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Toni

Si dice che nella vita sia necessario compiere le scelte giuste, ma che non sempre si abbia la capacità di riconoscerle, ma chi stabilisce cosa è giusto e cosa è sbagliato? Davvero ciò che è giusto ci rende felici o è solo quello che ci vogliono far credere? Non ne avevo la benché minima idea.

Me ne stavo comodamente sdraiata sul mio letto ad una piazza e mezza mentre leggevo un libro che mi aveva appassionato molto in quel periodo, Vladmir Nabokov era l'autore, era poco conosciuto, ma uno dei miei preferiti.

Quella mattina sarei dovuta partire per una cittadina chiamata Riverdale, nonostante non ne fossi entusiasta.

Io e mia madre vivevamo a Toronto e mia madre aveva avuto la splendida idea di ribaltare completamente la mia vita.

Incrociai le gambe una sopra l'altra e mi sporsi sul mio comodino per prendere il portatile scorrendo le varie pagine di gossip che riguardavano uno dei più famosi chirurghi di Riverdale, James Topaz, e sopratutto la sua compagna, Penelope Blossom, nota direttrice di un'importante azienda di moda.

Osservai attentamente le foto che la ritraevano nei vari momenti della giornata, in tutta la sua sofisticata bellezza: alta, raffinata, corpo longilineo, capelli ramati come il mogano e due occhi scuri.

<< L'hai scelta proprio bene eh>>, commentai con sufficienza e disgusto.

Si, James Topaz, ovvero mio padre, anche se mi infastidiva ritenerlo come tale, poiché dopo tanti tradimenti aveva deciso infine si lasciare mia madre per una donna più giovane, bella e famosa.

Mi chiesi se lei avesse dei figli ma non vi era alcuna notizia in merito.

<<Toni! Non puoi fingere di non sentire la mia voce!>> Mia madre entrò in camera sbuffando dopo aver urlato così tante volte il mio nome per svariati minuti, ma io non distolsi lo sguardo dalle foto che ritraevano James e Penelope, felici e spensierati.

<<Da quando gli piacciono le rosse?>> chiesi con un cipiglio serio, mentre lei si aggirava per la stanza raccogliendo i miei vestiti sparsi qua e là, l'ordine non era uno dei miei punti forti.

<<Da quando ha incontrato Penelope probabilmente? Comunque ho preparato la tua valigia di sotto>>, mi ricordò, anche se non era necessario.

Sapevo bene che l'auto sarebbe arrivata alle dieci in punto.

Non volevo ricucire nessun tipo di rapporto con James, tantomeno ad entrare a far parte della sua vita dopo che lui si era completamente disinteressato della mia.

Spesso i genitori non comprendono quanto le loro azioni influiscono sugli stati d'animo dei figli, la mia adolescenza era segnata dalle discussioni dei continui tradimenti di mio padre, era un ricordo indelebile contro cui cercavo di lottare tutti giorni, invano.

Andare a vivere con lui per me era una terribile punizione che avrebbe probabilmente riportato a galla ferite mai del tutto rimarginate, ferite che ancora erano lì, incise sul cuore.

<<Toni...>> sospiró mia mamma sedendosi accanto a me sul letto, chiuse delicatamente lo schermo del mio computer e mi rivolse uno dei suoi sorrisi più comprensivi sapendo cosa mi stava passando per la testa.

<<Voglio solo che ci provi...>> mormorò indulgente.

Certo, voleva che io provassi ad accettare un uomo che aveva smesso da tempo di essere mio padre.

Erano trascorsi quattro anni ormai da quando lui era andato via per vivere con la sua attuale compagna, quattro anni durante i quali aveva cercato di chiamarmi e parlarmi senza riscontro, quattro anni in cui ogni volta che tentavo di vedermi, mi chiudevo a chiave nella mia stanza aspettando che andasse via.

let's save ourselves from this hellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora