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Toni

La bellezza di una persona è soggettiva.

Da fuori puoi dedurre, secondo il tuo gusto personale, se ritieni quella persona bella o meno.

Ma Cheryl non era bella, aveva fascino, quel fascino enigmatico e misterioso, ed era questo che colpiva di più.

Non si credeva superiore, ma sembrava che sapesse di esserlo e lo era.

Non rivolse uno sguardo o una parola a nessuno mentre sfilava per i corridoi.

La gonna le copriva perfettamente le cosce pallide e la maglia corta evidenziava le sue forme a dir poco perfette mentre i capelli ondulati le battevano sulla schiena ogni volta che ondeggiava i fianchi.

I suoi occhi mandavano fuori di testa chiunque le si presentasse davanti,
ti portavano alla pazzia.

Le sue labbra carnose erano tinte di rosso, la tinta labbra era messa in modo impeccabile, nemmeno una sbavatura.

Si fermò accanto a dei ragazzi con la giacca della squadra di football, erano tutti alti e muscolosi, con un fisico atletico come se si allenassero tutti i giorni a tutte le ore.

M'incamminai con Veronica verso l'aula di chimica visto che avremmo avuto l'ora insieme e preferivo stare con qualcuno invece che in completa solitudine.

Passammo accanto al gruppo e udì dei fischi ma scelsi d'ignorarli, non volevo problemi il primo giorno, non ne avrei voluti in generale.

<<V Lo, non si saluta più?>> La voce bassa e rude proveniva da un ragazzo abbastanza alto, occhi marroni come il cioccolato fuso, capelli corti e neri, delle labbra voluminose, la pelle era scura e pulita, spalle larghe e dai suoi vestiti si poteva benissimo capire che praticava uno sport.

Rimanemmo ferme dov'eravamo mentre la corvina assunse un'espressione annoiata, probabilmente già si conoscevano.

<<Chuck, non ti avevo proprio visto e oserei dire, per fortuna>> Incrociò le braccia al petto sollevando l'angolo delle labbra.

Lui fece una smorfia divertita, stava per ribattere ma io, nel bel mezzo di un momento di silenzio assoluto parlai.

<<Veronica andiamo o faremo tardi>> La mia voce risultò più alta del previsto e nessuno fiatò.

Sentì degli occhi puntati su di me, in realtà tutti mi stavano guardando, compresa Cheryl.

<<Tesoro, primo giorno?>> Il suo modo di fare mi disgustava, era uno di quei ragazzi playboy che incontri ad un bar, ti offrono da bere e poi ti scopano nel bagno dello stesso locale.

Io tremai leggermente, il suo aspetto possente contro la mia statura non era nemmeno paragonabile.

<<Allora bambolina?>> Ormai era davanti a me e alzò la mano per sfiorarmi il labbro inferiore col suo pollice.

La pelle salata mi corse lungo il labbro ed io provai un fastidio immane, chiusi gli occhi sperando che se ne sarebbe andato, che quando gli avrei aperti non sarebbe stato la davanti a me ma invece non fu così.

Era lì con quel sorriso spavaldo mentre si leccava le labbra, fermo a guardarmi le gambe.

In quel preciso istante avrei voluto tirargli uno schiaffo ma non avrei mai potuto farlo, non volevo attirare l'attenzione, ma ormai ero diventata una preda e lui era il leone assetato di sangue.

<<I-io>> Cercai di trovare delle parole adatte che non mi avrebbero messa in ridicolo, ma era tutto inutile, ogni cosa da quel momento l'avrebbe fatto.

<<Sapete, di solito quelle timide, sono le più scatenate>> Si girò verso il suo gruppo di amici che risero complici, le ragazze, invece, mi guardavano dall'alto al basso, alcune si arricciavano una ciocca di capelli attorno al dito e altre masticavano rumorosamente una gomma rosa creandone una bolla gigante.

Ero sicura di essere arrossita, la mia pelle mi tradiva sempre, odiavo questa cosa di me.

Spostai lo sguardo su tutte le ragazze, arrivando a lei, era ferma con le braccia incrociate e con un'espressione indecifrabile, sembrava quasi infastidita dal suo atteggiamento.

<<Allora, che vogliamo fare?>>

Emanava un forte odore di tabacco, il che significava che non molto tempo prima aveva fumato, il fumo mi faceva tremendamente schifo, infatti, mi schiarì leggermente la gola e cercai di non aspirarlo.

Si toccò il cavallo dei pantaloni con una mano, io avevo lo sguardo basso e non potei fare a meno che notarlo.

<<Ti piace quello che vedi eh?>> Mi provocò ancora una volta.

<<Chuck, smettila>> Non aveva mai parlato finora, non la sentivo da questa mattina a colazione dopo che aveva pronunciato quelle tre parole a sua madre, il suo timbro era leggermente cambiato.

<<Andiamo, sto solo scherzando e lei lo sa, non è vero?>> Si rivolse a me con fare arrogante, in realtà non lo sapevo, a dire il vero ero più che certa che non stesse scherzando, si stava prendendo gioco di me perlomeno.

<<Non credo che lei lo sappia, dobbiamo andare in classe>> Mi lesse come nel pensiero.

Il ragazzo si ritirò, ascoltando i suoi ordini come se fosse il capo branco.

Mi lanciò un'ultima occhiata e poi se ne andò senza dire niente, seguì il suo corpo finchè non la vidi scomparire completamente.

Era così bella e dannata.

<<Tutto ok Toni?>> Sentì una mano posarsi sulla mia spalla e di scatto mi girai.

<<Si, tranquilla>>

Per tutto il giorno non rividi più Cheryl o il suo gruppo di amici, se lo si poteva definire tale, anzi, l'avevo vista per un breve lasso di tempo in pausa pranzo, era con loro ma allo stesso tempo no.

Il suo corpo era lì ma era come se la sua mente non lo fosse, come se stesse vagando per un universo parallelo dove la vita andava esattamente come voleva lei.

I suoi amici scherzavano e ridevano, ma lei non accennava una parola, solo dei sorrisi di circostanza, niente di più.

Stava in branco perché si sentiva potente probabilmente, stare in gruppo avrebbe aiutato chiunque, sopratutto in un liceo, ma la realtà, era che lei era il lupo solitario costretto a badare al branco.

Non sapevo perché volevo provare a capirla, forse perché eravamo obbligate a stare nella stessa casa ma avevo voglia di conoscerla, di capire i suoi silenzi e magari condividerli con lei.

Di captare le sue emozioni, lei sembrava una tipa riservata, o che, perlomeno, non voleva dare fiducia a chi non la meritava.

Io per lei ero totalmente indifferente, semplicemente la figlia del compagno di sua madre, non ero niente per lei, il nulla assoluto, ma quel nulla, magari, si sarebbe potuto tramutare in qualcosa di buono?

Ma perché a me interessava? sinceramente non lo sapevo, magari erano quegli occhi in cui ci sarei potuta affogare e non voler più tornare a galla, magari era quella sua pelle perfetta che sembrava essere scolpita da Michelangelo in persona, magari era il fatto che la sua anima sembrasse così tetra e cupa, o magari, era perché aveva le sembianze di un diavolo peccatore pronto a distruggere con le sue stesse mani tutto ciò che le capitava a tiro?

Non lo sapevo.

Sapevo solo che se lei avesse potuto o voluto toccarmi per distruggermi, io non avrei opposto resistenza, mi sarei sgretolata di fronte a lei senza problemi e l'avrei aspettata all'inferno.

let's save ourselves from this hellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora