesse o meno, e mi riponeva la stessa identica domanda. Domanda alla quale, puntualmente, rispondevo di no-
La Davies sorrise, la mente ancora persa nei ricordi: -Quando diventai insegnante, non ebbi più scuse. Lui s'inginocchiò per la nona volta dinnanzi a me ed io non lo lasciai neanche formulare la richiesta: gli buttai le braccia al collo e gli promisi amore eterno. In meno di due mesi lui attraversò la porta di casa nostra tenendomi tra le braccia ed iniziammo la nostra vita insieme. Eravamo felici e c'era un'unica cosa a gettare un po' d'ombra in quella luce altrimenti totale: l'unico bambino che ero riuscita a partorire era morto dopo un paio di giorni e a quei tempi non esistevano diavolerie come la fecondazione in vitro-
Cinder vide lo sguardo della donna scurirsi un po' mentre continuava: -Nonostante i ripetuti tentativi non riuscimmo mai ad avere un bimbo tutto nostro ma portammo sempre nel cuore quel fagottino azzurro che ce lo spezzò dopo troppo poco tempo. Continuammo la nostra vita, lui come giudice ed io come temeraria insegnante non disposta a farmi mettere i piedi in testa. Vivemmo altri trentasette anni insieme-

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Cinder
RomanceIsabella Cenere sa di pioggia, fuoco di camino, pericolo nascosto e quel qualcosa che a prima vista può sembrare philofobia. Royal di caramello, temporale intrinseco e leone in gabbia. Ely di battute irriverenti, cioccolato al latte e confusione. Mi...