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Toni

<<Ti va di parlare di quello che è successo l'altra sera?>> Mi chiese accarezzandomi il fianco da sopra la maglietta dei Nirvana.

Erano passati quattro giorni dal teatrino che aveva messo su James e da quattro giorni ero di cattivo umore.

Le sue parole avevano ancora una volta attanagliato la mia mente, era come se fosse lui a dettare legge alla mia voce interiore.

Non facevo altro che pensare a ciò che mi aveva detto: Siamo più simili di quel che pensi, tu sei uguale a me, se odi me, odi te stessa.

Aveva potere su di me, troppo, e non ne aveva il diritto.

<<Toni>> Mi richiamò nuovamente alzandomi il viso con due dita, i suoi occhi e il suo sorriso mi trasmettevano così tanta calma.

Era strano poiché all'inizio mi incutevano solo timore.

<<Ha ragione>> Dissi con un sospiro, scuotendo amaramente il capo.

<<Assomiglio così tanto a lui...Dio>> Mi passai le mani sul volto, ma lei fermò il mio movimento prendendole tra le sue baciandone ogni singola nocca.

<<Sei sua figlia, è normale che tu abbia qualcosa di lui, anche se tu non lo vuoi>>
<<Anche io ho qualcosa di mio padre, e lo odio, ma ci sarà sempre una parte di lui in me, è normale, non devi fartene una colpa>> Parlò a bassa voce e con tale comprensione.

Mano a mano la nostra relazione si stava intensificando e Cheryl mi stava mostrando la parte di lei nascosta dalla freddezza che voleva far prevalere, amavo il fatto che fossi una delle pochissime persone ad avere questo onore.

<<Lo so, è solo che odio quella parte di me, perché è uguale a lui>>
<<Avrai dei suoi comportamenti, ma non sei James, tu sei un'altra persona, non hai fatto le cose orribili che ha fatto lui a te e a tua madre, tu non sei tuo padre>> Mi prese il viso tra le sue mani pallide accarezzandomi le gote con i pollici.

Mi cullai nel suo tocco gentile.

<<Anche perché sono innamorata di te, non di James>> Una sana risata uscì dalle mie labbra, con lei ero così serena.

<<Sei una persona migliore di lui, te lo garantisco>> Misi una mano sul suo fianco per attirarla più vicina al mio corpo, la voglia di sentirla era tremenda.

Le nostre labbra si sfiorarono dolcemente una contro l'altra, un calore non indifferente si diramava nel mio organismo ad ogni minimo contatto che avevo con lei.

Le mie mani le sfiorarono la pelle calda dei fianchi, sentii i brividi che si accapponavano su di essa, sorrisi compiaciuta non appena compresi che io ne ero la causa.

La volevo, eccome se la volevo, ma non me ne sarei mai approfittata.

Mi allontanai beccandole a stampo le labbra piene rimanendo però a pochi centimetri dal suo viso una volta staccate.

<<Cher...>> Sussurrai piano per non interrompere la quiete della stanza.

Mi fece un cenno col capo per comunicarmi di andare avanti con la mia frase.

Ti amo.

Percepii le mie guance bruciare, erano infuocate per via dell'imbarazzo, quelle due semplici parole voleva uscire allo scoperto.

Restò a guardarmi per un tempo indeterminato, stava analizzando ogni mio singolo movimento.

Mi morsi le labbra a disagio e abbassai lo sguardo sulle coperte che ci coprivano perfettamente.

let's save ourselves from this hellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora