capitolo 22.

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in skate.

appena mia madre si allontana, dico subito: "siete due idioti, torniamo a casa?"

"prima devi provare lo skate!" propone cico.

"vabbè, io vi lascio soli, piccioncini! ehehe!" dice alex, e se ne va con il suo skate.

cico poggia a terra il suo e mi dice di salire.

"ma io sono imbranata, di sicuro cado e mi sfracello!"

"dai!" insiste, allora salgo. lui mi tiene le mani. arrossisco e guardo altrove per evitare di imbarazzarmi ancora di più.

"hey, guardami" mi dice, e con la mano mi sposta in viso così che possa guardarlo negli occhi. divento ancora più rossa.

pian piano lo skate si muove, con me a bordo. poi la velocità aumenta e cico mi dice come devo spingere. siamo ancora con le mani unite.

"e lasciami!" dico.

"no! suca!" risponde lui.

per dispetto allora decido di dare una spinta fortissima.

"ma che caz- MERDA!" urla lui. forse la spinta era troppo forte, dato che cadiamo malamente entrambi.

"AHIA! SEI UNA CRETINA! AHAHAHAHAHAH"

"AHAHAHAHAAH"

ridiamo insieme per cinque minuti. però sento qualcosa gocciolare sulla mia gamba. è sangue, mi ero fatta una ferita. era inevitabile, dato che indosso i pantaloncini, lui invece i pantaloni lunghi, e non si era fatto nulla.

"MA TU GUARDA! CIOÈ, TU CADI PER UN SASSO STUPIDO E TI SBUCCI IL GINOCCHIO, CADI CON LO SKATE E NON TI FAI NULLA! CHE CULO!" mi lamento, lui continua a ridere. prendo il mio telefono, di sicuro avrò dei cerotti nella cover... e invece no!

"NON CI CREDO! HO PURE FINITO I CEROTTI! MA QUANTE CAZZO DI VOLTE MI SONO FATTA MALE PER FINIRLI TUTTI!" sclero, ormai lui sta morendo dalle risate. 

mentre continua a perdere i polmoni tira fuori dalla tasca dei cerotti.

"ma cosa? eri preparato?"

"li porto sempre quando vado in skate" dice.

"che fortuna, dammi"

"no" risponde, e me li mette lui.

"m-ma che fai"

"uuuffa, zitta" mi zittisce.

poco tempo fa, i cerotti glieli stavo mettendo io, e lui neanche voleva parlarmi. oggi la cosa è un po' diversa.

appena finisce di medicarmi, torniamo a casa, dove ci aspettano anna e alex, pronti a fare un miliardo di domande.

"MA TI SEI FATTA MALE! PRENDO SUBITO L'ACQUA OSSIGENATA E LE BENDE! CHIAMATE L'OSPEDALE!" urla anna.

"NO, ANNA! BASTANO I CEROTTI!" le rispondo, è proprio premurosa come una madre.

raccontiamo il piccolo incidente, e quello stupido di cico racconta pure che è stato lui a mettermi i cerotti!

anna e alex continuano a sorridere, e appena finiamo di parlare si sussurrano qualcosa all'orecchio. li ignoro, e mi incammino verso la mia stanza, anna però mi ferma.

"la cena è quasi pronta! resta qua" mi dice.

"non ho fame per nulla, anna" le rispondo, mi guarda storto.

"ti prego, non ho fameee" insisto, alla fine mi lascia libera di andare, ma cico no. mi segue fino alla mia camera, e si siede sul letto.

"che vuoi?" gli chiedo.

"sicura di non avere fame?"

"si, sicura"

"uff, sei strana, che mi nascondi? prima sei scappata via, non è che sei andata dal tuo fidanzato?" dice, e mi fa ricordare tutto ciò che mi aveva raccontato mia madre, tutta la verità. il mio sguardo cambia, si fa infelice, i miei occhi si fanno lucidi.

"hey, hey...scusami...non volevo" dice lui, dopo essersi alzato.

"n-no, non è colpa tua, tranquillo" gli sorrido.

rimaniamo a guardarci per un po', il mio viso si fa sempre più angosciato, decido di raccontargli tutto. lui mi tiene la mano.

"...e praticamente sono scappata da loro e sono venuta a sassari, oggi lei mi ha spiegato tutta la verità"

"ho capito, mi dispiace tantissimo t/n...sappi che io ci sono davvero per tutto, io voglio starti vicino per sempre, raccontami tutto quando stai male, capito?"

"c-cico...g-grazie, grazie mille, ti voglio tanto bene, e fidati, per me è difficile dire queste parole"

mi abbraccia fortissimo, ricambio.

rimaniamo così per qualche secondo, poi la porta viene spalancata da piadina, che urla: "A TAVOLAAAA! OMMIODDIO! MA COSA HO INTERRROTTO! SCUSATE!" e chiude subito la porta. rimaniamo scioccati, e crepiamo dalle risate.

"sai, ora sono più sollevata, mangerò un po', grazie a te!" dico, e gli accarezzo i capelli, "grazie" aggiungo poi, sussurrando.

"ti piacciono proprio i miei capelli, eh? puoi toccare quando vuoi, lo sai"

"COOOSA? LYON! QUA SI PARLA DI TOCCARE!" urla ancora piadina, che era rimasto dietro la porta.

"EHM, MI SA CHE NON SCENDO PIÙ A MANGIARE, MA TU PUOI ANDARE, EH!" dico, cagandomi sotto delle parole che potrebbero dirmi tutti. cico risponde:

"NO GUARDA IO STO BENISSIMO, SONO PROPRIO PIENO DOPO QUELL'ENORME PRANZO!"

"ENORME CAZZO? LYON, AIUTAMI!" continua quell'idiota di piadina. a questo punto ridiamo a crepapelle, e si sentono anche gli altri che ridono.

alla fine andiamo a cenare tutti insieme, e ovviamente non mancano le battute su ciò che aveva "sentito" piada. la sera giochiamo e infine andiamo tutti a dormire.

-spazio prezzemolo e finocchio!!

no raga ma tipo il lungomare di catania è perfetto per andare in skate a me piace molto

cerotti. cicotobbi×reader!!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora