12. La tua realtà

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L'anziana signora Davies lasciò il bollitore sul tavolino e si voltò a guardare la porta d'ingresso del suo appartamento al pian terreno: -Si accomodi pure, signorina Cenere-

Ella la raggiunse, nel suo caldo maglione bianco: -Posso esserle utile?-

-Certo, cara- Margaret posò sul piano un vassoietto di paste secche.

-E in cosa?- cercò d'imbeccarla incoraggiante Sabe dal momento l'altra non continuava.

La donna si sedette distendendo il braccio ossuto per invitarla a fare altrettanto: -Parlandomi della sua vita-

Isabella sbatté le palpebre: -Come, prego?-

La Davies sorrise, versandole il tè nella tazzina a roselline: -Signorina Cenere, io sono vecchia, stanca e ho un carattere terribile. Non so coltivare adorabili piantine, non ho nipotini a cui sferruzzare maglioni orribili di lana spessa e non mi piacciono gli schiamazzi durante la notte sebbene mi sia divertita a quel "party", come lo chiamate voi giovani...-

"Anche troppo" rammentò la ragazza, davanti agli occhi l'immagine della sua interlocutrice infilata dentro a un enorme vestito rosa da fata madrina che sventolava la bacchetta un po' ovunque e lanciava brillantini su tutti i partecipanti.

-... devo trovarmi un passatempo e ho deciso di mettermi a fare quel che fa lei-

Ella inarcò un sopracciglio: -Non ritengo d'appostarmi dietro le porte per origliare le conversazioni altrui sfruttando la possibilità d'alzare al massimo il volume dell'apparecchio acustico-

Margaret annuì, senz'esser minimamente toccata dal commento: -Non parlavo di quello, signorina Cenere-

Isabella alzò entrambe le linee brune sugli occhi e s'allungò verso i biscotti: -Sto aspettando-

-Lei fa stare bene le persone- mormorò la vecchia -Ha il diritto di stare bene anche lei-

Ella sorrise incredula, la mano che stringeva la pasta morsicata a mezz'aria: -E, questo diritto, lei intende attuarlo trovandomi un ragazzo a cui sto terribilmente antipatica?-

-Oh, non credo gli stia poi così antipatica, visto il modo in cui la guarda- fece maliziosa la vecchietta.

La ragazza scosse la testa: -Non credo. No. Decisamente no-

La signora assottigliò gli occhi: -C'è qualcosa che non dice, signorina Cenere-

-We're talking away

I don't know what

I'm to say I'll...-

Sabe aprì la chiamata ringraziando il cielo, un mezzo sorriso allibito in viso.

-Mi scusi. Aileen, stai bene? Ma è meraviglioso. Allora stasera festeggiamo. Voglio tutti a casa mia- Isabella alzò gli occhi verso la vecchia -Ti lascio perché sto parlando con una persona ma stasera mi devi dire tutto, d'accordo?-

Chiuse la chiamata a sguardo basso pensando a come diamine uscire da quella situazione senza offendere la donna. Sospirò ritornando con gli occhi su di lei.

Margaret si passò la punta dell'indice sulle labbra, pensierosa: -Presumo che il processo sia andato bene-

-C'è qualcosa che non sa di questa casa?- si sforzò di non sbottare Ella.

-Poco- mormorò l'anziana con il suo penetrante sguardo azzurro puntato sugli occhi di Cinder -E tutto quel poco è su di lei, signorina Cenere-

Lei abbassò lo sguardo mordendosi le labbra, in bilico tra vittoria e sconfitta: -Io le dirò una cosa. Una cosa che deve rimanere tra noi, signora Davies. Una cosa che richiede una promessa che per lei non sarà facile da mantenere-

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